La costruzione dei due termovalorizzatori previsti in Sicilia passerà attraverso gare pubbliche. Lo conferma il presidente della Regione, Renato Schifani, da due giorni a Roma per definire gli ultimi dettagli in merito.
Termovalorizzatori, niente procedure agili
Secondo quanto si apprende, infatti, per la costruzione dei termovalorizzatori non sarà possibile ricorrere a procedure più agili, ma solo alle gare pubbliche.
Il dubbio che potesse trattarsi di un'assegnazione fiduciaria è nato dato dall’emendamento al Dl Omnibus. Questo allinea i poteri del commissario siciliano per la gestione sul territorio di rifiuti e acqua a quelli del sindaco di Roma. Se prima, infatti, i poteri di Schifani si limitavano alle fasi di progettazione e approvazione del piano rifiuti, ora si estendono alla fase dell'appalto. Nonostante la sua attuale posizione, dunque, possa prevedere la possibilità di superare il ricorso a gare, non va a incidere sulla normativa europea. Quest'ultima, infatti, non consente di evitare le procedure ad evidenza pubblica per appalti che superano una certa soglia.
Nel caso specifico dei termovalorizzatori siciliani, il costo stimato nel complesso è di 800 milioni di euro. La soglia è superiore a quella consentita dalla normativa, per cui si procederà per gare pubbliche.
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