Per il Meridione, più che il Natale, sembra arrivare la Befana con sacchi pieni di carbone. La nuova indagine del Sole 24 Ore, basata su 90 indicatori certificati e suddivisi in sei macroaree (Ricchezza e consumi; Affari e lavoro; Ambiente e servizi; Demografia, società e salute; Giustizia e sicurezza; Cultura e tempo libero), conferma ancora una volta il divario tra Nord e Sud sulla qualità della vita.
La classifica, ottenuta dalla media dei 15 indicatori di ciascuna macroarea, fotografa una realtà già nota: il Sud continua a occupare stabilmente le ultime posizioni, senza rientrare nemmeno nella metà superiore della graduatoria.
Nord-Est al top, Trento torna prima
A dominare ancora una volta è il Nord-Est. Con un punteggio di 648,71, Trento riconquista il primo posto, superando Bolzano (seconda) e Udine (terza). Bene anche le aree metropolitane del Centro-Nord: Bologna (4ª) e Milano (8ª) restano nella top ten, mentre Roma risale fino al 46° posto. In calo Venezia e, soprattutto, Lodi, che perde 21 posizioni.
Il Sud arranca: prima Cagliari al 39° posto
Per trovare la prima provincia meridionale bisogna scendere al 39° posto, occupato da Cagliari, che recupera cinque posizioni. Tutte le altre realtà del Mezzogiorno si collocano nella seconda metà della classifica, fino all’ultimo posto, ancora una volta appannaggio di Reggio Calabria.
Sicilia: Ragusa prima, Siracusa ultima
In Sicilia, la migliore resta Ragusa, pur scivolando all’82ª posizione. Seguono:
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Enna 87ª (+10)
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Messina 91ª (invariata)
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Trapani 93ª (-8)
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Agrigento 95ª (+1)
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Catania 96ª (-13)
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Palermo 97ª (+3)
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Caltanissetta 103ª (-5)
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Siracusa 104ª (-2), penultima a livello nazionale
Le classifiche di settore: pochi segnali positivi
Rari i risultati incoraggianti. Nella categoria Giustizia e sicurezza, Agrigento sale addirittura sul terzo gradino nazionale, con Enna nella top ten. Ma nelle altre aree tematiche la Sicilia resta distante dagli standard del Nord. Emblematico il settore Affari e lavoro, che evidenzia scarsa competitività, alti tassi di disoccupazione e una debole capacità di attrarre investimenti.
Il commento dell’Anci: il PNRR può ridurre il divario
Il presidente dell’Anci, Gaetano Manfredi, evidenzia come le risorse del Pnrr rappresentino un’occasione fondamentale per colmare le distanze legate in gran parte agli indicatori economici. I dati, sostiene, devono guidare le scelte politiche per facilitare un miglioramento che, seppur lento, avrebbe già iniziato a mostrare qualche segnale.
Forse, allora, il Meridione non sta vivendo la Befana, ma una lunga attesa: un Avvento verso un Natale più luminoso. Anche se non ancora questo anno.
di Renata Giordano
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