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Ponte, la ministro De Micheli ci riporta indietro di cinquant'anni

Ponte, la ministro De Micheli ci riporta indietro di cinquant'anni

Ponte, la ministro De Micheli ci riporta indietro di cinquant’anni

PALERMO - Continua a tenere banco il dibattito sul Ponte dello Stretto, il grande escluso dal “Recovery Plan” che, però, il Governo nazionale giura di voler realizzare lo stesso e, all’uopo, ha istituito un apposito tavolo di “esperti” con il compito di scegliere la proposta migliore (sul tavolo ce ne sarebbero ben cinque) per collegare stabilmente Messina e Reggio Calabria.

“La decisione sul Ponte nello Stretto - dichiara il ministro dei Trasporti, Paola De Micheli, rispondendo ai cronisti nel corso di un webinar sul tram di Palermo - spetta alla politica che si assumere le proprie responsabilità, ovviamente va presa su dati oggettivi. Ecco perché al ministero abbiamo insediato una commissione che come prima attività sta facendo le valutazioni sui bisogni di trasporto in Sicilia e nel Continente sia sul fronte passeggeri sia merci. A breve sarò audita dalle commissioni Trasporti di Camera e Senato proprio su questo. Poi ci si concentrerà sull’eventuale tipologia di collegamento stabile nello Stretto. La decisione finale non verrà presa dalla commissione tecnica, l’analisi sarà offerta alla valutazione del governo e del Parlamento”.

Ma intanto questa Commissione tecnica, stando a quanto dichiarato qualche giorno fa dal vice della De Micheli, ovvero il grillino nisseno Giancarlo Cancelleri, costerebbe ben 50 milioni di euro, già appostati nella Legge di Bilancio, un gruzzoletto niente male che farà lievitare ancora i costi già altissimi per il Ponte mai costruito (si parla di oltre 300 milioni di euro).

Le parole del ministro scatenano l’opposizione al Governo Conte, già con il dente avvelenato per l’inaspettato colpo di spugna. De Micheli - tuona Matilde Siracusano, deputata di Forza Italia - “tira in ballo l’ormai famosa e, ahinoi, fantozziana Commissione ministeriale che dovrà esprimersi - in realtà avrebbe dovuto farlo entro il 30 novembre - in merito ai bisogni di trasporto in Sicilia e nel Continente, sia sul fronte passeggeri che su quello merci. Come se nel 2020 in Italia ci fosse ancora il bisogno di un lavoro di approfondimento su questi ormai stranoti temi”.

“Su una cosa - prosegue Siracusano - ha ragione la De Micheli. Quella sul Ponte sullo Stretto, per questo governo, è una decisione tutta politica (i tecnici, infatti, si sono ripetutamente e abbondantemente espressi a favore). E sulla possibilità di garantire un collegamento stabile e veloce tra Sicilia e il resto della Penisola, il Partito democratico ha abdicato all’ideologia del Movimento 5 Stelle, da sempre contrario alle grandi opere e allo sviluppo. Così, ancora per anni, il Sud del Paese resterà isolato, marginale, e con lo stop alle infrastrutture chiave saranno compromesse anche residue opportunità di crescita e rilancio per le Regioni del Mezzogiorno. Il governo Conte si sta assumendo una gravissima responsabilità”.

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