
La terza ondata travolge la Sicilia, ha i dati peggiori d’Italia
di Luigi Ansaloni -
Nell'ultima settimana la Sicilia è nettamente la regione peggiore per quanto riguarda il tasso di crescita dei casi da coronavirus.
Un dato allarmante, visto che l'Isola è passata da da 8.253 a 12.041 casi (+46%). Per far capire l'allarme, la Calabria, seconda in questa poco lusinghiera classifica, è salita da 1.919 a 2.465 (+28,4%), dunque staccatissima dalla Sicilia.
La Sardegna da 1.853 a 2.166 (+16,8%), il Friuli da 3.923 a 4.575 (+16,6%), la Lombardia da 13.900 a 16.121 (+16%).
La Campania va da 6.664 a 7.601 (+14%), le Marche da 3.451 a 3.860 (+11,8%), la Puglia da 7.532 a 8.131 (+8%).
Secondo l'ultimo monitoraggio della cabina di regia - riportato oggi da Speranza nelle comunicazioni alla Camera - 12 regioni e province autonome sono ad alto rischio, 8 sono a rischio moderato di cui 2 in progressione a rischio alto e una sola regione è a rischio basso.
Tra quelle ad alto rischio, ovviamente, c'è la Sicilia. Arriveranno venerdi - secondo quanto si apprende - le ordinanze con le nuove classificazioni delle regioni per fasce di rischio.
VERSO LA ZONA ROSSA?
Attualmente la Sicilia è in zona arancione ma rischia il rosso, visto che si parla di passaggio per questo tipo di restrizioni per le regioni che denuncino 250 nuovi casi a settimana ogni 100mila abitanti.
E l'Isola già sfiora questo dato e l'epidemia, come detto, è in peggioramento.
Questo è il nuovo criterio che si pensa di inserire nel dpcm che entrerà in vigore dal 15 gennaio. Un criterio rilevante che fa il paio con l’abbassamento delle soglie.
In zona rossa si finirebbe immediatamente con un indice Rt di 1,25 mentre in zona arancione con un rt di 1. Sotto uno si starebbe in zona gialla e sotto 0.5 in zona bianca ovvero tutto aperto.
I DUBBI DELLA POLITICA
Fatto curioso è che tutti invocano la zona rossa, ma in soldoni nessuno, in realtà, ha davvero il coraggio (perchè di questo si tratta) di mettere in atto il provvedimento.
La Sicilia ha dieci zone rosse (tra cui un capoluogo di provincia come Messina), ma una cosa è chiudere delle città (la maggior parte piccole e per di più isolate), un'altra è chiudere una Regione.
Lo stesso Leoluca Orlando, pur con una Palermo alle prese con dei dati disastrosi e con ospedali quasi al collasso, non si è azzardato a mettere in campo misure più restrittive.
Il Cts regionale aveva già consigliato settimana scorsa alla Regione la zona rossa, ma il presidente Musumeci e l'assessore alla Salute Razza hanno accettato la zona arancione da Roma.
Ed è proprio dal Governo centrale che si spera arrivi la decisione di "chiudere" la Regione, in modo tale da evitare delle possibili proteste in strada e di mantenere sotto controllo l'ordine sociale.
Che è una cosa, tra virgolette, temuta e non poco anche da Conte, specie al Sud.
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