Termovalorizzatori in Sicilia, parte la gara per i progetti: priorità, dati e obiettivi

Termovalorizzatori in Sicilia, parte la gara per i progetti: priorità, dati e obiettivi

Termovalorizzatori in Sicilia, parte la gara per i progetti: priorità, dati e obiettivi

Mancano ventisette giorni alla scadenza del bando per la progettazione dei due termovalorizzatori che sorgeranno a Catania e Palermo. Gli studi di ingegneria interessati hanno tempo fino al 9 giugno per presentare le offerte e contendersi l'incarico per la redazione del progetto di fattibilità tecnico-economica (PFTE) e del piano economico-finanziario.

L'appalto ha un valore di oltre 44 milioni di euro ed è parte di un investimento complessivo da 800 milioni, voluto dal governo regionale guidato da Renato Schifani per rivoluzionare il sistema di gestione dei rifiuti in Sicilia, puntando su impianti di incenerimento con recupero energetico in alternativa alle discariche ormai sature.

Come si svolgerà la gara

La procedura si baserà sul criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa: fino a 90 punti saranno assegnati alla qualità tecnica, mentre il resto sarà attribuito sulla base dell’offerta economica. Trattandosi di un affidamento di servizi, i ribassi dovranno essere formulati sul 35% dell’importo a base d’asta.

Dove sorgeranno gli impianti e a chi serviranno

I termovalorizzatori saranno realizzati a Bellolampo (Palermo) e Pantano d’Arci (Catania).

  • A Palermo, i terreni appartengono a privati, al Demanio e alla RAP, la società pubblica che si occupa della raccolta dei rifiuti.

  • A Catania, sono invece proprietà del Comune e dell’ex consorzio ASI.

Ogni impianto dovrà essere in grado di trattare fino a 600mila tonnellate di rifiuti all’anno, con una media di 38 tonnellate all’ora, considerando un ciclo operativo di 8.000 ore annue.

Il disciplinare stabilisce che i due impianti dovranno garantire interoperabilità in caso di emergenza e un’elevata omogeneità nella progettazione e nella gestione, anche per contenere i costi.

  • Bellolampo servirà le province di Palermo, Trapani, Agrigento e Caltanissetta, dove risiede il 47,7% della popolazione siciliana.

  • Pantano d’Arci coprirà invece Catania, Messina, Siracusa, Ragusa ed Enna.

Tempi previsti

Una volta assegnato l’appalto, i vincitori avranno 150 giorni per completare il progetto di fattibilità. Questo sarà la base per la successiva gara – a cura della Regione con il supporto di Invitalia – per l’esecuzione del progetto definitivo e la costruzione degli impianti.

Requisiti tecnologici e ambientali

I documenti di gara richiedono l’adozione di tecnologie avanzate e sostenibili, con particolare attenzione:

  • alla sicurezza ambientale e sanitaria,

  • alla riduzione dei microinquinanti organici e inorganici,

  • all’abbattimento dei gas acidi, NOx, polveri e sostanze pericolose.

Le scorie pesanti saranno smaltite in discariche per rifiuti inerti, mentre le ceneri volatili, dopo trattamento, saranno inviate a discariche per rifiuti pericolosi.
Particolare attenzione è richiesta nella scelta del sistema di abbattimento fumi, privilegiando soluzioni con residui facilmente inertizzabili e maggiore flessibilità di mercato rispetto, ad esempio, al tradizionale utilizzo di bicarbonato di sodio.

Energia: focus sulla cogenerazione a Catania

Per l’impianto di Catania, i progettisti dovranno valutare la possibilità di una configurazione cogenerativa: oltre a produrre elettricità, l’impianto potrebbe fornire calore di processo alle industrie locali.

Da dove arriveranno i rifiuti

Una delle questioni chiave riguarda la provenienza del rifiuto da valorizzare. Alcuni osservatori ritengono che le 600mila tonnellate previste superino il fabbisogno effettivo dell’isola.

Tuttavia, il disciplinare chiarisce che i materiali saranno ottenuti dal pretrattamento dei rifiuti indifferenziati e differenziati, attraverso piattaforme intermedie di selezione, recupero e raffinazione. Si tratta di un'evoluzione degli attuali impianti TMB (trattamento meccanico-biologico).

Il nuovo piano regionale dei rifiuti prevede l’ammodernamento dei 5 TMB pubblici esistenti entro il 2028, con la costruzione di 11 nuove piattaforme, per un totale di 16 impianti con capacità complessiva di oltre 1,5 milioni di tonnellate annue.

La gestione: vent’anni ai privati

Una volta realizzati con fondi pubblici, i termovalorizzatori entreranno nel patrimonio della Regione, che ne affiderà la gestione a soggetti privati per 20 anni.

La remunerazione dei gestori avverrà sulla base di:

  • costi di conferimento dei rifiuti,

  • vendita dell’energia elettrica prodotta,

  • valorizzazione dei metalli recuperati durante il trattamento.

Simone Olivelli

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