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Covid, la maggior parte dei ricoverati in terapia intensiva non è vaccinata

Covid, la maggior parte dei ricoverati in terapia intensiva non è vaccinata

Covid, la maggior parte dei ricoverati in terapia intensiva non è vaccinata

La maggior parte dei ricoverati in terapia intensiva sono pazienti non vaccinati. Nel caso ci fosse ancora un dubbio, è l'Ema a fugarlo e ad approfittarne per ribadire la necessità di immunizzare una porzione più ampia possibile di popolazione.

"Vorremmo reiterare la necessità di fare il vaccino e, per chi è idoneo, a fare il richiamo" perché "è vitale continuare la compagna di vaccinazione, specialmente nei Paesi con un basso indice di vaccinazione" ha dichiarato Marco Cavaleri, capo della strategia vaccinale dell'Agenzia europea dei medicinali. "Ci sono casi eccessivi di Covid-19 in particolare nelle persone non vaccinate. Molti paesi dell'Ue hanno grandi fette della popolazione non vaccinate, e queste hanno maggiori probabilità di andare in ospedale e soffrire di malattie gravi. Dovremmo colmare il divario tra vaccinati e non vaccinati".

Compatibilità tra vaccini

"Incoraggiamo tutti coloro a cui viene offerto un vaccino antinfluenzale a farsi vaccinare e a proteggere se stessi e la propria famiglia, amici e colleghi. I dati mostrano che i vaccini antinfluenzale possono essere co-somministrati con i vaccini Covid", ha detto ancora il capo della strategia vaccinale.

Protezione

"Addentrandoci nella stagione invernali i casi di contagi e ricoveri per Covid-19 sono in rialzo in quasi tutti gli Stati membri" dell'Ue, ha aggiunto "Avremo altri dati che corroboranno il fatto che prima o poi la terza dose dovrà essere data a maggioranza della popolazione per ripristinare la protezione iniziale del vaccino. La protezione del vaccino contro il Covid cala con il tempo, in particolare nel prevenire il contagio e la malattia lieve, ma resta contro le malattie gravi. Non viene azzerata".

"Non abbiamo dati per indicare che vaccini possano scatenare esacerbazioni nelle persone con malattie croniche" e "la mole di dati a disposizione è piuttosto ampia" dato che "solo nell'Ue sono stati somministrati 550 milioni di vaccini" ha detto Georgy Genov, capo della farmacovigilanza dell'Agenzia. Inoltre, ha aggiunto, le persone affette da malattie croniche "rischiano serie conseguenze" in presenza di un'infezione, di qui l'appello dell'esperto a sottoporsi al vaccino. (AGI).

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