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Cancro al seno, ottobre “rosa”: dalla prevenzione al post-malattia

Cancro al seno, ottobre “rosa”: dalla prevenzione al post-malattia

Cancro al seno, ottobre “rosa”: dalla prevenzione al post-malattia

Ottobre è il mese della prevenzione del cancro al seno. L’obiettivo di chi lavora ogni giorno contro questo “mostro” è chiaro e ambizioso: avere un mondo senza cancro. I dati, purtroppo, dicono che questo risultato è ancora abbastanza lontano, soprattutto per i tumori alla mammella: con circa 55.000 nuovi casi nel 2020 (dati LILT) e con un trend in crescita, infatti, il cancro al seno rimane tra i più comuni e frequenti.

Nonostante ciò, la ricerca e i volontari (in ambito medico e non) sono sempre attivi per eradicare questa malattia estremamente dolorosa, sia sul piano fisico che su quello emotivo.

A discutere di prevenzione e cancro al seno, in un’intervista per QdS.it, è la dottoressa Vanessa La Spina, Amministratrice della società “Laboratorio Analisi San Vito S.r.l.” (Corso San Vito, 46, Mascalucia) e referente LILT per la Delegazione di Mascalucia. La nuova Delegazione del paese pedemontano della provincia di Catania si è recentemente aggiunta a quella del vicino Comune di Belpasso, incrementando le attività LILT nella zona etnea e contribuendo a una campagna attiva sul piano locale e nazionale.

Cancro al seno: sintomi e diagnosi

Conoscere una malattia è fondamentale per poterla individuare già dai primi sintomi. Quando
bisogna iniziare ad avere dubbi? Quali sono i sintomi principali?

Già con l’autopalpazione si possono sentire masse anomale e non preesistenti o delle disarmonie
all’interno della mammella. Quando ci sono asimmetrie particolarmente evidenti (le piccole asimmetrie, nel caso delle mammelle, sono perfettamente regolari) o rigonfiamenti duri o si manifestano dolori e/o fitte al di sotto della zona ascellare (dove terminano i linfonodi) o al retro-spalla interno, sarebbe già necessario procedere ai primi accertamenti”, spiega la dottoressa La Spina.

L’autopalpazione è molto importante per riuscire a scoprire un tumore nelle sue fasi iniziali.
Come consigliato nei materiali informativi LILT, è opportuno palpare entrambe le mammelle in senso rotatorio e verificare, con una leggera spremitura del capezzolo, se siano presenti secrezioni. Guardarsi allo specchio e prestare attenzione a eventuali irregolarità cutanee è altrettanto fondamentale.

Esistono poi esami diagnostici specifici, come la visita senologica, la mammografia, l’ecografia mammaria, la tomosintesi mammaria (mammografia tridimensionale ad alta definizione) e altri esami per il dosaggio dei marker tumorali nel sangue (CEA e Ca15-3 in particolare).

Tumore e prevenzione

“Prevenire è meglio che curare”, si dice. Nel caso dei tumori, la prevenzione gioca un ruolo
fondamentale: per il presidente nazionale LILT, il Professore Francesco Schittulli, è perfino “l’arma vincente contro la pandemia cancro”.

La prevenzione non ha età ed è importante iniziare a conoscere il proprio corpo e il suo funzionamento sin dalla giovane età. “Intorno ai 45 anni occorre iniziare la prevenzione con mammografia ed ecografia. Per le giovani in genere non si consigliano gli esami di diagnostica, ma è fondamentale l’educazione alla palpazione (cioè al cosiddetto auto-esame), anche se a volte non è sufficiente”, spiega la referente LILT di Mascalucia.

Anche a Mascalucia la LILT ha proposto delle giornate di informazione e prevenzione (la
prossima sarà lunedì 18 ottobre), con visite gratuite su prenotazione: “Ci siamo riusciti con orgoglio, anche grazie alla collaborazione di due senologi”, spiega l’amministratrice del “Laboratorio San Vito”.

LILT e la lotta contro il cancro al seno

La prevenzione è un’arma incredibile, che spesso può perfino salvare la vita. Tuttavia, la
lotta contro il cancro non è fatta solo di prevenzione e medici e volontari LILT svolgono numerose attività per il sostegno, materiale ed emotivo, del paziente nelle varie fasi della malattia.

Oltre alla prevenzione per la zona interessata, la LILT offre un percorso di accompagnamento del paziente durante la malattia e anche dopo - spiega la dottoressa La Spina -. La LILT fa molta prevenzione ma c’è tanto altro: la donna va accompagnata nel percorso di malattia. Tra i volontari c’è chi accompagna le donne alle sedute di chemio, chi offre corsi di yoga o altre attività ricreative. Abbiamo anche corsi di cucina per l’alimentazione durante la cura (un elemento molto sottovalutato)”, aggiunge.

