Secondo quanto dichiarato da Salvo Cocina, capo della Protezione Civile regionale, si profila all’orizzonte un inevitabile razionamento dell’acqua, soprattutto nel versante occidentale dell’isola, dove le piogge sono state particolarmente scarse. «Le riduzioni ci sono sempre state», ricorda Cocina, lasciando intendere che la situazione potrebbe peggiorare nei prossimi mesi.
“Situazione seria, ma sotto controllo grazie ai dissalatori”
Nonostante l’allarme, Cocina sottolinea che i territori più colpiti potrebbero riuscire a superare i mesi estivi senza gravi criticità, anche grazie agli interventi sui dissalatori. In particolare, i lavori di potenziamento degli impianti di Porto Empedocle partiranno a giugno, mentre quelli previsti a Trapani slitteranno a luglio a causa della necessità di completare la Valutazione di Incidenza Ambientale.
Task force regionale al lavoro
La task force anti-siccità, coordinata dallo stesso Cocina, si riunirà mercoledì 7 e giovedì 8 maggio per monitorare la situazione degli invasi nelle dighe delle province di Trapani, Agrigento e Palermo. La turnazione dell’acqua, però, sembra ormai inevitabile.
Stato di emergenza in scadenza
Il 5 maggio scade ufficialmente lo stato di emergenza per la crisi idrica in Sicilia, proclamato lo scorso anno dal Consiglio dei Ministri e accompagnato da un primo stanziamento di 20 milioni di euro. Dall’Assemblea Regionale Siciliana si moltiplicano le richieste per una proroga del provvedimento, considerato fondamentale per fronteggiare una delle emergenze strutturali più gravi dell’isola.
Lombardo (SCN): “Una crisi senza precedenti, prorogare subito lo stato di emergenza”
“La Sicilia sta affrontando una crisi idrica senza precedenti”, afferma Giuseppe Lombardo, deputato di Sud chiama Nord e primo firmatario di una mozione presentata all’ARS per chiedere la proroga dello stato di emergenza. “L’approvvigionamento idrico per cittadini e imprese è sempre più critico, e il rischio di collasso per interi comparti produttivi è reale. È essenziale non interrompere gli interventi già avviati e attuare nuove misure di adattamento”.
Lombardo insiste sulla necessità di un’azione decisa da parte del governo nazionale: “Abbiamo il dovere di garantire risorse straordinarie e continuità nella gestione di una crisi che non è più episodica ma strutturale. In province come Agrigento, Trapani, Enna e Caltanissetta siamo al terzo anno consecutivo di precipitazioni sotto la media. Interrompere lo stato di emergenza significherebbe annullare gli sforzi finora compiuti ed esporre la Sicilia a rischi ancora maggiori”.
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