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Emergenza siccità in Sicilia: gravi problemi per agricoltura e allevamenti

Emergenza siccità in Sicilia: gravi problemi per agricoltura e allevamenti

Emergenza siccità in Sicilia: gravi problemi per agricoltura e allevamenti

"Ho chiesto al presidente Schifani di dichiarare lo stato di calamità naturale per la siccità. La situazione del comparto è molto delicata e non faremo mancare il nostro sostegno”. Lo ha dichiarato, tramite un comunicato stampa, l’assessore regionale all’Agricoltura Luca Sammartino, annunciando anche un incontro con i rappresentanti del comparto che sta attraversando una serie di problemi. L’assessore aveva anche evidenziato, nei giorni scorsi, come gennaio sia stato il quinto mese consecutivo a fare registrare “precipitazioni inferiori alla norma del periodo, con un deficit di circa 200 millilitri di acqua” aggiungendo che “nonostante qualche pioggia, si registra una marcata differenza territoriale tra le aree costiere e le aree interne del Palermitano, del Nisseno, dell’Ennese e della piana di Catania. La fotografia complessiva è preoccupante, - sottolineava Sammartino - si passa da zone colpite da fenomeni di siccità estrema ad aree interessate da fenomeni di siccità severa”.

Marchese Ragona (Confagricoltura) su siccità e comparto agricolo

Sul tema è intervenuto ai nostri microfoni, Rosario Marchese Ragona, presidente regionale di Confagricoltura. “Il problema della siccità [2]riguarda tutto il territorio regionale perché in Sicilia non ha piovuto e tutte le dighe sono carenti di acqua. – ha sottolineato - Chiaramente ne fanno le spese tutti i comparti di tutte le province del nostro territorio regionale, dai seminativi che sono appena germogliati, che avrebbero bisogno di acqua e invece rischiano di andare a male, alle fruttifere che non stanno accumulando acqua, agli invasi completamente vuoti, alle dighe che sono a livelli di emergenza. E a parte i danni che stiamo subendo adesso, come faremo ad approvvigionare le nostre coltivazioni in estate?”

Importante collaudare le dighe

Il numero uno di Confagricoltura Sicilia si sofferma sulle necessità del comparto e sulle iniziative che andrebbero messe in atto. “Ben venga dunque, - ha affermato - la richiesta dell’assessore dello stato di calamità naturale, che la nostra associazione apprende dai social nonostante l’avessimo perorata da tempo. Attraverso questa si verrebbe incontro alle esigenze innanzitutto bancarie degli agricoltori. Immaginiamo anche altri provvedimenti volti a lenire i danni che gli agricoltori hanno subito. Sarebbe opportuno – continua Marchese Ragona - fare arrivare della liquidità alle aziende. Ciò possibilmente concludendo gli iter burocratici del caro-carburante, del caro-energia e dei ristori sul latte, immaginando che questi provvedimenti vengano adottati anche per la trascorsa annata 2023 e sarebbe altresì utile una proroga delle cambiali agrarie.

La difesa dei prodotti

Occorre difendere i nostri prodotti dalla concorrenza sleale e garantire un prezzo minimo. E poi, la nostra grande battaglia, esortare il governo nazionale a collaudare le nostre dighe incompiute. Questo affinché, quando piove, ahimè sempre più di rado considerati i cambiamenti climatici, si possa invasare più acqua possibile per poi redistribuirla con efficienti reti idriche/irrigue agli agricoltori. E rivolgendoci alla Comunità Europea, sarebbe auspicabile una seria rivisitazione della Pac. Va adattata maggiormente alle esigenze degli agricoltori del Meridione. Agricoltori che vogliono continuare a produrre ma che pretendono che i loro sacrifici vengano valorizzati ed economicamente ripagati”.

