ROMA - Resta ancora in alto mare la legge sulle Zone franche montane della Sicilia. Il testo è all’esame della commissione Finanze e Tesoro del Senato e dovrà essere approvata dal Parlamento nazionale per potere diventare operativa.
Si tratta di una legge voto che istituisce delle agevolazioni fiscali per i comuni montani, prevedendo esoneri finanziari per i comuni con meno di 15 mila abitanti e a 500 metri sul livello del mare che abbiano patito lo spopolamento. All’interno del testo vi sono una riduzione dell’Imu per le nuove attività nei locali sfitti, esonero da contributi a scalare per le imprese, l’Iva agevolata, le agevolazioni per le startup.
Si tratta di una legge fortemente voluta dai 132 comuni interessati e che è stata approvata dall’Assemblea regionale siciliana lo scorso 17 dicembre. Trattandosi di legge voto, deve passare dall’approvazione di Roma e nel frattempo il testo si trova nella commissione di merito per le dovute audizioni.
Fra quelle in programma vi è anche quella del Governo regionale, nella persona del vicepresidente e assessore regionale all’Economia Gaetano Armao che verrà ascoltato il prossimo primo ottobre. I rappresentanti del Comitato promotore per l’Istituzione delle Zone franche montane in Sicilia hanno criticato l’assenza nelle due precedenti convocazioni di Armao a causa di impegni istituzionali già fissati in precedenza.
Sulla vicenda Armao, raggiunto al telefono, ha dichiarato che non esiste alcuna polemica e che non intende replicare alle critiche proprio perché il primo ottobre sarà presente in commissione al Senato per relazionare sulla legge in questione.
A fine luglio erano stati convocati in audizione a Palazzo Madama anche i rappresentanti del Comitato. Ai senatori della VI Commissione Finanze e Tesoro, presieduta da Alberto Bagnai, Lapunzina e Compagnino hanno illustrato la condizione di disagio che vivono la aree interne dell’isola, e i benefici che le Zfm porteranno alle stesse, esortando l’istituzione parlamentare a determinarsi positivamente nel più breve tempo possibile, in ordine all’istruttoria del Disegno di Legge n.1708.
“Nel corso delle audizioni previste, auspichiamo si faccia maggior chiarezza sui rapporti finanziari tra lo Stato e la Regione – hanno detto Lapunzina e Compagnino - visto che la copertura finanziaria è identificata nella definizione di tali rapporti, al palo da tempi incomprensibilmente lunghi”.
Il governo regionale - continua il Comitato - rispetto a questo strumento che rappresenta la prima Legge di prospettiva della storia dell’Ars, dovrà esperire tutti gli atti conseguenziali alla decisione dell’Ars, tra cui quanto contemplato all’articolo 2 della Legge - ovvero l’individuazione dei territori beneficiari che andava fatta entro luglio di quest’anno.
L’Ars il 17 dicembre 2019 è stata chiara ed ha disposto anche le prime risorse, 300 milioni di euro l’anno, per lo start up della Legge. Auspichiamo che il governo sia conseguenziale e soprattutto leale con gli operatori economici che con grandi stenti continuano a investire a quelle latitudini. Hanno la possibilità di farlo inserendo nel Defr, fin da subito, le Zfm al fine di prevederne le specifiche ricadute sul piano macro-economico”.
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