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Coronavirus, in Sicilia meno della metà delle mammografie

Coronavirus, in Sicilia meno della metà delle mammografie

Coronavirus, in Sicilia meno della metà delle mammografie

La Sicilia non può vantare performance soddisfacenti né sulle coperture vaccinali; né sull’adesione agli screening oncologici benché tali carenze accomunino varie aree del nostro Paese. Sono questi solo alcuni dei punti messi a fuoco nell’VIII edizione dell’Osservatorio civico sul federalismo in sanità, presentato lo scorso 7 dicembre da Cittadinanzattiva - Tribunale per i diritti del malato.

La Corte di Conti, a giugno scorso, ha pubblicato all’interno dell’ultimo rapporto sul Coordinamento della finanza pubblica, gli esiti della sperimentazione del modello del Nuovo Sistema di Garanzia dei Lea, approvato lo scorso dicembre in Conferenza Stato-Regioni e in vigore dal 2020. Dalla rilevazione con la nuova Griglia, su dati 2017, sono 11 le Regioni che risultano adempienti sui tre livelli di analisi (ospedaliera, distrettuale e prevenzione). La Sicilia non raggiunge il punteggio minimo in un’area, la prevenzione, a causa dell’insufficiente copertura dei vaccini e di un livello degli screening al di sotto della soglia critica.

Riguardo le coperture per il vaccino contro morbillo, parotite e rosolia (MPR) nel rapporto 2019 raggiungono la soglia stabilita del 95% Emilia Romagna, Toscana e Veneto (che registra la migliore percentuale, pari al 96,4%). Molto indietro la provincia autonoma di Bolzano che arriva appena al 70,8%. La Sicilia raggiunge una percentuale non soddisfacente del 90,9 per cento sia in questo caso che nella copertura del vaccino esavalente.
Salta all’occhio una nota riguardante sempre le vaccinazioni, al paragrafo dal titolo “Le sospensioni vaccinazioni in tempi di Covid 19 - una ricognizione civica”: “(…) Alcune regioni, prevalentemente del centro sud, avendo avuto nella prima ondata un impatto meno forte del coronavirus hanno mantenuto i servizi attivi o meno limitati”. Alcune regioni, invece, hanno completamente chiuso a data da destinarsi i servizi vaccinali o in parte, come nel caso della Sicilia che, nonostante i pochi contagi, ha chiuso completamente i servizi a Messina e a Palermo ha garantito solo le prime dosi delle vaccinazioni obbligatorie. Mentre la Lombardia, nonostante il forte impatto del virus, ha riaperto regolarmente tutte le vaccinazioni già a partire dal 14 aprile.

Rispetto, invece, alla vaccinazione antinfluenzale 2019-2020 la Sicilia risulta al di sopra della media nazionale (rispettivamente: 16,8 % e 54,6 %) sia riguardo al dato della popolazione generale (18,1 per cento) che riguardo alla popolazione anziana (59,4).

Mentre sulle coperture del vaccino HPV la Sicilia è annoverata tra le peggiori. I punteggi migliori si registrano in Umbria (80,5%) e Emilia Romagna (76,5%), i peggiori si annoverano nella provincia autonoma di Bolzano (37,3%), Abruzzo (45,6%), Sicilia (46,1 per cento vaccinate con almeno una dose; 24,76 per cento vaccinate a ciclo completo, al 31/12/2018 - solo femmine) e Sardegna (48,1%). Dunque, per la Sicilia, un’adesione non soddisfacente nonostante sia fra le regioni che offre il vaccino gratuitamente anche alle ragazze 25enni (gratuità a vita per recupero degli adolescenti di ambo i sessi non vaccinati al momento dell’invito per i 12enni) e tra quelle che concedono gratis la copertura vaccinale alle donne con lesioni precancerose da HPV con l’intento di evitare che si ripresentino.

Per quanto riguarda l’adesione agli screening oncologici organizzati (su dati 2018) - fermo restando che il valore considerato normale, ossia che definisce una regione adempiente rispetto ai Lea, è 9, lo score che indica uno scostamento minimo è quello compreso tra 7 e 8, il punteggio 5-6 risulta rilevante, quello non accettabile è quello compreso tra 0 e 4 - emerge che le Regioni che non raggiungono lo score ritenuto sufficiente siano: Calabria (2), Puglia (4), Campania e Sicilia (3).

Il rapporto ha rilevato anche l’indagine dell’Osservatorio nazionale screening sul ritardo accumulato a causa del lockdown. Basti un esempio: in Sicilia nell’ambito degli screening mammografici, nel confronto fra i primi cinque mesi del 2020 (fino al 31 maggio) e lo stesso periodo del 2019, sono stati eseguiti il 55,7 per cento di esami in meno.

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