A partire dalle prossime elezioni amministrative in Sicilia, partiti e movimenti politici dovranno rendere pubblici i curriculum vitae e i casellari giudiziari di tutti i candidati inseriti nelle liste. L’obbligo, previsto dalla legge 3/2019, mira a garantire maggiore trasparenza nei confronti degli elettori. Chi non rispetterà questa disposizione rischia sanzioni pecuniarie significative.
Cosa prevede la legge
A chiarire l’applicabilità della legge sulla trasparenza dei partiti e movimenti politici anche in Sicilia è stata una circolare firmata lo scorso novembre dall’assessore regionale agli Enti locali, Andrea Messina. Il documento, inviato alle nove prefetture e ai 391 Comuni siciliani, ha dissipato i dubbi sulla validità delle norme approvate dal Parlamento nazionale nel 2019.
Nello specifico, i commi 14, 15 e 23 dell’unico articolo della legge stabiliscono che:
- Entro due settimane dal voto, i partiti e le liste devono pubblicare sui propri siti internet il curriculum e il casellario giudiziario di ciascun candidato.
- Le informazioni devono essere facilmente accessibili agli elettori, con la possibilità di cercare i candidati per circoscrizione, collegio, partito, nome e cognome.
- Entro sette giorni dal voto, i dati dovranno comparire anche nella sezione “Elezioni trasparenti” del sito internet dell’ente interessato (Ministero dell’Interno per le Politiche o le Europee, sito del Comune per le Amministrative).
Chi viola queste disposizioni sarà soggetto a sanzioni da 12.000 a 120.000 euro.
Perché la Sicilia aveva escluso l’obbligo?
La circolare dell’assessorato è stata necessaria perché, inizialmente, la Regione Siciliana aveva escluso l’applicabilità della legge. Gli uffici dell’assessorato ritenevano infatti che la norma riguardasse il procedimento elettorale locale, un ambito che lo Statuto Siciliano attribuisce alla legislazione esclusiva della Regione.
Tuttavia, nell’ottobre scorso, la Commissione di Garanzia per la Trasparenza dei Partiti Politici, istituita alla Camera dei deputati, ha stabilito che la legge 3/2019 deve valere anche in Sicilia. La decisione si basa su un principio sancito dalla Corte Costituzionale: quando una norma riguarda più materie (in questo caso, trasparenza, legalità e disciplina elettorale), bisogna individuare quale sia l’ambito prevalente. In questo caso, la trasparenza e la legalità hanno prevalso, imponendo l’applicazione della legge anche nell’Isola.
Quali saranno gli effetti?
Resta da vedere come partiti e liste risponderanno a questa novità, finora poco pubblicizzata. Per le Amministrative di primavera, l’unico Comune siciliano con più di 15.000 abitanti interessato dalla norma è Palagonia.
Un altro Comune che avrebbe dovuto adeguarsi è Tremestieri Etneo, ma lo scioglimento per infiltrazioni mafiose deciso ieri dal Consiglio dei Ministri – a seguito della condanna per voto di scambio politico-mafioso dell’ex sindaco Santi Rando – ha rinviato il ritorno alle urne.
La prossima tornata elettorale sarà quindi un banco di prova per verificare se e come i partiti rispetteranno le nuove regole, garantendo agli elettori il diritto a una scelta più informata e trasparente.
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