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Sicilia plastic free, "Come stiamo anticipando il futuro"

Sicilia plastic free, "Come stiamo anticipando il futuro"

Sicilia plastic free, “Come stiamo anticipando il futuro”

PALERMO – Stop ufficiale all’uso indiscriminato di plastica monouso in Sicilia, che diventa la prima regione italiana “plastic free. È un grande passo per l’Isola, reso possibile grazie all’approvazione all’unanimità da parte dell’Ars del ddl “Misure per favorire la riduzione dell’utilizzo di materiale plastico nel territorio regionale” (numeri 311 e 330), proposto dalla commissione Ambiente.

Scatta, con effetto immediato, l’obbligo per tutta la Pubblica amministrazione di dotarsi, almeno per il 40% di materiali riciclati e, nel caso delle mense, per il 100% di piatti, bicchieri e stoviglie. Previsti consistenti incentivi per tutte le aziende isolane produttrici di plastica che decideranno di riconvertire i propri impianti per la produzione di bioplastiche e per tutte le startup che decideranno di investire nella ricerca e realizzazione di nuovi materiali biodegradabili, il cui finanziamento verrà attinto dalle royalties delle società petrolifere. Contributi verranno destinati anche agli agricoltori che sceglieranno di utilizzare bioteli per la copertura delle serre e materiali biocompostabili. Sanzioni, invece, per i titolari di concessioni demaniali marittime che non provvedano alla raccolta differenziata.

Abbiamo intervistato Michele Catanzaro, deputato Pd all’Ars e primo firmatario della norma, il quale ci ha fornito maggiori dettagli sulla legge che segna, in parte, una svolta importante in chiave per l’Isola.

Oltre alle royalties delle società petrolifere, da quali altri canali proverranno le risorse per mettere in atto le misure previste?
“Va premesso che la legge in oggetto da una parte ha come obiettivo la disincentivazione nell’utilizzo di plastiche monouso e non biodegradabili e, dall’altra, l’incentivazione di attività imprenditoriali per la ricerca di materiali compatibili con la tutela dell’ambiente e della valorizzazione del litorale marittimo incontaminato. Per quanto riguarda le risorse per mettere in atto le misure previste dalla legge esse saranno distribuite in parte partendo dai capitoli di bilancio regionale già dedicati al tema del ciclo dei rifiuti ma anche dalle somme ricavate dalle sanzioni previste nella legge dall’articolo 4, il quale prescrive multe ai titolari di concessioni demaniali marittime che non attuino la raccolta differenziata ovvero non utilizzino tipologie di plastiche non nocive per l’ambiente. Ma le risorse più significative sono quelle previste nell’articolo 6, ovvero, la rimodulazione della programmazione dei fondi extraregionali, nello specifico, la modifica dell’articolo 13 della legge regionale 9/2013 rendendo in tal modo disponibili alcune risorse derivanti dalle concessioni per le produzione di idrocarburi e di gas”.

Quali saranno, nello specifico, gli incentivi per le aziende private produttrici di plastica che sceglieranno di riconvertire i propri impianti? E quali quelli per le startup?
“La Regione, nell’ambito della programmazione dei fondi extraregionali, promuove l’istituzione di specifiche linee di intervento per il finanziamento della conversione degli impianti di produzione di plastica ubicati nella Regione in impianti di produzione di bioplastiche o di tipi di plastiche derivanti da materie prime rinnovabili, incluso il riciclo di plastiche convenzionali, o interamente biodegradabili o compostabili, in conformità a quanto disposto dalle direttive 2008/98/CE, 2006/12/CE, 94/62/CE e dal Libro Verde della Commissione Europea. Nell’articolo 6, inoltre, si prevede il cofinanziamento di progetti presentati da ‘startup’ che si occupano di sviluppare nuove tecnologie sui materiali biodegradabili o di creare nuovi materiali biodegradabili e il cofinanziamento della conversione degli impianti di produzione di plastica ubicati nella Regione in impianti di produzione di bioplastiche o di tipi di plastiche derivanti da materie prime rinnovabili, incluso il riciclo di plastiche convenzionali, o interamente biodegradabili o compostabili, così come indicato nelle direttive precedentemente citate”.

Quali saranno le eventuali sanzioni previste per i titolari di concessioni demaniali marittime non in regola con la differenziata e, eventualmente, per le Pa che non rispetteranno le indicazioni?
“Qualora sia accertato che i titolari delle concessioni demaniali marittime non provvedano alla raccolta differenziata dei rifiuti ovvero non utilizzino prodotti in plastica biodegradabile e compostabile risultanti da una filiera di trattamento idonea ed efficace, e da un minore impatto ambientale ai sensi dell’Analisi del ciclo di vita (Lca), verrà applicata la sanzione somministrata ai sensi dell’articolo 1164 del Codice della Navigazione in caso di recidiva, che può giungere sino a disporre la stessa decadenza della concessione ai sensi dell’articolo 47 del Codice della Navigazione”.

In merito all’obbligo delle Pa di dotarsi per almeno il 40% di materiali riciclati, come mai il limite non è stato fissato al 100% come nel caso delle mense?
“In realtà le mense, e più in generale la pubblica amministrazione avrebbero già dovuto utilizzare plastiche biodegradabili o prodotti derivanti da plastiche riciclate. Si sceglie il 40% (come tetto di riferimento), ma c’è libertà di superare questa percentuale come obiettivo minimo (anzi nei bandi possono essere previsti punteggi crescenti per percentuali crescenti), per dare il tempo alle aziende produttrici di riconvertirsi”.

Secondo Lei il governo Musumeci, ad oggi, ha fatto abbastanza in tema di raccolta differenziata in Sicilia, considerato che, allo stato attuale, la percentuale si attesta ancora intorno al 40% e non al 65%, come dovrebbe?
“Il problema del ciclo dei rifiuti è un problema conosciuto e complesso. Musumeci sapeva di queste difficoltà anche prima di candidarsi a Presidente della Regione. Pertanto doveva tenere in considerazione queste difficoltà prima di coniare lo slogan propagandistico ‘Diventerà Bellissima’. Vede, questa è la politica da cui voglio essere distante, superficiale e fatta di slogan senza tenere conto delle implicazioni delle promesse. Si dimentica troppo spesso che il destinatario delle parole e, soprattutto, delle nostre scelte e delle nostre azioni è il cittadino. La gente vive tra mille difficoltà e le illusioni non aiutano a risolverle. Attendiamo da anni il piano dei rifiuti, attendiamo dal primo giorno che il Presidente venga in aula a confrontarsi su questo tema, come su molti altri. Ma siamo qua, attenti e propositivi. Quando il Governo ci ha chiesto una mano ci siamo stati, come la riforma della pesca, la legge sui giovani, la legge urbanistica e la finanziaria regionale”.

Quale crede che sarà il futuro delle aziende produttrici di plastica che decideranno di non usufruire degli incentivi proposti?
“Noi non abbiamo fatto altro che anticipare il futuro. Le linee della Ue sono chiare e la strada è tracciata, sarà il mercato a fare la differenza. Se in futuro ci sarà sempre minore richiesta di prodotti in ‘plastica tradizionale’ le aziende dovranno riconvertirsi. Il nostro compito è trovare il modo per incentivarle e questo lo abbiamo messo nero su bianco in una legge. Per il resto sono aziende che fanno lucro. Sapranno adattare il loro piano industriale, credo che sia solo una questione di tempo e di risorse ed è lì che dobbiamo aiutarle. Ma non potevamo fare differentemente perché abbiamo un debito nei confronti delle generazioni future. Questa è forse solo la prima rata che stiamo pagando”.

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