L’Italia si conferma al vertice dell’Unione Europea per il numero di autovetture per abitante, con un tasso di motorizzazione in costante crescita, soprattutto nelle grandi città e nel Sud. Le metropoli italiane registrano una densità di veicoli per chilometro quadrato particolarmente elevata, con una maggiore concentrazione nelle regioni meridionali. Inoltre, il parco auto nel Meridione è caratterizzato da un’elevata presenza di veicoli inquinanti, segnalando una transizione energetica ancora troppo lenta. Questo quadro emerge dal recente rapporto Istat sull’ambiente.
Sicilia: tra i valori più alti di motorizzazione
Tra i record negativi evidenziati dall’Istat, spiccano i dati della Sicilia. Catania, Palermo, Messina e Agrigento presentano tassi di motorizzazione tra i più elevati d’Italia. Nel 2023, la media nazionale si attestava su 694 auto ogni 1.000 abitanti, contro una media UE di 571, ma a Catania questo valore sale a 815, superando di gran lunga il resto del Paese. Anche Agrigento registra oltre 800 auto per 1.000 abitanti, confermando il trend preoccupante dell’isola.
Nel Mezzogiorno, il tasso di motorizzazione è cresciuto costantemente dal 2015, con incrementi superiori all’1% annuo. Palermo e Catania si distinguono per una densità veicolare che supera i 6.000 veicoli per chilometro quadrato, esercitando una pressione significativa sul tessuto urbano.
Il ruolo del trasporto pubblico
L’efficienza o la carenza del trasporto pubblico influisce direttamente sui livelli di motorizzazione. Secondo l’Istat, le città con una rete di trasporto pubblico più sviluppata tendono a registrare tassi di motorizzazione inferiori. Nei capoluoghi metropolitani, ad esempio, si contano mediamente 6.812 posti-chilometro per abitante, rispetto ai soli 2.343 dei capoluoghi di provincia. Nel Mezzogiorno, tuttavia, l’offerta di trasporto pubblico rimane limitata, con appena 1.972 posti-chilometro per abitante, un dato significativamente inferiore rispetto a quello del Nord.
Veicoli meno inquinanti: una transizione lenta
Nonostante gli incentivi per l’acquisto di veicoli a basse emissioni, la Sicilia rimane in ritardo nella transizione verso una mobilità più sostenibile. Oltre il 90% delle auto in circolazione utilizza ancora combustibili fossili, con una prevalenza di veicoli a benzina e diesel. Le auto elettriche e ibride rappresentano una quota marginale, nonostante un leggero incremento rispetto agli anni precedenti.
A livello nazionale, il 2023 ha registrato una media di 0,878 veicoli a combustibili fossili per abitante, con una tendenza al rialzo rispetto all’anno precedente. Nelle città siciliane, l’adozione di veicoli a basse emissioni è ostacolata dall’elevato costo iniziale, che funge da disincentivo.
Catania: un potenziale inquinante al massimo livello
Catania guida la classifica nazionale per l’indice di potenziale inquinante, con un valore di 163,5, ben al di sopra della media italiana di 110,7. Palermo e Messina seguono con valori superiori a 125. Questi dati riflettono il ritardo nella sostituzione dei veicoli più obsoleti e inquinanti, un fenomeno che penalizza fortemente la qualità dell’aria.
In confronto, molte città del Nord Italia hanno raggiunto un equilibrio tra auto ad alte e basse emissioni, con valori dell’indice spesso inferiori a 100. Venezia, Torino, Firenze e Bologna, ad esempio, registrano i risultati migliori, con l’indice più basso fissato a 86,2.
Sfide per il futuro
Mentre il Nord e il Centro Italia mostrano segnali di miglioramento, il Sud e la Sicilia continuano a soffrire per un parco veicolare obsoleto e una densità di auto elevata. Le auto diesel, che in Sicilia rappresentano il 41% del totale, sono in calo molto più lentamente rispetto alla media nazionale. Inoltre, le città meridionali registrano una densità veicolare di 4.540 veicoli per km², a fronte dei 3.785 del Nord.
Per affrontare queste sfide, sono necessari interventi urgenti: incentivi alla rottamazione dei veicoli più inquinanti, investimenti nelle infrastrutture per veicoli elettrici e un potenziamento del trasporto pubblico. Messina, in particolare, ha avviato alcune politiche innovative, ma per il resto della Sicilia il cammino verso una mobilità sostenibile appare ancora lungo e complesso.
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