Da quando è entrato in vigore il cessate il fuoco a Gaza, frutto della storica intesa tra Hamas e Israele dell’11 ottobre, la situazione resta drammatica. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), almeno 89 persone sono state uccise e 317 ferite. Il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha dichiarato che “la crisi a Gaza è tutt’altro che finita” e che “i bisogni della popolazione restano enormi”.
Attacchi nella Cisgiordania: auto incendiate e nuovi episodi di violenza
Nelle prime ore del 24 ottobre, l’agenzia palestinese Wafa ha riferito che coloni israeliani hanno incendiato diversi veicoli palestinesi a Deir Dibwan, vicino a Ramallah. Le fonti locali parlano anche di un attacco nella zona di Al-Tall, dove altri veicoli parcheggiati davanti alle abitazioni sono stati dati alle fiamme. Le autorità palestinesi attendono ulteriori sviluppi nelle prossime ore.
Israele accusa Hamas di aver violato il cessate il fuoco
Nelle scorse ore il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha accusato Hamas di aver violato il cessate il fuoco siglato il 10 ottobre. “Agire con forza”, ha ordinato Netanyahu, chiedendo una risposta militare contro gli “obiettivi terroristici nella Striscia di Gaza”.
Le accuse e la risposta di Hamas
Secondo i media israeliani, miliziani palestinesi avrebbero attaccato improvvisamente le forze israeliane a Rafah, provocando una risposta aerea dell’Idf. Hamas, però, ha negato ogni responsabilità: “Riaffermiamo il nostro pieno impegno al rispetto del cessate il fuoco in tutte le aree della Striscia di Gaza”, si legge in una nota delle Brigate Ezzedine Al-Qassam. Un funzionario militare israeliano, al contrario, sostiene che sarebbero stati “molteplici” gli attacchi oltre la Linea Gialla, l’area di sicurezza a ridosso del confine con Israele.
di Marco Cavallaro
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