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Il cuore non può aspettare, il Covid non deve fermare la prevenzione

Il cuore non può aspettare, il Covid non deve fermare la prevenzione

Il cuore non può aspettare, il Covid non deve fermare la prevenzione

ROMA - Più di 20 milioni di persone in tutto il mondo soffrono di scompenso cardiaco, ed entro il 2030 si prevede che questa cifra salirà di oltre il 25%. E in Europa le diagnosi si attestano a 400 casi per ogni ora, o a 7 casi ogni 60 secondi. Solo nel nostro Paese, questa patologia riguarda l’1,7% della popolazione, circa 1 milione di persone, e fa registrare 190.000 ospedalizzazioni. Numeri che ‘fotografano’ la rilevanza della patologia al centro della campagna ‘Il cuore non può aspettare”, promossa da Novartis per informare sull’importanza della prevenzione e della continuità terapeutica partita in occasione della Giornata mondiale del cuore.

“Lo scompenso cardiaco progredisce silenziosamente, anche in assenza di sintomi evidenti, esponendo il paziente ad un elevato rischio. Nel corso della vita una persona su cinque è a rischio di sviluppare la patologia che, attualmente, è la causa più comune di ricoveri in ospedale imprevisti per le persone sopra i 65 anni, nonché il principale motivo di riammissioni non pianificate”, ha detto Ciro Indolfi, direttore dell’unità opertiva di Cardiologia-Emodinamica-Utic dell’Università Magna Graecia di Catanzaro e presidente Sic intervenuto al webinar dedicato allo scompenso cardiaco e al lancio della campagna.

“Il cuore non può aspettare”, coinvolgerà i clinici, i medici di medicina generale e le farmacie. Per due settimane, la campagna sarà presente su tutto il territorio italiano attraverso la distribuzione di materiali informativi negli studi dei medici di famiglia, locandine informative in 60 ospedali e in 1.200 farmacie. L’iniziativa proseguirà, poi, per il mese di ottobre sulla pagina Facebook di ‘Ascolta il Tuo Battito’, il programma in cui l’iniziativa si inserisce. Il tema ‘Il cuore non può aspettare’ diventerà, inoltre, il soggetto di un cortometraggio d’autore che sarà realizzato attraverso una challenge tra alcune delle più prestigiose scuole di regia italiane. Per continuare a sensibilizzare su questa patologia è stato volutamente scelto il cinema che con il suo linguaggio empatico e universale consente di raggiungere tutti con questo importante messaggio.

“In un periodo come questo, caratterizzato dall’emergenza Covid, riteniamo sia importante richiamare l’attenzione sull’urgenza delle cure e la regolarità dei monitoraggi per pazienti fragili e che soffrono di patologie croniche come lo scompenso cardiaco - spiega Angela Bianchi, Head of Country Communications & Patient Advocacy Novartis Farma - Reimmaginare la medicina per noi significa andare oltre l’offerta di soluzioni terapeutiche innovative e supportare i pazienti anche attraverso una corretta informazione orientata alla prevenzione e a una migliore gestione della patologia”.

“In Italia - ha aggiunto Indolfi - con il lockdown, 3 milioni di visite cardiologiche non sono state fatte sui 18 milioni del totale previsto. Molti pazienti, quindi, sono stati poco seguiti e tanti hanno preferito rimanere a casa anche con situazioni che avrebbero indicato un ricovero. I pazienti con infarto che non sono stati curati durante l’emergenza, diventeranno in pazienti scompensati, Dobbiamo aspettarci, dunque, un aumento di casi di scompenso cardiaco per il futuro”.

Per Indolfi, quindi, “c’è il rischio che, alla fine dei conti, la sanità bloccata dal virus possa provocare danni maggiori del cononavirus stesso. La sanità - ha ricordato - è stata bloccata non solo, come era comprensibile, al Nord ma, sorprendentemente, anche nelle Regioni del Sud. Come abbiamo avuto modo di rilevare come Società italiana di cardiologia, durante il lockdown, in tutta Italia, si sono drasticamente ridotti i ricoveri per scompenso cardiaco, anomalie del ritmo cardiaco e disfunzione di pacemaker e defibrillatori. Un pericoloso ritardo che ha comportato, in generale per tutte le patologie cardio-vascolari, anche un aumento della mortalità”.

Una situazione confermata anche da Domenico Gabrielli, direttore dell’Unità operativa di cardiologia dell’ospedale di Fermo e presidente Anmco “noi clinici - ha spiegato - abbiamo registrato due problematiche differenti. La prima ha riguardato le attività di monitoraggio dei pazienti, programmate e non urgenti, saltate perché molti reparti sono stati chiusi. La seconda è stata relativa al calo fino al 50% degli accessi in pronto soccorso per tutti i pazienti con patologie cardio-vascolari che, proprio a causa del ritardo con il quale si sono presentati nelle strutture sanitarie, ha comportato un peggioramento netto delle loro condizioni. Per questo stimiamo, nei prossimi anni, un aumento dei casi di scompenso cardiaco legati ai danni da infarto nel periodo Covid. In condizioni di normalità, invece, arrivando in tempo, ciò non accade”.

“Come ci ricorda la Giornata mondiale del cuore - ha commentato il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri - il dato delle visite mancate è ancora più grave se pensiamo che le patologie cardiovascolari, insieme a quelle neoplastiche, hanno bisogno di un monitoraggio continuo. Moltissimi sono gli anziani che non si sono fatti curare per malattie cardiovascolari, e così molti per paura o per mancanza di accesso sono morti in casa per patologie pregresse cardiovascolari. La telemedicina in questo frangente è fondamentale. Trasmettendo il valore del pulsossimetro all’ospedale, l’accesso per i casi gravi sarebbe stato facilitato durante il periodo Covid. La telemedicina quindi deve aumentare anche l’aderenza terapeutica, oltre a ridurre le visite ambulatoriali e incrementare il volume dei servizi erogati. Il risparmio che tale attività porta può essere reinvestito nel potenziamento di altri servizi”.

La campagna è stata realizzata in collaborazione con Aisc, Associazione italiana scompensati cardiaci, e con il patrocinio di Sic, Società italiana di cardiologia, Fadoi, Federazione dei dirigenti ospedalieri internisti e di Simg, Società italiana di medicina generale e delle cure primarie.

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