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Cateno, il ragazzo della via Gluck e il tour per la presidenza

Cateno, il ragazzo della via Gluck e il tour per la presidenza

Cateno, il ragazzo della via Gluck e il tour per la presidenza

Il ragazzo delle periferie cantato da Celentano è tornato. Stasera canta a Palermo al teatro Golden per un concerto di beneficenza. Si chiama Cateno di nome, De Luca di cognome. La sua via Gluck è a Messina, tra baracche centenarie, amianto ingoiato con il pianto, ed un’umidità che ti scava le ossa.

È tornato per riscattare clienti di malapolitica e malaffare. Lui sogna prati e giardini per i diseredati, gli esclusi dai salotti buoni, che si arrangiano e si mangiano la vita, tra pitoni e focacce, mezze con panna e mezze birre.

Una vita in salita, 17 indagini e due arresti, finiti ad oggi in bolle di sapone, tra Fiumedinisi, Messina e Palazzo dei Normanni, vestito o nudo, come nuda è la sua politica.

Lui offre il corpo, come nel teatro greco, per sacrifici che plachino gli Dei dell’Isola.

È l’unico siciliano che ha amministrato tre comuni, a due c’era già arrivato Cristaldi, e che oggi si presenta al salto.

Si candida a Presidente dei Siciliani, quelli veri, come il suo movimento.

E come un Don Chisciotte ha i suoi mulini a vento, il principale è Musumeci, ma non solo lui.

È ipertrofico, egocentrico per sua ammissione, ciclotimico ed iperbolico.

È un fiume di parole come i Jalisse, e come loro canta. Non sappiamo se andrà a Sanremo ma intanto il suo tour, “A modo mio”, gira l’isola.

Prima di Grillo faceva politica spettacolo, e probabilmente ci sarà dopo di lui, non avendo nemmeno 50 anni.

Cateno è affamato, ha fame di umanità, di braccia che lo stringono, di pacche sulle spalle. In questo ricorda Totò Cuffaro, ma la sua arma non è il bacio, ma la parola, veloce, pronta, sfrontata, irriverente.

È un personaggio da Pirandello, sempre sopra le righe ma con una doppia chiave di lettura, con quella sua corda pazza che nasconde lucide intenzioni.

Il tour è partito, farà ballare la politica siciliana da Capo Peloro a Lilibeo, tra vulcani che si sono risvegliati e paesini interni addormentati.

Le catene si sciolgono ed il ragazzo della via Gluck canta e suona il clarinetto.

La Sicilia è Vera proprio perché ha quelli come lui.

risuser

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