La situazione dei 400 dipendenti di Almaviva a Palermo è ormai critica, con la scadenza del 31 dicembre 2024 che si profila come una data decisiva. Se non verranno trovate soluzioni, tutti i lavoratori della sede siciliana della multinazionale delle telecomunicazioni rischiano di perdere il loro posto di lavoro.
Incertezza e preoccupazione: l’impatto sociale di una crisi senza soluzioni
Dopo un anno di trattative a livello nazionale e regionale, la mancanza di risposte concrete sta alimentando un clima di crescente incertezza. In una nota ufficiale, i rappresentanti dei lavoratori sottolineano come “i numerosi incontri e sollecitazioni non abbiano portato a risultati tangibili”. Il timore è che i licenziamenti possano innescare una crisi sociale devastante, con pesanti ricadute non solo sui dipendenti coinvolti, ma anche sull’intero tessuto economico e sociale della Sicilia.
400 famiglie a rischio: un dramma che si può evitare
I lavoratori lanciano un appello urgente alle istituzioni, chiedendo la proroga della cassa integrazione e interventi concreti per scongiurare il peggiore degli scenari. “È indispensabile un impegno congiunto da parte delle istituzioni nazionali e regionali,” dichiarano i dipendenti, che ribadiscono la necessità di azioni immediate per evitare un dramma che coinvolgerebbe direttamente 400 famiglie.
Durante gli anni della pandemia e delle difficoltà economiche, gli operatori di Almaviva hanno continuato a lavorare con dedizione, ma oggi si trovano senza certezze sul proprio futuro. “Non possiamo accettare che queste famiglie vengano abbandonate,” affermano, sottolineando l’urgenza di una risposta istituzionale.
Sit-in e mobilitazioni: i lavoratori non si arrendono
Per tenere alta l’attenzione su questa delicata vertenza, è stato organizzato un sit-in il 27 dicembre alle ore 15, presso l’assessorato regionale delle attività produttive a Palermo. La mobilitazione coincide con un incontro al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, dove si discuteranno le modalità del licenziamento collettivo.
I lavoratori sperano che l’incontro possa portare a un cambio di rotta, con interventi decisivi per evitare la chiusura della sede palermitana e salvaguardare i posti di lavoro. Il loro appello alle istituzioni è chiaro: evitare che il 31 dicembre 2024 si trasformi in una data simbolo di una catastrofe sociale per la Sicilia.
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