Allevamenti e carenze di foraggio

Tornando al comunicato riguardante la siccità, l’assessore Sammartino ha dichiarato tra l’altro che: “L'allevamento degli animali è il settore più colpito per l’assenza di foraggio verde”. Sul tema abbiamo interpellato Sebastiano Tosto, presidente della Rete degli Ovinicoltori siciliani. “Piove sul bagnato: abbiamo avuto già una primavera che ci aveva messo in difficoltà e non ci aveva consentito di produrre un foraggio degno di questo nome. Questo perché l’eccesso di piogge ci ha costretti ad intervenire tardi col risultato di avere a disposizione un fieno di scarsa qualità. Cosa che non è stata di grande ausilio per iniziare la stagione corrente.

A questo si aggiunge la carenza delle piogge a causa della quale non c’è stata un’emergenza delle poliennali che ci avrebbe consentito di portare precocemente gli animali al pascolo. Non piove da cinque mesi, e per assenza di foraggio verde dobbiamo tenere gli animali in stalla. Sono alimentati con foraggio secco, di mediocre qualità e con concentrati che costano di più. Ciò anche a causa dell’aumento delle materie prime che si accompagna all’aumento dei costi energetici”.

Supportare zootecnica

Il presidente della Rete degli Ovinicoltori afferma: “La zootecnia sta soffrendo parecchio ed è da tempo che si invoca come necessaria la dichiarazione dello stato di calamità naturale. Un primo strumento al quale di conseguenza il Governo regionale dovrà fare seguire altri provvedimenti per provare a mitigare gli effetti deleteri di tutto quello che si sta verificando. Bisognerebbe quanto meno dare refrigerio agli allevatori. Questo saldando i contributi relativi alla Pac di cui inspiegabilmente quest’anno è stato corrisposto solo il 40% e al Psr. Ancora oggi, ad esempio, - continua Sebastiano Tosto - soprattutto a Palermo non viene erogato il contributo straordinario, per i produttori di latte, conseguente al conflitto russo-ucraino.

I costi energetici sono elevatissimi e sarebbe il caso che vengano abbattute le accise sul gasolio mentre si paventa la possibilità che debba essere pagata l’Irpef sui terreni agricoli. Poi ovviamente – sottolinea per concludere il numero uno della Rete di Ovinicoltori regionale - dopo la dichiarazione di calamità naturale dovrebbero essere attuati tutti i percorsi paralleli come, ad esempio, la sospensione dei contributi agricoli e la sospensione delle rate sui mutui”.

Rinnovato contratto regionale integrativo impiegati agricoli

Come riporta un comunicato stampa, le associazioni di categoria Cia, Coldiretti e Confagricoltura, insieme ai sindacati Flai Cgil, Fai Cisl, Uila, Uil Sicilia e Confederdia, hanno nel frattempo sottoscritto il contratto regionale integrativo degli impiegati agricoli, che era scaduto da due anni. Un rinnovo che riguarda 1.700 persone, figure che nelle aziende agricole gestiscono le pratiche burocratiche, le vendite, la comunicazione, l’accoglienza. “Col nuovo contratto - dice Tonino Russo, segretario della Flai Cgil Sicilia - si dà valore al lavoro di persone che hanno un ruolo importante per il buon funzionamento delle aziende agricole”. L’integrativo in questione prevede aumenti salariali del 5% “importanti - commenta Russo - a fronte dell’inflazione e della perdita del potere d’acquisto”. Viene inoltre riconosciuta una ‘una tantum’ per gli arretrati e altri istituti come le indennità chilometriche e i buoni pasto.

Unità di crisi agricoltura

Come riporta un altro comunicato della Regione Siciliana, Il governo regionale ha istituito l'Unità di crisi sull'agricoltura. Ciò con l'obiettivo di fronteggiare le gravi difficoltà che il settore sta vivendo in Sicilia, come nel resto d'Europa. A presiederla sarà l'assessore regionale al ramo, Luca Sammartino. La prima riunione è prevista per martedì 6 febbraio alle 15 a Palazzo d'Orléans, alla presenza del presidente della Regione, Renato Schifani. La comporranno, oltre all'assessore, i dirigenti generali dei dipartimenti Agricoltura, Attività sanitarie ed osservatorio epidemiologico (Dasoe), Acqua e rifiuti e Protezione civile, oltre al segretario generale dell'Autorità di bacino.

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