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Pescherecci sequestrati in Libia, pressioni sul Governo Conte

Pescherecci sequestrati in Libia, pressioni sul Governo Conte

Pescherecci sequestrati in Libia, pressioni sul Governo Conte

ROMA - Si è svolta ieri a Mazara del Vallo, nel trapanese, la manifestazione per chiedere la liberazione dei 18 pescatori bloccati in Libia dall’1 settembre. Numerosi cittadini, con in testa i familiari dei pescatori, sono scesi in piazza al grido di “liberateli”.

Alla manifestazione organizzata da Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Pesca ha partecipato anche il sindaco Salvatore Quinci.

Il sequestro dei pescherecci “Antartide” e “Medinea” è diventato intanto motivo di scontro politico tra maggioranza e opposizione. Dopo le polemiche degli ultimi giorni e il question time del ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, bollato come “deludente” da Forza Italia, si registra l’appello del presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, ai parlamentari europei e nazionali eletti in Sicilia: “Mi appello a tutti - si legge in una nota - e a ciascuno di voi affinché sia intrapresa con urgenza ogni utile iniziativa presso il Governo italiano, in particolare il ministero degli Affari esteri, e presso la Commissione dell’Unione europea, nonché nei confronti dei competenti Organismi internazionali, per giungere al rilascio immediato dei marittimi e dei motopescherecci sequestrati”.

“L’episodio del sequestro, di inaudita gravità - scrive il Governatore -, è l’ultimo di una lunga serie che si protrae ormai da anni, senza che sia stata mai trovata una definitiva soluzione, per via di un tratto di mare che, con decisione assai discutibile, la Libia riconosce unilateralmente come proprio territorio, fino a oltre 70 miglia nautiche dalle proprie coste. La sottrazione di questi nostri concittadini alla propria terra e alle loro famiglie, che ho personalmente incontrato, desta ancor maggiore preoccupazione alla luce del noto stato di incertezza e confusione che caratterizza la situazione politica e istituzionale dello Stato libico”.

Al di là delle convenzioni internazionali che individuano e disciplinano gli spazi marini “è mio dovere - aggiunge Musumeci - denunciare con forza questa inammissibile situazione e pregare anche voi di portare questa istanza nelle superiori Assemblee elettive, per reagire a tale palese violazione dei diritti umani aggravata, per un così lungo periodo, dalla assenza di informazioni ai familiari e alle Autorità dello Stato italiano sulle condizioni dei nostri pescatori. È preminente nei fatti accaduti il profilo umanitario - ha concluso - ma non possono essere sottaciuti, su un piano più generale, anche gli ingenti danni economici che derivano alla marineria siciliana”.

A Musumeci ha risposto Simona Suriano, capogruppo del Movimento Cinque Stelle in commissione Esteri alla Camera: “Il governo italiano e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio sono impegnati a trovare una soluzione rapida e ragionevole per riportare a casa i marinai di Mazara del Vallo trattenuti a Bengasi dal dalle autorità del generale Khalifa Haftar. Le trattative sono in corso, in ambito internazionale, specie in un contesto caldo come quello libico, serve cautela e le controversie non sono risolvibili con ordinanze e decisioni repentine”.

“Comprendiamo la preoccupazione dei familiari - prosegue Suriano - ed è per una liberazione in tempi stretti che la Farnesina è al lavoro. L’impegno della delegazione parlamentare siciliana del Movimento è massimo ed i queste settimane il dialogo col ministro Di Maio è stato costante e costruttivo. Il lavoro diplomatico proseguire anche l’auspicato rientro dei nostri pescatori affinché la questione delle acque territoriali sia risolta in modo definitivo mettendo fine ad una diatriba che procura danni alla pesca, un settore importante per l’economia della Sicilia”.

Le rassicurazioni del Governo Conte non convincono le forze d’opposizione. Gli eurodeputati di Forza Italia, Antonio Tajani e Giuseppe Milazzo, proprio ieri, hanno rivolto una interrogazione all’Alto rappresentate Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, per sapere “se è a conoscenza di questi fatti e quali azioni intende intraprendere per tutelare questi cittadini europei ingiustamente detenuti in Libia e quali azioni diplomatiche intende mettere in campo nei confronti delle autorità libiche per evitare il ripetersi di tali pretestuosi attacchi alla nostra marineria”.

“Spero - ha detto il presidente dell’Ars, Gianfranco Micciché - che Borrell intervenga direttamente essendo stata ormai accertata la reale inconsistenza del governo italiano. Un caso simile fu risolto in meno di 24 ore dall’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi”.

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