Pnrr Sicilia, fondi a rischio: spesa ferma al 28% a otto mesi dalla scadenza

Pnrr Sicilia, fondi a rischio: spesa ferma al 28% a otto mesi dalla scadenza

Pnrr Sicilia, fondi a rischio: spesa ferma al 28% a otto mesi dalla scadenza

Il rischio che l’esperienza del Pnrr in Sicilia si concluda con una sonora sconfitta è più che concreto. Alla scadenza fissata da Bruxelles mancano pochi mesi e la Regione ha ancora oltre due terzi delle risorse nel cassetto.

Eppure, la stessa Regione siciliana aveva definito i fondi europei del Piano nazionale di ripresa e resilienza come “l’ultima occasione per riscattare l’Isola da decenni di sottosviluppo”, nel Documento di economia e finanza 2022-2024.

Pnrr, un treno che passa una volta sola

Sulla carta, la Regione sapeva bene che il Pnrr rappresentava un treno che passa una volta sola. Ma tra il dire e il fare ci sono quattordici dipartimenti regionali, tutti con gravi ritardi di spesa. Le scadenze fissate per l’estate 2026 incombono e la prospettiva di perdere una parte consistente dei fondi è sempre più reale.

Schifani richiama dirigenti e assessori

Secondo una nota di Palazzo d’Orleans, la spesa dei progetti Pnrr gestiti dalla Regione è ferma al 27,9%, secondo i dati della Cabina di regia regionale.

Il presidente Renato Schifani ha reagito richiamando 14 dirigenti generali e 9 assessori, invitandoli a “imprimere un’accelerazione alla spesa”.
Toni duri nella lettera inviata lo scorso 17 ottobre: “Il mancato rispetto degli adempimenti sarà utilizzato ai fini della valutazione dei dirigenti responsabili”, con la possibilità di revoca dell’incarico.

Un copione già visto: lo stesso monito era arrivato lo scorso marzo, senza risultati visibili.

I numeri della spesa: tra 25% e 28% del totale

Le cifre diffuse in questi giorni variano a seconda delle fonti, ma il quadro resta allarmante:

  • Cabina di regia regionale (30 settembre 2025): spesa al 27,31%, con 491,3 milioni su 1,79 miliardi.

  • Nota ufficiale di Schifani: avanzamento al 27,92%.

  • Centro studi Italia Viva Sicilia: 25,87% in termini di pagamenti, con 510 milioni spesi su 1,97 miliardi.

Anche se si considerano le rettifiche dei dipartimenti Energia, Rifiuti, Formazione e Agricoltura, la spesa complessiva resta sotto i 520 milioni di euro su circa 2 miliardi disponibili.

I dipartimenti più in ritardo

Il dipartimento Attività sanitarie e Osservatorio epidemiologico (Dasoe) è fermo all’11,8% (6,3 milioni su 53,5).
Peggio ancora i Beni culturali, con un avanzamento dell’8,15% (5,6 milioni su 68,2).
Il dipartimento Agricoltura è al 6,6%.
Meglio va alla Formazione professionale, con il 66% della spesa completata (8,6 milioni su 13 totali).

Monitoraggio carente e poca trasparenza

Un ulteriore problema è la mancanza di trasparenza e tracciabilità dei dati. Non esiste ancora un resoconto ufficiale della Ragioneria generale dello Stato, mentre la piattaforma Regis non è accessibile al pubblico.

Il portale Italia Domani fornisce solo dati parziali, spesso in fogli di calcolo difficili da interpretare, e il sito Open Data Sicilia è aggiornato solo all’8 luglio, non al 30 settembre. Questa opacità informativa contribuisce a minare la fiducia dei cittadini, già ai minimi storici.

La fiducia nelle istituzioni ai minimi

Secondo l’Istat, solo un cittadino su cinque dichiara fiducia nei partiti politici, mentre il 61% giudica fallimentare la capacità di spesa del Pnrr da parte delle Regioni. La Sicilia è il territorio più disilluso d’Italia, con un livello medio di fiducia nelle istituzioni regionali pari a 4,3 su 10, il più basso del Paese.

Una sfida quasi impossibile entro il 2026

A giugno 2025 la spesa regionale era al 20% (342 milioni). In tre mesi è cresciuta di 177 milioni (+7%), ma anche mantenendo questo ritmo la Sicilia raggiungerebbe solo il 49,9% entro il 2026, perdendo oltre la metà dei fondi europei. Portare in salvo le risorse per il “riscatto dell’Isola” si conferma quindi una sfida quasi impossibile.

La posizione della Regione

Il Quotidiano di Sicilia ha chiesto chiarimenti sulla riunione più recente della Cabina di regia regionale e sulle sanzioni economiche che potrebbero scattare in caso di mancato rispetto degli obiettivi. Da Palazzo d’Orleans, però, nessuna risposta ufficiale: la Presidenza ha preferito non rilasciare dichiarazioni.

L’unica conferma è che il Governo nazionale potrebbe sanzionare la Regione in caso di inadempienze locali. Resta da vedere se nei prossimi mesi il promesso “cambio di passo” riuscirà davvero a tradursi in fatti concreti.

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