PALERMO - Ad ogni rilevazione del sistema Excelsior, l’indagine continua di Unioncamere e Anpal sulla domanda di lavoro delle imprese, il paradosso dell’economia siciliana che si conferma. Anche nel mese di dicembre tanti disoccupati, eppure oltre il 30% delle professionalità cercate dalle aziende rimangono scoperte. E non si parla soltanto di posizioni che richiedono una alta specializzazione: perfino il 26,3% dei posti disponibili in professioni non qualificate rimangono scoperte, una percentuale molto alta su 1.840 posizioni, una fetta di posti di lavoro consistente, che nessuno sembra interessato a ricoprire.
Sul totale previsto di 18.610 entrate nel mondo del lavoro, 3.760 riguardano i dirigenti e le professioni con elevata specializzazione: per questa categoria, ben il 42% delle posizioni non sarà ricoperto da nessuno, e solo nel 16% dei casi ciò è dovuto alla preparazione inadeguata dei candidati.
Altre entrate riguardano gli impiegati, le professioni commerciali e i servizi: ben 6.650 posizioni, che rimarranno scoperte per il 24,8%. Ancora più alti i numeri per la categoria degli operai specializzati e i conduttori di impianti e macchine: ben 6.360 entrate, e un 31,6% di difficoltà di reperimento. Se si guarda agli stessi dati dal punto di vista del titolo di studio, la difficoltà di reperimento è del 40,4% per il livello universitario, del 41,3% per chi possiede un titolo di istruzione tecnica superiore (Its), del 39,4% per chi ha conseguito una qualifica di formazione o diploma professionale. Molto alta la percentuale anche per chi non possiede nessun titolo di studio: rimarranno vuote ben il 25,7% delle posizioni disponibili. Dati interessanti anche sulla richiesta espressa dalle imprese rispetto all’esperienza pregressa per i ruoli messi a disposizione: nella categoria dirigenti e professioni con elevata specializzazione è richiesta esperienza nella professione nel 46,9% dei casi, e almeno nel settore nel 41,5% delle proposte.
I numeri calano sensibilmente per gli impiegati, le professioni commerciali e i servizi: viene richiesta esperienza nel settore nel 51% dei casi, e solo nel 13% delle proposte viene richiesta esperienza nella professione. I numeri salgono leggermente per gli operai specializzati e i conduttori di impianti e macchine: esperienza richiesta nella professione nel 26% dei casi, e del 56,5% nel settore. Per le professioni non qualificate l’esperienza nella professione è richiesta solo nel 3,7% dei casi, e nel settore nel 50% delle proposte. A livello italiano, sono 354 mila i lavoratori ricercati dalle imprese per il mese di dicembre, circa 52mila in più (+17,5%) rispetto allo stesso periodo del 2019. Tuttavia, le assunzioni programmate dalle imprese per dicembre sono inferiori di 111mila unità rispetto a novembre (-23,9%), anche per il clima di incertezza derivante dagli sviluppi a livello internazionale della pandemia e delle tensioni sui prezzi dell'energia e delle materie prime.
Anche in questo ultimo scorcio del 2021 la domanda di lavoro è trainata prevalentemente dai contratti a tempo determinato con 190mila unità, pari al 53,6% del totale entrate programmate, incidenza in crescita rispetto al 50,9% registrata a dicembre 2019. Anche a dicembre sono difficili da reperire il 37,5% dei profili ricercati per un totale di 133 mila posizioni scoperte. Prevalentemente i profili di difficile reperimento si concentrano nelle aree aziendali dei sistemi informativi e della progettazione ricerca e sviluppo con un mismatch superiore alla soglia del 50% delle figure richieste.
La mancanza di candidati (shortage gap) è in questo periodo la principale motivazione della difficoltà di reperimento segnalata dalle imprese, superando significativamente la motivazione di non adeguatezza delle competenze, e interessa soprattutto le imprese della metallurgia, la meccatronica, l'informatica e le telecomunicazioni, le costruzioni ed il turismo. Tra le figure introvabili il Borsino Excelsior delle professioni segnala, nell'ordine: gli specialisti in scienze matematiche, informatiche, chimiche, fisiche e naturali (difficoltà di reperimento 65,2%), i dirigenti (60,9%), i fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori carpenteria (59,4%), gli operatori della cura estetica (56,8%), i tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi (56,5%), i fabbri ferrai, costruttori di utensili e assimilati (55,4%), gli artigiani e operai specializzati addetti alla pulizia e all'igiene degli edifici (55,2%), i direttori e dirigenti dipartimentali di aziende (54,5%), i meccanici artigianali, montatori, riparatori e manutentori di macchine fisse e mobili (52,4%), gli operai di macchine automatiche e semiautomatiche per lavorazioni metalliche e per prodotti minerali (52,3%), gli ingegneri (52,0%), i tecnici della distribuzione commerciale e professioni assimilate (50,9%), i tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni (50,3%) e i Tecnici in campo ingegneristico (49,3%).
A livello territoriale le attivazioni di contratti provengono prevalentemente dalle imprese del nord ovest che prevedono 122 mila ingressi; segue poi il nord est a pari merito con il sud e isole (entrambi 85mila ingressi) ed infine il centro con 61mila entrate previste. Più nel dettaglio, le maggiori opportunità lavorative sono offerte dalla Lombardia (80 mila contratti), Veneto (32 mila), Lazio (31 mila), Piemonte (29 mila), Campania (26 mila) ed Emilia-Romagna (25 mila). A crescere maggiormente è la domanda di operai specializzati, con un incremento di 20 mila ingressi su dicembre 2019. Seguono poi i conduttori di impianti e operai di macchinari fissi e mobili (+ 15mila) e i tecnici (+ 5mila).
Michele Giuliano
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