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La storia di Salvo, trapiantato al Cannizzaro

La storia di Salvo, trapiantato al Cannizzaro

La storia di Salvo, trapiantato al Cannizzaro

Tante volte ringraziare serve più a chi lo fa che a chi riceve un "grazie". La riconoscenza è un sentimento forte, così forte da non dover restare confinato in un cuore o una mente. Avrà pensato questo, Salvatore Presbulgo che, nonostante il tempo passato all'interno dell'ospedale Cannizzaro di Catania per una grave patologia cardiaca, è voluto tornare nel nosocomio. Per dire grazie. A chi, donando il proprio cuore, gli ha permesso di continuare a vivere e a chi quel trapianto lo ha realizzato. Insieme a tutto lo staff della struttura ospedaliera.

E' commovente il racconto che arriva da Catania. Riportato dall'ufficio stampa del Cannizzaro. Una testimonianza di umanità che, nell'era dell'intelligenza artificiale, non è affatto scontata.

Il racconto

Non ha perso tempo e, appena gli è stato possibile dopo il trapianto di cuore e la riabilitazione, ha voluto innanzitutto ringraziare il personale dell’Ospedale Cannizzaro che lo ha avuto in cura salvandolo dalla grave malattia cardiaca. Così, il sig. Salvatore Presbulgo, 62enne di Valguarnera Caropepe (Enna), oggi si è recato nell’Ambulatorio Scompenso Cardiaco non per una visita o una terapia, ma per un commovente momento di umanità. Ed è stato ricambiato con una degna accoglienza: una torta. A forma di cuore, naturalmente.

L’hanno voluta per lui la dott.ssa Maria Catalano, responsabile dell’Ambulatorio, e le collaboratrici dott.ssa Mariella Russo, dott.ssa Marinella Paratore e dott.ssa Laura Salemi, che con la supervisione del direttore della UOC di Cardiologia dott Francesco Amico lo hanno seguito per due anni. Quelli più difficili nella travagliata malattia del paziente, affetto da grave insufficienza cardiaca di natura ischemica.

Il primo infarto e la prima angioplastica risalgono al 2008. Da allora, l’uomo ha subito numerose procedure di rivascolarizzazione percutanea e chirurgica con bypass aortocoronarico. Nel 2021 è stato preso in cura dall’Ambulatorio del Cannizzaro ed è entrato in lista per il trapianto di cuore. Ogni quattro settimane, per due anni, ha affrontato ricoveri di più giorni per l’applicazione di protocolli di infusione di farmaci “inotropi”, capaci cioè di sostenere farmacologicamente la contrattilità cardiaca, tenendo sotto stretto controllo parametri vitali fondamentali, con particolare attenzione alla funzionalità renale ed epatica. È stato seguito anche con un programma di telemonitoraggio a distanza con kit strumentale h24 e ha avuto accesso ai farmaci più innovativi.

«Si tratta di una patologia particolarmente complessa, in quanto spesso associata ad altre patologie, che pertanto richiede un approccio multidisciplinare: la terapia e i controlli assicurati dall’Ambulatorio Scompenso Cardiaco hanno permesso al paziente di mantenersi in salute, preservando la funzionalità del cuore e degli altri organi, in maniera tale da essere idoneo fino al sospirato trapianto», spiega il dott. Amico. «È stato fondamentale il clima di collaborazione e fiducia che si è instaurato – racconta la dott.ssa Catalano – e che ha dato anche a noi l’energia fisica e psichica per continuare a lottare, anche quando le condizioni del paziente, come diagnosticato da tempo, diventavano molto critiche. Ci ha sorrette la fede nella scienza medica, bene inestimabile, e la fiducia del paziente, uomo pieno di dignità e coraggio: insieme abbiamo superato la paura del domani che solo i suoi occhi manifestavano. Il cuore si è reso disponibile il giorno del mio compleanno: è stato un dono immenso che mi ha dato felicità e spronato ad andare avanti. Ringraziamo il Commissario Straordinario dott. Salvatore Giuffrida, il Direttore Sanitario dott.ssa Diana Cinà e il primario dott. Francesco Amico per averci supportato».

E un sentito ringraziamento arriva dal paziente: «Sono stato molto male e ho rischiato di morire, ma le cure che mi hanno prestato all’Ospedale Cannizzaro mi hanno salvato e il trapianto eseguito all’Ismett mi ha permesso di rinascere: voglio dire il mio grazie ai medici, agli infermieri e a tutti i sanitari per questa seconda vita», ha detto Presbulgo.

«Non possiamo che essere lusingati – afferma il Commissario Straordinario, Giuffrida – quando i pazienti si rivolgono ai professionisti che li hanno avuto in cura per ringraziarli. Ma è giusto sottolineare come questo brillante risultato sia il frutto non solo dell’ottimo lavoro dei professionisti dell’Azienda Cannizzaro, che ha permesso al paziente di mantenere condizioni di salute compatibili con il trapianto, ma anche della proficua collaborazione tra le realtà coinvolte nella rete trapiantologica, con il coordinamento dei Centri regionale e nazionale. È un’altra bella pagina della sanità siciliana».

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