Dazi USA-UE, Meloni in difficoltà tra critiche europee e allarme imprese italiane

Dazi USA-UE, Meloni in difficoltà tra critiche europee e allarme imprese italiane

Dazi USA-UE, Meloni in difficoltà tra critiche europee e allarme imprese italiane

Dopo aver definito “positiva” l’intesa sui dazi raggiunta in sede internazionale, la premier Giorgia Meloni è rientrata a Roma da Addis Abeba trovandosi di fronte a un clima politico molto più teso di quanto previsto. A preoccupare non sono solo le reazioni internazionali, ma anche l’impatto sull’economia italiana e le pressioni interne crescenti.

Reazioni internazionali: critiche da Francia, Germania e Spagna

L’accordo, pensato per evitare una guerra commerciale con gli Stati Uniti, ha ricevuto giudizi duri da molti leader europei.

  • Il premier francese François Bayrou ha parlato di “un giorno buio”.

  • Pedro Sánchez (Spagna) si è detto “senza alcun entusiasmo”.

  • Anche il tedesco Friedrich Merz, tra i leader moderati favorevoli al negoziato, ha espresso forti riserve.

In questo contesto, emerge la preoccupazione che Meloni finisca per essere additata come artefice dell’intesa a causa dei suoi rapporti privilegiati con Donald Trump. Una percezione che ha spinto il presidente del Senato Ignazio La Russa a precisare: “Trump non è mai stato un punto di riferimento per la destra italiana”.

Pressioni interne: l’allarme delle imprese e di Confindustria

Sul fronte interno, oltre agli attacchi previsti da opposizioni come Elly Schlein (“resa alle imposizioni americane”) e Giuseppe Conte (“una Caporetto”), a far tremare Palazzo Chigi sono le preoccupazioni del mondo produttivo.

Il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, ha parlato di una “sberla all’Europa” e ha stimato un possibile calo dell’export da oltre 22 miliardi di euro. Da più categorie economiche arriva ora la richiesta urgente di sostegni concreti da parte del governo.

Le opzioni sul tavolo: PNRR o aiuti europei?

Il governo, consapevole dei limiti di bilancio, valuta diverse strade. Una delle ipotesi è l’utilizzo dei fondi del PNRR per sostenere le imprese colpite dall’accordo. Tuttavia, il ministro per gli Affari europei Tommaso Foti ha frenato: “Finché non sarà siglata l’intesa definitiva non è possibile valutare una rimodulazione coerente del PNRR”.

L’altra opzione resta una spinta verso interventi europei coordinati, con aiuti diretti e la rimozione di barriere burocratiche che Meloni definisce “dazi auto-imposti”.

Regionali rinviate: la politica interna in secondo piano

Mentre la tensione sui dazi domina l’agenda, passa in secondo piano il dossier sulle candidature per le elezioni regionali. Dopo due vertici andati a vuoto, una nuova riunione era attesa in settimana, ma potrebbe slittare. Lo ha lasciato intendere il ministro Antonio Tajani, che ha commentato: “Ci sta l’ira di Dio nel mondo, stiamo facendo altre cose. Appena potremo ci vedremo.”

Giorgia Meloni si trova ora in una posizione delicata: difendere un accordo che ha contribuito a costruire, ma che ora rischia di ritorcersi contro su più fronti. Il tema dei dazi si sta trasformando da successo diplomatico a potenziale crisi politica ed economica.

(askanews)

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