Magistrati in sciopero contro la riforma della Giustizia

Magistrati in sciopero contro la riforma della Giustizia

Magistrati in sciopero contro la riforma della Giustizia

Da Trieste a Palermo, con coccarda tricolore in bella vista sulla toga e Costituzione in mano, i magistrati hanno incrociato le braccia contro la riforma della giustizia che prevede la separazione delle carriere tra pubblici ministeri e giudici. Lo sciopero, che ha registrato un’adesione tra il 75% e l’80%, non è stato organizzato "contro qualcuno, ma in difesa di una serie di princìpi della Costituzione nei quali crediamo fermamente", ha dichiarato il presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati (Anm), Cesare Parodi, intervenendo alla mobilitazione delle toghe davanti alla Corte di Cassazione a Roma. "È la prima manifestazione importante di un movimento di pensiero con cui vogliamo farci conoscere dai cittadini in modo diverso da come siamo stati finora rappresentati", ha aggiunto.

Il governo e il dialogo con i magistrati

Mentre i magistrati scioperavano in tutta Italia, a Palazzo Chigi la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha incontrato i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani, il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi, il ministro della Giustizia Carlo Nordio e il sottosegretario Alfredo Mantovano. Al termine del vertice, fonti dell’esecutivo hanno confermato "la disponibilità a un confronto costruttivo, con particolare attenzione al dialogo con l’Anm". Un incontro tra governo e magistrati è già fissato per il 5 marzo, prima con l’Unione delle Camere Penali e poi con l’Anm. La riforma della giustizia, hanno precisato dalla maggioranza, "non è stata concepita contro i magistrati, ma nell’interesse dei cittadini".

Le critiche alla protesta

Lo sciopero ha suscitato critiche da parte di esponenti della maggioranza. Enrico Costa, deputato di Forza Italia, ha dichiarato: "Pm e giudici che manifestano insieme sono il miglior spot per la separazione delle carriere. È lo sciopero delle correnti. Dicono di voler difendere la Costituzione, ma in realtà temono di perdere tre mega privilegi: gli avanzamenti di carriera automatici, le promozioni discrezionali e l’assenza di sanzioni per chi commette errori".

Dello stesso avviso Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di Forza Italia, che ha definito la protesta "uno sciopero dal sapore eversivo" e ha ribadito la volontà del governo di procedere con la riforma: "Vogliamo la certezza della pena, una giustizia rapida e la fine dell’uso politico della giustizia. Non ci faremo fermare".

Le reazioni dell’opposizione

Sul fronte opposto, la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha difeso la posizione dei magistrati e criticato la riforma, definendola "sbagliata" e finalizzata al "sogno malcelato della destra: giudici assoggettati alla politica". Anche Devis Dori, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra nella commissione Giustizia della Camera, ha attaccato l’esecutivo: "La destra al governo pensa di poter stravolgere la Costituzione, calpestare i suoi princìpi e agire con ostilità ideologica contro l’indipendenza dei magistrati. Noi di Avs siamo con i magistrati a tutela della Costituzione democratica".

(askanews)

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