Meloni, niente allarmismo. Aiuti per le imprese colpite dai dazi USA

Meloni, niente allarmismo. Aiuti per le imprese colpite dai dazi USA

Meloni, niente allarmismo. Aiuti per le imprese colpite dai dazi USA

Il governo italiano è al lavoro su nuove misure a sostegno delle imprese e delle filiere produttive più penalizzate dai dazi imposti dagli Stati Uniti. È quanto emerso dalla riunione tenutasi a Palazzo Chigi, presieduta dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in una giornata di forte turbolenza sui mercati internazionali, con Piazza Affari che ha chiuso in calo del 5,18%.

Riunione strategica a Palazzo Chigi: sul tavolo incentivi e fondi del PNRR

Alla riunione, durata oltre un’ora e mezza, hanno partecipato i due vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, insieme ai ministri Giancarlo Giorgetti (Economia), Tommaso Foti (Affari Europei), Francesco Lollobrigida (Agricoltura), Adolfo Urso (Imprese e Made in Italy) e il sottosegretario alla Presidenza Alfredo Mantovano.

Secondo quanto riferito da una nota ufficiale di Palazzo Chigi, i ministri hanno illustrato a Meloni diverse ipotesi di intervento per rafforzare la competitività delle imprese italiane. Le proposte verranno discusse con le categorie produttive in un incontro previsto per domani.

Tra le ipotesi più concrete figura quella lanciata dal presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, che propone di attingere ai fondi inutilizzati del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e ai fondi di coesione per sostenere le aziende colpite. In particolare, potrebbero essere impiegati oltre 6 miliardi di euro del piano “Transizione 5.0”, da spendere entro giugno 2026.

“No alla guerra commerciale”: serve pragmatismo, non allarmismo

Nel corso dell’incontro, è stato ribadito che una guerra commerciale non gioverebbe né all’UE né agli Stati Uniti. L’esecutivo ha sottolineato la necessità di affrontare la questione con determinazione e pragmatismo, evitando allarmismi che rischiano di amplificare i danni economici derivanti dai dazi.

Al centro del dibattito anche la necessità di intervenire sulle normative europee ritenute ideologiche, in particolare quelle legate al Green Deal, per semplificare il quadro normativo e favorire la competitività. Giorgia Meloni ha recentemente proposto la sospensione delle regole ambientali sull’automotive e ipotizzato deroghe al Patto di Stabilità.

Meloni attesa alla Casa Bianca: dossier dazi sul tavolo con Trump

Nel frattempo, gli uffici di Palazzo Chigi sono al lavoro per definire i dettagli della missione che dovrebbe portare la premier alla Casa Bianca il prossimo 16 aprile, per un incontro con Donald Trump. Dopo il blitz a Mar-a-Lago e la presenza all’Inauguration Day dello scorso gennaio, il governo italiano punta a rilanciare un rapporto strategico con l’amministrazione americana.

L’incontro con Trump sarà l’occasione per affrontare direttamente il tema dei dazi. Anche il commissario europeo al Commercio, Maros Sefcovic, ha auspicato che “chi intrattiene buoni rapporti con Washington si impegni per favorire il dialogo tra UE e USA”.

Salvini torna a guardare al Viminale, ma Meloni frena

Al termine della riunione si sarebbe svolto anche un confronto interno tra Meloni e i suoi vice su vari dossier politici. Tra questi, l’autocandidatura di Matteo Salvini al Viminale, in sostituzione di Matteo Piantedosi. “Andrò a parlare sia con lui che con Giorgia Meloni. Io sono a disposizione dell’Italia e della Lega, senza smanie”, ha dichiarato Salvini, intervenuto al congresso del partito.

Fonti del Carroccio sottolineano che la richiesta nasce da una logica “costruttiva” e che non mira a destabilizzare il governo. Ma la premier ha respinto con fermezza l’ipotesi di un rimpasto, soprattutto in un momento così delicato. Anche Forza Italia, per voce di Tajani, ha espresso netta contrarietà: “Gli italiani oggi sono preoccupati per ciò che accade nel mondo, non per le poltrone”.

(askanews)

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