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Coronavirus, crescono i contagi, Musumeci e il populismo

Coronavirus, crescono i contagi, Musumeci e il populismo

Coronavirus, crescono i contagi, Musumeci e il populismo

Mentre si impennano i nuovi positivi - nel bollettino di ieri erano 860, per un totale di ben 11.734 attuali contagiati, e dieci morti - in Sicilia è scontro sul tema delle limitazioni alle attività commerciali e turistiche dopo l'annuncio del presidente della Regione Nello Musumeci, di un disegno di legge su questo tema da presentare all'Assemblea regionale siciliana. "Con tutto il rispetto per il governo nazionale - ha dichiarato - riteniamo di aver diritto a disciplinare su alcune materie le misure che i presidenti di Regione possono adottare". "Misure - ha detto Musumeci citando l'esempio della Provincia autonoma di Bolzano - che finora sono state restrittive e che potrebbero essere estensive". "In Sicilia - ha aggiunto - se uno entra al ristorante alle 19.30 gli fanno il Tso. Noi chiediamo di adattare le norme alle abitudini della nostra terra". Il Pd, cavalca l'onda del populismo "Musumeci si metta d'accordo con se stesso - è sbottato il capogruppo del Pd all'Ars, Giuseppe Lupo - e la smetta di cavalcare l'onda del populismo". L'esponente dem ha sottolineato una serie di incoerenze del Governatore: "Dopo aver chiuso lo Stretto di Messina in primavera, quando la Sicilia aveva appena cento nuovi contagi al giorno, dopo aver dichiarato, pochi giorni fa, il coprifuoco dalle 23 alle 5 e avere totalmente sospeso la didattica in presenza nelle scuole secondarie, ora Musumeci si iscrive alla 'corrente dei negazionisti', annunciando un Disegno di legge per l'apertura delle attività economiche in deroga al Dpcm nazionale". Da Musumeci scelta irresponsabile "E questo - ha sottolineato Lupo -, quando i nuovi contagi in Sicilia sono 860, cioè cinque volte quelli del picco massimo di marzo e i pazienti covid ricoverati in terapia intensiva sono oltre cento. Una scelta irresponsabile che espone a rischio la salute dei siciliani e la Sicilia al rischio 'lockdown'". M5s, basta fumo negli occhi Per il capogruppo del M5S all'Ars Giorgio Pasqua i drammatici dati dei positivi "dimostrano che la situazione sta sfuggendo di mano a questo governo, che si dimostra sempre meno all'altezza della situazione". "Tutti - ha detto Pasqua - siamo con i ristoratori e con le categorie più penalizzate, ma non è certo il ddl la strada per aiutarli. Se voleva veramente dare loro una mano doveva scegliere altri mezzi immediatamente operativi ed assumersene tutte le responsabilità, non certo un ddl che, bene che vada, potrà cominciare a produrre effetti solo tra una quindicina di giorni". I Siciliani aspettano ancora i soldi della Regione "Così Musumeci - ha concluso Pasqua - se ne esce con colpi di teatro buoni solo a gettare fumo negli occhi dei siciliani, che ancor oggi, a mesi di distanza, non hanno visto un solo euro della cosiddetta Finanziaria di guerra, costruita però coi soldi del Monopoli". Lupo, riorganizzare le terapie intensive Le opposizioni hanno criticato anche la difesa, da parte di Musumeci, dell'operato del Governo regionale sul fronte dell'assistenza sanitaria. "Tra marzo-aprile e settembre-ottobre - aveva sottolineato il Governatore - in Sicilia il nostro sistema sanitario ha erogato il 120 per cento in più delle prestazioni sanitarie, non abbiamo sospeso le prestazioni per quanti non sono malati di coronavirus e ancora oggi siamo fermi sulla nostra posizione di non sospendere le attività di cura per chi non è malato di Covid. In estate abbiamo potenziato tutta la rete territoriale, abbiamo fatto le assunzioni, abbiamo adottato programmi di cura, abbiamo tracciato i turisti, e abbiamo avviato una serie di opere all'interno delle strutture ospedaliere, alcune delle quali già completate e consegnate". Ma per Lupo questo non basta e ha chiesto a Musumeci di "concentrarsi piuttosto su cose urgenti come la riorganizzazione delle terapie intensive e sub intensive già prevista a giugno scorso". Criticità sui tamponi Ma ieri sono emerse anche criticità sui tamponi con numerose le segnalazioni relative alla difficoltà di effettuare gli esami nei laboratori privati. A Palermo si registrano lunghe liste d'attesa, mancanza di reagenti, oltre a decine e decine di diffide inviate dal dipartimento dell'assessorato regionale alla Salute che si occupa del controllo delle strutture private a causa dei costi eccessivi applicati agli utenti, con tariffe che toccano anche i 120 euro rispetto ai 50 stabiliti dalla Regione. Secondo il bollettino di ieri i tamponi sono stati 7.324. Sul fronte della distribuzione territoriale a Palermo ci sono 345 positivi in più, Catania 197, Messina 52, Trapani 138, Ragusa 35, Siracusa 30, Caltanissetta 45, Agrigento 3, Enna 15.

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