Non c’è solo la malattia. Il cancro al seno non finisce quando i medici pronunciano la parola “guarita”. Ci sono ferite, fisiche ed emotive, che si portano dietro per tanto tempo: “Dopo la cura bisogna superare la malattia, riadattarsi a se stessi. A volte una donna si ritrova senza capelli, con il seno distrutto o con una o entrambe le mammelle mancanti. Bisogna trovare un nuovo equilibrio psicofisico e un modo per stare meglio con se stessi dopo una simile esperienza”, afferma la dottoressa La Spina.

Oltre la malattia, l’impatto psicologico e il “tabù” della chirurgiaChe ci sia tanto da fare sul fronte della ricerca è ovvio, ma ci sono anche tanti “tabù” da contrastare. È l’idea della dottoressa La Spina che, seppur non specializzata in biologia, grazie alla sua attività è riuscita a sviluppare un’idea sulla sofferenza provocata dalla malattia e sui preconcetti ancora diffusi su certi strumenti medici, come la chirurgia plastica.

“Ho visto tanta sofferenza, tanto disagio. Il seno è l’organo dove il problema del tumore si rende più manifesto. Anche nella fase di assorbimento della chemio, per esempio, il seno si inaridisce. Psicologicamente è un impatto visibile e per la donna è un dramma affrontare la malattia. La ricostruzione attraverso la chirurgia plastica, inoltre, è vissuta ancora come un tabù o una ‘frivolezza’, anche se non lo è”, spiega la referente LILT per il territorio di Mascalucia.

“Questo è un grande problema. I percorsi di patologie, soprattutto al Sud, sono spesso molto problematici e delicati per il senso di ‘vergogna’ e disadattamento provato dalle pazienti”.

Ottobre “rosa” a Mascalucia

Da imprenditrice e donna per natura empatica, la dottoressa La Spina ha sentito il “bisogno” di sposare la causa della LILT. Tuttavia, vorrebbe che la sua attività non si fermasse a questo: “La figura della donna va ‘rinfrancata’, soprattutto al Sud. Oggi la salute psico-fisica della donna deve diventare centrale. Nel mio territorio mi sento un simbolo di una donna indipendente e dinamica e vorrei farmi promotrice di tante attività per le donne, per rivalutarle a 360 gradi”.

L’idea alla base di questo “progetto” è quella di una donna che stia bene con se stessa e con gli altri, nella relazione con il proprio corpo, con il lavoro, nei rapporti interpersonali, nella politica e negli affari. Grazie alla sua attività nel laboratorio d’analisi, la dottoressa La Spina ha conosciuto tante persone e ha scelto di diventare referente LILT per diffondere un messaggio importante, di rinascita e di fiducia nel benessere e nella cura di sé.

“Ho il laboratorio d’analisi da quasi 20 anni e nel tempo ho visto e conosciuto tante persone. Il laboratorio d’analisi è il primo ‘front office’ della sofferenza del singolo. Circa due anni fa mi sono avvicinata alla LILT e la dottoressa Scalisi, che ringrazio sinceramente, mi ha proposto di occuparmi della Delegazione di Mascalucia. Ho un’attività che testimonia il dolore della malattia, ma anche la capacità di rinascere e di credere nella cura: per questo ho sentito che era giusto accettare”.

Oltre alla dottoressa Aurora Scalisi, Presidente della LILT di Catania, e ai volontari LILT, la dottoressa La Spina ha voluto ringraziare anche il sindaco di Mascalucia, Vincenzo Magra, che ha aderito alla campagna per la prevenzione del cancro al seno: “Ringrazio non solo Aurora Scalisi per avermi affidato un compito così importante, ma anche il sindaco Vincenzo Magra per aver contribuito alla campagna LILT ‘tingendo di rosa’ il Municipio e appendendo locandine nei locali del Comune”.

Di fronte a un mondo che ha ancora molto da imparare sulla lotta al cancro al seno e tanti pregiudizi da sconfiggere, quello dell’amministrazione di Mascalucia è stato un gesto apprezzato: “È un simbolo importante. C’è spesso una sorta di ‘omertà’ sulla malattia, che deve essere sconfitta. Il Comune di Mascalucia ha aderito fortemente alla campagna e al progetto della LILT e questa è una scelta importante”, ha concluso la dottoressa La Spina, sperando che il suo messaggio a favore di chi lotta e di chi ricerca il proprio benessere psicofisico arrivi alla popolazione.

Marianna Strano ( Quotidiano di Sicilia)

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