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Coronavirus, Sicilia, i contagi vanno giù, la paura cresce

Coronavirus, Sicilia, i contagi vanno giù, la paura cresce

Coronavirus, Sicilia, i contagi vanno giù, la paura cresce

Mentre continua a scendere la curva dei contagi, in Sicilia cresce invece la paura per la cosiddetta variante Gb del coronavirus che potrebbe diffondersi anche nell'Isola. A suscitare apprensione sono in particolare i tre casi positivi (altri due sono dubbi) registrati tra i 134 passeggeri e i sei componenti dell'equipaggio del volo Ryanair da Londra atterrato due giorni fa a Palermo. I test antigenici rapidi effettuati subito dopo lo sbarco dai medici dell'Asp di Palermo e dell'Usmaf avevano dato esito negativo, ma i successivi controlli con i tamponi molecolari avevano invece riscontrato la presenza di tre contagiati tra i passeggeri provenienti dalla Gran Bretagna. Per accertare se si tratti della variante Gb bisognerà attendere ulteriori esami diagnostici, intanto passeggeri ed equipaggio sono in isolamento fiduciario e le autorità sanitarie hanno acquisito l'elenco dei nomi per monitorare l'andamento della quarantena che durerà due settimane. Il Commissario per l'emergenza coronavirus a Palermo Renato Costa ha sottolineato "l'efficacia dei doppi controlli subito messa in atto dalla nostra organizzazione sanitaria in aeroporto, che ci ha consentito in poche ore di individuare con il tampone molecolare, tre positivi e due dubbi". "Oltre al volo proveniente da Londra - ha aggiunto Costa - , il lavoro è stato incessante, per fornire, in Sicilia, un quadro chiaro su tutti i passeggeri in arrivo". I controlli stanno andando avanti in tutti i porti e gli aeroporti della Sicilia e nei drive in allestiti in diverse città, per monitorare i rientri nell'isola in vista delle festività natalizie. Positivi nell'aeroporto di Catania Altri otto positivi, su novemila tamponi effettuati nel fine settimana, sono stati rilevati per esempio nello scalo internazionale Fontanarossa di Catania. Intanto sono stati 669 i nuovi casi registrati nel bollettino di ieri in Sicilia su 6.216 tamponi eseguiti (ieri erano 792). Un numero quasi analogo a quello dei guariti (623) mentre i decessi sono stati 26, con un totale a 2.181. E' tornato invece a salire il numero dei ricoveri: 1.267 pazienti covid, 13 in più rispetto a giorno prima, 181 dei quali in terapia intensiva. Salgono a 27 i positivi in ospedale Palermo Intanto sono stati registrati altri due positivi, raggiungendo un totale di 27, nell'ospedale Ingrassia di Palermo, dove è stata contagiata anche una ginecologa. Il direttore, pochi giorni fa, aveva invitato a rafforzare i controlli eseguendo i tamponi su sanitari e pazienti ogni 48 ore. Avviato il tracciamento per ricostruire gli ultimi contatti dei due lavoratori. I primi 17 casi erano stati accertati giovedì scorso, come poi confermato dall'Asp, e ruotavano attorno al reparto di Geriatria. A infettarsi erano stati undici tra infermieri, operatori, medici e sei pazienti, uno dei quali sarebbe stato trasferito a Partinico per l'aggravamento delle sue condizioni. A causa del focolaio è stato disposto un blocco temporaneo dei ricoveri nei reparti interessati, ovvero quelli di Cardiologia, Chirurgia e Ortopedia. "Dall'analisi fatta dalla direzione sanitaria del presidio insieme al rischio clinico - hanno però precisato dall'Asp - non ci sarebbe alcuna correlazione tra i positivi della Geriatria con quelli delle altre strutture". Milena zona rossa fino al quattro gennaio E, come il Qds.it aveva anticipato ieri, il Comune di Milena, in provincia di Caltanissetta, da domani sarà "zona rossa", come prevede un'ordinanza del presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci. Le misure restrittive resteranno in vigore fino al quattro gennaio. Previsto il divieto di accesso e di allontanamento dal territorio comunale, con mezzi pubblici o privati, fatta eccezione per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute. Disposto il divieto di circolare, a piedi o con qualsiasi mezzo pubblico o privato, a eccezione di comprovate esigenze di lavoro, per l'acquisto di generi alimentari e beni di prima necessità, per ragioni di natura sanitaria, per stato di necessità imprevisto e non rinviabile. Sospese tutte le attività: didattiche e scolastiche, di ogni ordine e grado; degli uffici pubblici (fatta salva l'erogazione dei servizi essenziali e di pubblica utilità); commerciali al dettaglio, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità. Rimangono aperte le edicole, i tabaccai, le farmacie e le parafarmacie secondo gli ordinari orari di lavoro. Consentita sempre la vendita, con consegna a domicilio, dei prodotti alimentari e dei combustibili per uso domestico e per riscaldamento.

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