Migranti, “La beffa delle Ong nei nostri porti, ora Conte si muova”
di Raffaella Pessina
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Ma la situazione non è rimasta tranquilla per molto: ieri, infatti, 76 migranti per protesta si sono gettati in mare dalla Open Arms, l’imbarcazione della Ong spagnola che si trova al largo delle coste palermitane in attesa di trasbordare uomini e donne.
Nella nave giunta mercoledì sera davanti al porto del capoluogo siciliano ci sono 278 migranti soccorsi nei giorni scorsi nel Canale di Sicilia. Per recuperare gli uomini in acqua sono intervenuti le motovedette della Capitaneria di Porto e un elicottero della Guardia di Finanza. Uomini e donne che avevano tentato di raggiungere la riva a nuoto, sono stati riportati a bordo della nave della Ong.
I responsabili della nave spagnola hanno riferito che a bordo si era creata una situazione critica in attesa delle istruzioni per lo sbarco. Intanto in Europa si cercano nuove soluzioni per superare il patto di Dublino in materia di migranti. La presidente della Commissione europea, Ursula Von Der Leyen, ha detto che è necessario rivedere il concetto di ripartizione dell’onere. “Sono consapevole che Paesi come l’Italia, la Grecia, la Spagna sono geograficamente esposti, sono in prima linea e di questo dovremo tenere conto”.
Soddisfazione per le parole della Von Der Leyen ha espresso il premier Conte. “La disciplina attuale svantaggia i paesi di primo approdo per gli sbarchi e i flussi migratori. C’è un approccio assolutamente condiviso. Dobbiamo lavorare su vari aspetti ma è una svolta, la svolta che abbiamo sempre richiesto. Certamente - ha aggiunto Conte - modificheremo i decreti sicurezza”.
Diversa e fortemente critica l’opinione del Presidente della Regione Nello Musumeci, che non crede ai proclami dell’Europa e del governo romano: “Leggere sui giornali - scrive il Presidente in una nota - che l’Europa cambia la linea sui migranti, mentre tutte le Ong si dirigono solo sui porti siciliani, suona come una beffa. Sembra che la cosa non interessi più a nessuno, ma continua ad essere la Sicilia a sostenere il peso più grande di questa emergenza nell’emergenza.
“Aspettiamo il 23 settembre – ha detto il governatore della Sicilia - un nuovo accordo che superi finalmente quello di Dublino? O qualcuno - se davvero è cambiata la musica - si fa carico di venire incontro all'Italia e alla Sicilia, aprendo i porti di altri Paesi europei?”.
Musumeci ribadisce che da mesi chiede al governo centrate di mettere in sicurezza igienico-sanitaria gli hot spot e i centri di accoglienza. “Il Viminale sembrava essersi svegliato tra il 4 e il 5 settembre (con due atti e dopo l'incontro chiesto e ottenuto a Roma con il premier), ma ancora passano i giorni, le settimane e non si è visto un solo intervento concreto per restituire sicurezza sanitaria a quei luoghi e alla nostra popolazione. Tanti impegni ma nessun fatto concreto”.
Il presidente della Regione chiede concretezza e velocità nelle decisioni, lanciando un appello al presidente del consiglio Conte e al ministro dell'Interno Lamorgese “come fate - ha detto ironicamente Musumeci - quando impugnate una nostra ordinanza. Non costringeteci ad agire di nuovo!”.
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