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Messina, ecco il piano per eliminare l’ecomostro di Capo Peloro

Messina, ecco il piano per eliminare l’ecomostro di Capo Peloro

Messina, ecco il piano per eliminare l’ecomostro di Capo Peloro

MESSINA - Non era certo il luogo ideale per metterci un cantiere navale, ma dopo gli scempi operati nella Zona Falcata, forse una struttura di ferro e cemento su una spiaggia è sembrato poca cosa.

La spiaggia in questione è però quella di Capo Peloro, dove c’è una Riserva naturale orientata che si è ritrovata così per decenni a convivere con un ecomostro affacciato sullo Stretto. Quel manufatto lasciato dalla Sea Flight Spa, società fallita nel 1980, che deturpa il paesaggio e l’ambiente, potrebbe essere finalmente demolito e dare il via alla riqualificazione dell’area. Per questo la Città metropolitana ha già stanziato 193 mila euro.

L’area rientra tra i destinatari di interventi per 10 milioni di euro a Capo Peloro, insieme a Torre Morandi e la base del Pilone, inseriti nelle proposte progettuali dei Piani urbani integrati del Comune di Messina, che ammontano complessivamente a oltre 132 milioni di euro da finanziare con il Pnrr.

I tempi non saranno brevissimi per la valorizzazione di un sito così suggestivo, ma rispetto ai 40 anni di inerzia, concessioni date e ritirate, contenziosi e progetti mai decollati nel gioco delle competenze, sembra adesso di vedere la luce in fondo al tunnel.

Leonardo Santoro, commissario straordinario della Città metropolitana, ente gestore della Riserva naturale, alcuni giorni fa ha preso in consegna dal Demanio Marittimo l’area Sea Flight con i ruderi del cantiere. L’ex Provincia si farà carico della demolizione della struttura e della messa in sicurezza dell’area e la riqualificazione delle parti degradate, reintegrandola con il tessuto urbano.

Dopo l’abbattimento dei ruderi, ci sarà un monitoraggio per evidenziare eventuali parti del terreno interessate da fenomeni di inquinamento e procedere, se necessario, alla bonifica. In seguito agli interventi di riqualificazione l’area verrà restituita al Demanio marittimo, che la trasferirà al Comune di Messina affinché venga definitivamente destinata alla fruizione pubblica. Un percorso, quindi, che richiede del tempo.

Il prossimo passo è la demolizione dell'ecomostro

Intanto il prossimo passo è la demolizione dell’ecomostro, a vantaggio del paesaggio e dell’ambiente e, come accennato, la Città metropolitana ha 193 mila euro che può subito spendere.

Sulla modalità della futura fruizione non c’è ancora un progetto definitivo, ma solo idee che in questi anni sono state lanciate. L’ex sindaco Cateno De Luca ha proposto prima un parcheggio e poi un teatro, in Consiglio è passato anche un emendamento che destinava l’area a strutture sportive, ma tutto è comunque da definire e il problema si porrà quando l’area passerà al Comune.

La demolizione dei ruderi dell’ex cantiere e la riqualificazione dell’area ex Sea Flight sono stati tra gli obiettivi per cui si è speso De Luca, non risparmiando attacchi alla Regione e al Demanio per gli stop ricevuti dall’iter che aveva provato a istruire dopo gli appelli inascoltati fatti all’assessorato regionale Territorio e Ambiente per rimuovere i fabbricati pericolanti e mettere in sicurezza l’area. Ma c’era una battaglia legale in corso, l’ultima di una serie, finita con il pronunciamento del Tar ai primi di marzo in cui è stato rigettato il ricorso di Amir Srl, interessata alla concessione fin dal 2016 e che nel 2021 si è opposta alla bocciatura dell’istanza.

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