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Imprese siciliane sul lastrico: ecco quanto costano i rincari sull’energia

Imprese siciliane sul lastrico: ecco quanto costano i rincari sull’energia

Imprese siciliane sul lastrico: ecco quanto costano i rincari sull’energia

Il caro energia sta dando il colpo di grazia a molte imprese siciliane. Se nel 2019, prima della pandemia e della guerra in Ucraina, che ormai da febbraio continua a mietere vittime sul campo di battaglia, il costo in energia per le imprese è stato di 2 miliardi di euro, nel 2022 la stima sale addirittura a 6 miliardi e mezzo di euro.

Si tratta di una spesa sostanzialmente triplicata, che porterà le aziende siciliane a dover sborsare, in un solo anno, oltre 4 miliardi e mezzo di euro in più rispetto ad appena 3 anni fa. Un cambiamento netto, per nulla graduale, che non sarà assorbito con facilità da molte imprese che già da tempo arrancano nel tentativo di sopravvivere alla crisi.

Aumento spese, Sicilia all’ottavo posto in Italia

La Sicilia si trova a metà strada tra le regioni italiane, posizionandosi all’ottavo posto in termini di aumento delle spese. Peggio dell’Isola, la Lombardia, l’Emilia Romagna, il Veneto, oltre che il Piemonte, la Toscana, il Lazio e la Puglia.

In generale, comunque, l’intera penisola sta soffrendo in maniera abbastanza omogenea della crisi energetica e dello smisurato aumento dei prezzi che ha investito famiglie e imprese. A livello nazionale, il costo aggiuntivo che le imprese italiane subiranno quest’anno a causa dei rincari di energia elettrica e gas sarà di circa 106 miliardi di euro.

La stima è stata calcolata dall’Ufficio studi Cgia di Mestre che è giunto a questo risultato ipotizzando, per l’anno in corso, gli stessi consumi registrati nell’anno pre-pandemia, applicando però per l’intero 2022 le tariffe medie di luce e gas sostenute in questi ultimi sei mesi.

Taglio forniture gas, prezzo destinato a salire

Purtroppo, i 106 miliardi di extra costo, tuttavia, potrebbero essere addirittura sottostimati; se dal prossimo autunno la Russia dovesse chiudere ulteriormente le forniture di gas verso l’Europa, è probabile che il prezzo di questa materia prima subirà un’impennata che spingerà il costo medio dell’ultima parte dell’anno ad un livello molto superiore a quello registrato nei primi sei mesi del 2022.

Il Governo Draghi ha introdotto delle misure di mitigazione, smorzando in parte l’impennata dei costi energetici. I soldi messi a disposizione nel biennio 2021-22, infatti, ammontano, includendo anche il Decreto Aiuti, a 22,2 miliardi di euro (di cui 16,6 nel 2022). Di questi, 3,2 hanno ristorato le famiglie, 7,5 le imprese e 11,5 entrambe le categorie.

Il confronto tra 2019 e 2022 è impietoso: se nel 2019 il costo medio dell’energia elettrica ammontava a 52 euro per MWh, nei primi sei mesi del 2022, invece, si è attestato a 250 euro (+378%). Per il gas, viceversa, se tre anni fa il costo medio era di quasi 16 euro per MWh, nel primi sei mesi del 2022 il prezzo ha sfiorato i 100 euro (+538%). Se ci si concentra sugli ultimi 12 mesi, poi, si vede come gli incrementi di prezzo per le imprese sono stati spaventosi.

Quello dell’energia elettrica è aumentato del 220%; infatti, se a giugno 2021 la media mensile del prezzo unico nazionale era pari a 84,8 euro per MWh, lo scorso giugno è salito a 271,3 euro. Il prezzo del gas, invece, sempre nell’ultimo anno è cresciuto addirittura del 274 per cento; se nel giugno dell’anno scorso di attestava sui 28,1 euro al MWh, 12 mesi dopo si è attestato a 105,2 euro, anche se a marzo di quest’anno aveva toccato la punta massima di 128,3 euro.

“Necessario introdurre tetto a prezzo gas in Europa”

“Dopo le dimissioni del premier – scrivono dall’Ufficio Studi della Cgia – e lo scioglimento delle Camere si andrà al voto il prossimo 25 settembre. Sino a che resterà Draghi a capo del Governo, ancorché chiamato a occuparsi degli affari correnti, deve continuare a chiedere a Bruxelles l’introduzione di un tetto al prezzo del gas a livello europeo“.

“Questa rimane l’unica soluzione per calmierare i costi a famiglie e imprese, raffreddando una delle voci che sta alimentando l’impennata dell’inflazione che, sembra, non sia destinata a fermarsi”.

redazione

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