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Trenta minuti di moto al giorno possono salvarci dai tumori

Trenta minuti di moto al giorno possono salvarci dai tumori

Trenta minuti di moto al giorno possono salvarci dai tumori

ROMA - Il divano è nemico della salute. In Italia ogni anno 1.000 decessi circa per tumore potrebbero essere evitati con 30 minuti di moto 5 volte a settimana. L’esercizio fisico regolare può ridurre del 7% circa la probabilità di ammalarsi di cancro. Con punte di -20% per il tumore del colon e -25% per l’endometrio. Lo sottolineano gli oncologi per la Giornata di Fondazione Aiom 2020 dedicata proprio ad attività fisica e neoplasie, ricordando che il movimento aiuta anche a tollerare meglio le terapie e a ridurre fino al 30% il rischio di recidive in chi si è già ammalato.

Visto quest’effetto ‘terapeutico’ l’incremento della popolazione fisicamente attiva è fra gli obiettivi della Fondazione Aiom, che durante la Giornata ‘Attività fisica e tumori’ ha presentato in diretta web (su www.fondazioneaiom.it) esperienze e progetti italiani ed europei mirati a far muovere di più cittadini e pazienti. Un obiettivo necessario, e possibile anche in tempi Covid.

La consapevolezza dell’importanza e dei vantaggi dell’esercizio fisico deve aumentare, nella popolazione e anche fra i medici - afferma Stefania Gori, presidente di Fondazione Aiom e direttore del Dipartimento oncologico Ircs Sacro Cuore Don Calabria, Negrar di Valpolicella - Soltanto 3 italiani su dieci hanno ricevuto dal medico o da un operatore sanitario il consiglio di praticare un’attività fisica, fra chi è sovrappeso la quota non raggiunge il 40% e in chi ha patologie croniche non si arriva al 45%. C’è quindi ancora da fare perché tutti capiscano quanti benefici sono possibili - rimarca - con l’esercizio regolare”.

Del resto, gli italiani si scoprono un popolo di pigri, e lo erano anche prima di Covid-19: il 34% non svolge attività fisica. Anche i pazienti con una diagnosi di tumore restano sedentari: fra gli ‘over 65’, il 40% dichiara di non svolgere alcun tipo di esercizio, con importanti di differenze Nord/Sud.

“Molti tumori possono essere evitati migliorando gli stili di vita, a partire proprio da un maggior esercizio fisico - osserva anche Walter Ricciardi, professore di Igiene e sanità pubblica dell’Università Cattolica e presidente del Mission Board for Cancer - Il cancro diventerà la prima causa di morte nel 2030 e tutti i Paesi devono mirare alla prevenzione primaria, cercando di cambiare gli stili di vita individuali, oltre che anticipare le diagnosi, migliorare la qualità della vita dei malati e sostenere i pazienti anche dopo le terapie. L’obiettivo di Mission Board for Cancer, che ha come slogan ‘Cancer, mission possible’, è salvare più di 3 milioni di vite entro il 2030 - evidenzia - Aumentare l’attività fisica in tutta la popolazione e nei pazienti dopo la diagnosi è uno dei mezzi per riuscirci”.

L’American Cancer Society, recentemente, ha aggiornato le linee guida per la prevenzione oncologica, raddoppiando il tempo da dedicare al movimento - ricorda Giordano Beretta, presidente nazionale Aiom (Associazione italiana di oncologia medica) e responsabile Oncologia medica Humanitas Gavazzeni di Bergamo - Il documento esorta gli adultia praticare tra i 150 e i 300 minuti di attività fisica di moderata intensità o tra i 75 e i 150 minuti di attività fisica intensa a settimana”.

Il movimento, evidenziano ancora gli oncologi, può essere decisivo per migliorare la prognosi e affrontare al meglio la malattia. Lo dimostrano i primi risultati del Progetto Phalco, che propone attività fisica su misura per i pazienti con tumore, e l’esperienza di Pagaie Rosa Onlus, il primo equipaggio italiano di dragon boat composto da donne operate di cancro al seno.

“Il progetto Phalco si è sviluppato sull’onda di un’esperienza già avviata da oltre dieci anni - spiega Attilio Parisi, rettore dell’università di Roma ‘Foro Italico’ - proponiamo a pazienti con una diagnosi di tumore quattro mesi di attività fisica su misura, attraverso incontri che, a causa della pandemia di Covid-19, sono stati pensati online anziché in presenza, per erogare il servizio garantendo la massima sicurezza ai malati, soggetti fragili per definizione. L’obiettivo è valutare se l’esercizio fisico sia utile anche in chi ha già un tumore, migliorandone, in maniera immediata, anche la qualità di vita. Per esempio, valutare se i pazienti sottoposti a chemioterapia, grazie all’esercizio fisico, sopportano meglio i farmaci e possono non avere i disturbi del sonno che tipicamente compaiono durante le terapie”.

“Oggi in Italia ci sono oltre 30 equipaggi e organizziamo gare a cui partecipano pazienti di ogni età - racconta Maria Grazia Punzo, presidente di Pagaie Rosa Onlus - Il nostro sport ha effetti positivi sulla salute, perché il movimento ritmico e regolare delle braccia favorisce un linfodrenaggio naturale che è utilissimo nelle donne a cui sono stati asportati i linfonodi, perché contrasta la comparsa dell’infedema delle braccia che le rende gonfie e dolenti. Inoltre, la dragon boat è uno sport di squadra con un simbolismo speciale: siamo letteralmente tutte insieme sulla stessa barca, sappiamo di poter contare sulle altre se una di noi è stanca, ci facciamo coraggio a vicenda. Praticando sport possiamo tornare ad avere fiducia, allenarsi con l’obiettivo di partecipare a una gara è una grande occasione di benessere psicologico”.

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