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Crisi, Conte al Senato, ora l'occhio è solo ai numeri

Crisi, Conte al Senato, ora l'occhio è solo ai numeri

Crisi, Conte al Senato, ora l’occhio è solo ai numeri

Si è da poco aperta la seduta a Palazzo Madama che vede all'ordine del giorno le comunicazioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che ieri ha ottenuto ben trecentoventuno voti di fiducia alla Camera dopo la crisi innescata dalla "sfida" al Premier da parte del leader di Italia Viva Matteo Renzi. Oggi però le cose potrebbero non essere così facili. Quella incassata ieri da Conte era stata una fiducia piena, andata di sei voti oltre la maggioranza assoluta (315) grazie ai sì di cinque deputati ex M5S, il dissidente sempre 5S Andrea Colletti e l'azzurra (poi uscita da Forza Italia) Renata Polverini. Ma al Senato la partita appare più difficile: raggiungere quota 161 è al momento considerato un miraggio. Italia Viva ha confermato la scelta di astenersi ma alla maggioranza basterà un voto in più delle opposizioni per vincere questo round, poi si volterà pagina e sarà tutta da scrivere. A Palazzo Madama prenderanno la parola Teresa Bellanova e lo stesso Matteo Renzi. "Non c'è stata volontà di costruire una agenda condivisa", ha detto Ettore Rosato di Iv. Il pallottoliere di Palazzo Madama continua a essere mobile: le stime oscillano tra i 154 voti a favore del governo fino a quelle più ottimistiche che prefigurano quota 158. Ma la partita aperta con le dimissioni delle ministro di Iv non finirà con il voto nelle aule parlamentari. Intanto di riunione in riunione, il centrodestra cerca di serrare i ranghi: l'Udc ribadisce che non passerà al nemico e l'unica via, per la coalizione guidata da Berlusconi, Salvini e Meloni, passa per le dimissioni del premier.

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