Se ufficialmente non c’è stato alcuno scontro tra Giorgia Meloni e i leghisti Giancarlo Giorgetti e Matteo Salvini—come assicurano in coro Palazzo Chigi e il Mef—il tema della difesa comune europea e il piano "ReArm Europe" continuano ad alimentare tensioni tra gli alleati di governo. Il punto critico si avvicina: martedì prossimo, la premier interverrà in Senato prima del Consiglio europeo, presentando una risoluzione su cui trovare un’intesa appare tutt’altro che semplice.
La riunione della Lega e il confronto tra Salvini e Giorgetti
A complicare ulteriormente il clima è stata la riunione del Consiglio federale della Lega, convocata proprio mentre si teneva il Consiglio dei ministri. Un incontro in cui il Carroccio ha discusso, tra le altre cose, di pace in Ucraina e difesa europea. La concomitanza non è passata inosservata: Salvini ha lasciato presto il Cdm per partecipare alla riunione, avendo solo un rapido scambio con Meloni. Più lungo e acceso, invece, il confronto con Giorgetti, definito da alcuni come "teso", mentre altre fonti parlano di un dibattito "franco".
Le indiscrezioni sullo scontro hanno spinto Palazzo Chigi e il Mef a intervenire congiuntamente per smentire categoricamente qualsiasi ipotesi di contrasto, ribadendo che Meloni e Giorgetti continuano a lavorare in piena sintonia su tutti i dossier, compresa la difesa europea.
Il messaggio della Lega che complica il lavoro di Meloni
A mettere ulteriormente alla prova la compattezza del governo è stata la nota diffusa dalla Lega al termine del Consiglio federale. Il comunicato invita alla prudenza e sottolinea che "non si possono concedere deleghe in bianco per imprecisati eserciti europei", aggiungendo che "l’Europa non ha bisogno di nuovi debiti, di riarmo nucleare o di ulteriori cessioni di sovranità, bensì di misure concrete per famiglie, sanità e lavoro".
Un messaggio che rischia di complicare la posizione di Meloni in vista dell’intervento di martedì e, soprattutto, nei delicati equilibri dei tavoli internazionali.
(askanews)
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