L’occasione è la presentazione del libro “La variante DC” di Gianfranco Rotondi presso Villa Zito a Palermo.

Lì insieme sul palco troviamo Davide Faraone e Totò Cuffaro. Ma è così strana la coppia in un momento in cui Renzi, ma anche altri, fanno riemergere una voglia di centro?

Sono onestamente eterogenei per età, storia personale, esperienze umane. Ma oggi hanno un destino comune.

Difendere uno spazio politico popolare da opposte forze centrifughe. Una giallorossa, socialista da un lato populista post ideologica dall’altro. L’altra neroverde con spinte populiste e sovraniste dall’altro.

E quindi come Starsky ed Hutch faranno un pezzo di strada insieme, qui a Palermo, città infelicissima abbandonata a se stessa da un Orlando non più furioso ma quasi depresso?

Cuffaro vuole che Sturzo gli faccia il miracolo di fare risorgere la Democrazia Cristiana, e Renzi, ex scout dalle origini democristiane, lancia il suo uomo più identitario a candidato Sindaco di Palermo.

Difficile che Totò possa promuovere un candidato sovranista a Palermo, e Faraone può portare al voto tanti disillusi di un altro democristiano pentito come Leoluca Orlando.

Certo c’è l’oste Miccichè che adesso, dopo un Sassicaia da Pinchiorri con il leader di Italia Viva, si trova in ambasce su dove collocarsi. Da mesi auspica un quadro differente rispetto al centrodestra classico, ed oggi Faraone e Cuffaro gli mettono davanti una scelta di campo.

Può nascere in Sicilia, patria della DC, un’esperienza moderata distaccata dalla destra?

È questa la domanda che la strana coppia Faraone e Cuffaro evidenziano.

Intanto assomigliano per empatia a Walter Matthau e Jack Lemmon, che possano condividere un percorso come in quel film lo vedremo.

Intanto presentano insieme un libro sul più grande partito dei moderati della storia dell’occidente ed i libri in tempi di Twitter sono importanti. Qualcosa forse vorrà dire.

Non si presentano libri a caso di questi tempi.

Così è se vi pare.

Giovanni Pizzo