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Qualità della vita: Palermo, Catania e Messina agli ultimi posti

Qualità della vita: Palermo, Catania e Messina agli ultimi posti

Qualità della vita: Palermo, Catania e Messina agli ultimi posti

Un divario netto e in costante crescita. È questa l’impietosa fotografia della Sicilia tracciata nel rapporto BesT di Istat, che ha stilato una classifica del benessere equo e sostenibile nelle 14 città metropolitane italiane, rivelando come ciascuna eccella o presenti criticità in ambiti fondamentali come salute, ambiente e reti sociali. Male, come prevedibile, i dati che emergono dalle tre Città Metropolitane dell’Isola: Palermo, Catania e Messina.

Il rapporto esamina 14 aree metropolitane che ospitano oltre il 36% della popolazione italiana, fornisce dati approfonditi sul benessere economico, la qualità dei servizi, l’ambiente, l’istruzione e altri importanti fattori di qualità della vita. Dai dati risalenti al 2022 emerge un quadro in cui le città siciliane prese in esame si confrontano con gravi deficit, ma anche con alcuni spunti positivi.

Il divario tra Nord e Sud nel diritto alla salute è una realtà consolidata e drammatica, fotografata anche dall’ultimo rapporto Svimez. Al Sud, la povertà sanitaria coinvolge l’8% dei nuclei familiari, contro il 4% del Nordest e il 5% del Centro. Questo si riflette anche sulla qualità e l’aspettativa di vita.

Palermo: tra carenze nei servizi e sfide ambientali

Palermo, secondo il rapporto, si colloca tra le città metropolitane con il maggior numero di indicatori al di sotto della media nazionale. Con un 67,7% di indicatori sfavorevoli, il capoluogo siciliano evidenzia criticità marcate soprattutto nei domini della qualità dei servizi e dell’ambiente. Nonostante una performance tutt’altro che positiva, è la miglior città siciliana tra quelle analizzate.

Per quanto riguarda la raccolta differenziata, Palermo si trova addirittura all’ultimo posto tra le città metropolitane italiane, con una percentuale del 34,9%, molto al di sotto della media nazionale e lontana da città virtuose come Cagliari e Venezia. La gestione dei rifiuti, come raccontato spesso proprio dal QdS, resta un problema urgente per il capoluogo.

Le difficoltà nel settore dei servizi si riflettono anche nella percezione di sicurezza da parte della popolazione: solo il 53,9% dei palermitani si sente sicuro a camminare da solo di notte, un dato che colloca la città in fondo alla classifica, insieme a Napoli. Questo indica una diffusa insoddisfazione nei confronti delle politiche di sicurezza urbana, con i recenti fatti di cronaca che coinvolgono via Maqueda e le altre vie della movida a testimoniarlo.

Tra le diverse criticità, la rete familiare risulta essere uno degli elementi più solidi nella città, con una percentuale molto alta di residenti che dichiarano di poter contare sui propri parenti in caso di necessità. Quello delle politiche sociali è un aspetto dal quale Palermo potrebbe ripartire, se ne avesse la volontà: risulta prima in Sicilia e decima sulle quattordici città.

Catania: tra sfide educative e assenza di reti di aiuto

Anche Catania si colloca tra le città con un alto numero di indicatori al di sotto della media nazionale, con oltre il 70% dei dati sfavorevoli. Con gli indicatori di partecipazione scolastica tra i più bassi e reti di aiuto tra le più deboli del Paese, Catania è l’ultima città metropolitana d’Italia nelle classifiche di istruzione e presenza di assistenza sociale in relazione al numero di abitanti.

A pesare sono le difficoltà economiche di un vasto tessuto sociale etneo, soprattutto in relazione ai numeri presentati dalle città del Nord Italia. Sul fronte dell’istruzione, il quadro di Catania non è meno preoccupante. La carenza di risorse educative e i bassi esiti scolastici rappresentano un serio ostacolo allo sviluppo delle competenze delle nuove generazioni. Temi affrontati anche in questo caso nel divario scolastico Nord – Sud evidenziato nelle scorse settimane sulle nostre pagine.

Questa situazione ha un impatto diretto sulle prospettive future dei giovani catanesi, compromettendo le loro possibilità di migliorare una condizione economica e sociale che rischia di restare altrimenti precaria. Male, come raccontato anche dall’ultimo rapporto sull’Ecosistema urbano di Istat, il dato che fa riferimento alla percentuale di raccolta differenziata nella città.

Messina: raccolta differenziata e soddisfazione personale al centro della scena

Messina si distingue tra le città metropolitane siciliane per alcuni elementi positivi, pur rimanendo lontana dai livelli di benessere delle città del Nord. In particolare, la città dello Stretto è la più virtuosa della Sicilia in termini di raccolta differenziata, superando anche grandi centri come Roma e Napoli, con una percentuale che supera il 50%.

Qui l’amministrazione comunale si è imposta di raggiungere quota 65% entro il termine del proprio mandato (giugno 2026, ndr) e i numeri sembrano darle ragione e porsi come esempio virtuoso per l’Isola. Il tutto sebbene proprio nella provincia di Messina sia presente il maggior numero di bombe ecologiche rappresentate dalle discariche dismesse e mai messe in sicurezza e/o bonificate.

I messinesi mostrano un elevato livello di soddisfazione personale, con il 54,7% della popolazione che si dichiara complessivamente soddisfatta della propria vita. Questo dato, che posiziona Messina al primo posto tra le città siciliane per il benessere percepito, è indicativo di una qualità della vita percepita superiore rispetto ad altre realtà.

Anche sotto il profilo della sicurezza percepita, Messina si posiziona tra le città italiane dove le persone si sentono più sicure di camminare da sole di notte, con un 69,3%, una percentuale decisamente alta che riflette un’efficace gestione della sicurezza urbana anche in rapporto alle città del Nord Italia.

Un futuro tra sfide e potenzialità

I dati del BesT restituiscono un quadro complesso per le città siciliane, che devono fare i conti con gravi problemi strutturali, ma che possiedono anche risorse e potenzialità. Palermo, Catania e Messina mostrano una qualità della vita che risente di un contesto economico fragile, con una marcata carenza di servizi e risorse educative rispetto alle città del Nord.

Le città siciliane, e in particolare Palermo e Catania, dovranno affrontare sfide impegnative per migliorare i livelli di benessere dei cittadini e colmare il divario con le aree più sviluppate del Paese. Messina, con i suoi risultati positivi in termini di raccolta differenziata e soddisfazione personale, può rappresentare un modello da seguire, almeno per alcuni aspetti.

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