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Lotta alla siccità, in Sicilia il primo passo è “tappare” le reti idriche colabrodo

Lotta alla siccità, in Sicilia il primo passo è “tappare” le reti idriche colabrodo

Lotta alla siccità, in Sicilia il primo passo è “tappare” le reti idriche colabrodo

PALERMO - Dopo l’apprezzamento dello scorso giugno, la Giunta regionale ha dato il via libera definitivo al Piano Regionale per la lotta alla siccità, la cui approvazione è arrivata col decreto presidenziale del 4 settembre scorso che è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’11 settembre.

UN PIANO D’INSIEME
A scorrere le poco più di settanta pagine del documento redatto dall’Autorità di Bacino, sulla base di una deliberazione della Giunta regionale, si rileva il tentativo di pianificare tutti gli aspetti della tematica, dall’inquadramento climatico e ambientale iniziale, passando per il piano di azione che comprende i passi da compiere finalizzati al risparmio idrico tramite la riduzione delle perdite, inclusa la manutenzione, e il risparmio idrico, nonché quelle finalizzate all’aumento delle risorse disponibili tramite il reperimento di risorse alternative. In campo anche misure di potenziamento del sistema conoscitivo e di monitoraggio, di supporto alla decisione nella gestione dei sistemi di serbatoi e le misure di regolamentazione. In sintesi, si presentano anche le linee di finanziamento nel settore idrico e gli interventi previsti.

PERDITE IDRICHE
All’interno del report, ampio spazio è dedicato ai volumi d’acqua prelevati e alle perdite, considerando che, stando ai dati Istat riportati e riferiti al 2015, a fronte di un prelievo di 760 milioni di mc, ne vengono immessi in rete circa 680 mentre il volume effettivamente erogato ammonta a circa 340 con perdite complessive che si aggirano al 50%, di cui il 46% di perdite reali. Dati record a Trapani, dove si sfiora il 60% di perdite idriche totali.

UNA DELIBERA
PER CRISI IDRICA
La delibera di Giunta n. 56 del 13 febbraio scorso ha promosso un piano d’azione per la lotta alla siccità, evidenziando la necessità del collaudo ed efficientamento delle dighe, la riqualificazione della rete di distribuzione dei Consorzi di bonifica, la lotta alla desertificazione, la realizzazione di laghetti collinari e i nuovi sistemi di irrigazione nelle aziende agricole.

IL PUNTO SUGLI INVASI
Il lavoro sugli invasi, necessario per ottimizzare l’uso delle risorse, è già in campo e punta alla programmazione degli interventi di manutenzione delle grandi dighe, considerando appunto che attualmente ci sono 41 dighe in esercizio, tra cui soltanto 20 in esercizio normale, 8 con invaso limitato, 13 con invaso sperimentale, e poi altre 5 tra quelle in costruzione (3) e quelle fuori esercizio temporaneo (2).
La Sicilia potrebbe teoricamente disporre di un volume idrico totale potenziale pari a 1.129 Mmc mentre il volume invasabile autorizzato è molto inferiore, pari a 725 Mmc. In campo ci sono 55 interventi per 209 milioni di euro che interessano complessivamente 29 dighe.

IL QUADRO DELL’AZIONE
Nel breve termine, tra le altre cose, si opererà per il collaudo delle nuove dighe e per le limitazioni d’invaso, agendo inoltre su quello che viene definito come il volume morto degli invasi. Parallelamente si prevedono interventi per il reperimento di risorse alternative di soccorso, anche al fine di preservare quelle pregiate per gli usi potabili. Nella fase di breve termine, si lavorerà soprattutto sulle rete di distribuzione per la riduzione delle perdite, mentre nel lungo termine si lavorerà per il completamento delle dighe in corso di costruzione e per la realizzazione di altri interventi di carattere più complesso.

Rosario Battiato

Eloisa Bucolo

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