Pochissimi i consiglieri presenti della “fu” maggioranza
Un finale amaro per il Professore
Ha rivelato che il 31 dicembre 2020 stava per lasciare: “Ero pronto a dimettermi da primo cittadino. Ma non ho mai presentato la lettera di dimissioni perché la mia coscienza mi ha imposto di metterci la faccia fino alla fine e di prendermi non solo gli applausi ma anche le critiche dei palermitani”.
Del suo futuro parlerà “quando non sarò più sindaco”
Orlando non sembra vedere qualcuno in grado di raccogliere la sua eredità: “A Palermo non c’è qualcuno che abbia la mia storia. Non c’è uno che negli ultimi quarant’anni abbia attraversato la merda e l’oro di questa città riuscendo a tenere in piedi una visione, una dignità e un’attrattività internazionale. Quindi è evidente che purtroppo non ci sarà un altro sindaco come me”. Del suo futuro parlerà “quando non sarò più sindaco”.
Illustrati numeri e decisioni principali della sua Amministrazione
Orlando ha illustrato numeri e decisioni principali della sua Amministrazione ma, tanto per fare un esempio, a fronte della riapertura dello Stadio delle Palme e dell’Ippodromo mancano all’appello il Velodromo (che dovrebbe riaprire a breve), il Diamante del baseball e il Palazzetto di Fondo Patti (a oggi la quinta città d’Italia non ha un posto per ospitare i grandi concerti), senza contare i continui disservizi alla piscina comunale. Sono stati istituiti 250mila metri quadrati di nuove aree pedonali ma alcune, come il lungomare di Mondello o la “rambla” di via Emerico Amari, non hanno convinto. Va detto che altre, come piazza Bologni, via Maqueda, piazza Bellini, piazza del Parlamento (in accordo con l’Ars) e il Cassaro hanno rivitalizzato il centro storico facendo spuntare come funghi nuovi negozi e locali.
Il tram
Contraddizioni che ritroviamo nel progetto del tram: le linee esistenti hanno messo a soqquadro i conti dell’Amat ma hanno cambiato il volto dei quartieri che attraversano, rilanciato la zona del Ponte dell’Ammiraglio (entrato nel patrimonio Unesco), creato un collegamento diretto tra la Stazione centrale e il Sud della città. Ma l’opera rischia di restare incompiuta: senza una maggioranza, il tratto di via Libertà è stato stralciato dall’Aula. Peccato che rappresenti uno snodo fondamentale per collegare i depositi di Brancaccio e Borgo Nuovo e quartieri come Bonagia, Sferracavallo, Mondello, il Villaggio Santa Rosalia, lo Zen, il Cep, la cittadella universitaria, gli ospedali e la parte a monte della Circonvallazione con il centro città.
Nella relazione sono stati inseriti anche il restauro di Palazzo delle Aquile, che però è ancora in corso dopo un iter burocratico estenuante, e lo svincolo autostradale di Brancaccio, che non è ancora andato a gara (proprio in queste settimane il Consiglio ha approvato la convenzione urbanistica con la Multi Veste). La Fiera del Mediterraneo è stata, sì, rilanciata, ma non c’è traccia del promesso polo congressuale.
Un lavoro a metà con una sfilza di emergenze
Una missione da completare, per l’appunto, un lavoro a metà con una sfilza di emergenze che attende al varco il prossimo sindaco. Secondo il Professore “i problemi della città non possono essere utilizzati come una sorta di corpo contundente per distruggere la visione che ho portato avanti. Troppi incolti e inadeguati hanno una visione contrapposta che vuole tornare al tempo nel quale la città aveva la faccia della mafia e la mafia la faccia del sindaco. Costoro utilizzeranno un sacco di spazzatura per strada o un lampione spento per criticare la mia Amministrazione e per distruggere una visione. Non ci riusciranno perché ormai i palermitani sono cambiati e hanno capito da che parte sta il futuro della città”.
Gaspare Ingargiola
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