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Covid-19, angeli in corsia che difendono la vita

Covid-19, angeli in corsia che difendono la vita

Covid-19, angeli in corsia che difendono la vita

Il diciassettesimo appuntamento con la Pagina Bellezza del Qds è dedicato agli “angeli in corsia”, in prima linea durante l’emergenza sanitaria. In un momento storico così difficile come quello che stiamo attraversando, infatti, ci si è resi conto più che mai di quanto siano importanti tutti quei professionisti che ogni giorno si sacrificano e mettono a rischio la propria vita per garantire la salute degli altri tra le corsie degli ospedali.

Tra le enormi difficoltà e criticità che si sono presentate in questo 2020, il nostro Sistema Sanitario Nazionale ha comunque dato prova di grandi capacità, tanto da essere portato come esempio in varie parti del mondo. Simbolo, di queste eccellenze, infermieri, medici e operatori sanitari. Alcuni, nei giorni scorsi, sono stati premiati a Milano in occasione di un evento promosso da Onda (Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere): 206 storie di resistenza e tenacia, di sensibilità e umanità.

Storie di Covid-19 e di donne in prima linea nei giorni più duri dell'emergenza coronavirus. Tra loro, Margherita, medico di pronto soccorso nelle Marche e mamma di una bimba con fibrosi cistica: si è messa in autoisolamento per mesi e al contempo è stata una colonna durante l’emergenza. Si è distinta per aver contribuito a scoprire i primi casi di nuovo coronavirus, riuscendo nella difficile impresa di governare e rivoluzionare l’attività del pronto soccorso per la gestione dei pazienti Covid-positivi. Ci sono Rita, Tiziana e Giuseppina dell’ospedale Sant’Anna della Città della Salute di Torino, che sono state alle prese con il delicato caso di una neomamma con gravidanza gemellare alla 28esima settimana, ricoverata per problemi legati alla gravidanza. Risultata positiva a Covid-19 è stata assistita dalle operatrici (coordinatrice infermieristica Pre-triage, ostetrica Sala Parto e ostetrica Pronto soccorso) e dall’équipe intera con un lieto fine, anche se si è dovuto anticipare il parto per un'insufficienza fetale. E ancora c’è l'infermiera laziale, in rappresentanza delle molte operatrici sanitarie che hanno dedicato attenzione e importanza ai contatti tra pazienti e famigliari, tramite l'uso di tablet e smartphone.

Donne che sono state in trincea in tutta Italia: dal Veneto alla Calabria, dalla Lombardia al Piemonte. Medici, infermiere, ostetriche, tecnici di laboratorio, psicologi che hanno contribuito a salvare vite a hanno dato prova di umanità e professionalità. Simbolo della bellezza di competenze e coraggio che ci serviranno anche a fronteggiare la tanto temuta seconda ondata di Covid che, in questi giorni, si sta abbattendo su di noi.

L'appello Saues: “Istituzioni tutelino i medici di emergenza”

“L’annunciato lockdown in Campania? Prevedibile. Del resto quello esclusivamente notturno non avrebbe che potuto comportare, soprattutto in assenza di vigilanza nelle ore di libera uscita, un maggiore assembramento, soprattutto di giovani, nel ristretto orario pomeridiano-serale”. Lo afferma il presidente del Saues, sindacato autonomo urgenza emergenza sanitaria, Paolo Ficco. “A questo punto, visto che la direzione è segnata - sottolinea Paolo Ficco -, auspichiamo la massima attenzione delle autorità nazionali e regionali nei confronti dei medici di emergenza sanitaria della Campania, sempre in prima linea, e soprattutto di quelli di emergenza territoriale in quanto attualmente in fuga dal servizio verso altri meno stressanti e meglio remunerati”.

“A tutti i medici di emergenza sanitaria va dunque riconosciuto concretamente, con indennità adeguate, lo sforzo straordinario già profuso e da profondere, lo svolgimento di mansioni che spesso vanno ben oltre le proprie competenze, per non parlare del rischio contagio”, conclude Ficco.

Un bando per 1.500 sanitari

Per far fronte alle esigenze straordinarie ed urgenti derivanti dalla diffusione del Covid-19, in particolare al fine di garantire l’operatività del sistema di ricerca e gestione dei contatti dei casi di Covid-19 (contact tracing), è aperta la procedura per l’individuazione di 1.500 unità di personale disponibile a prestare attività di supporto nelle strutture sanitarie territoriali. Lo fa sapere il Dipartimento della Protezione civile.

I profili professionali ammessi alla procedura sono medici abilitati non specializzati; infermieri; assistenti sanitari; tecnici della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro; studenti iscritti al terzo anno dei corsi di laurea triennali in infermieristica, assistenza sanitaria, tecniche della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro ed in regola con i crediti formativi universitari previsti dal relativo piano di studi.

Il bando, spiega ancora la Protezione civile, è aperto per ricercare indicativamente 300 medici, 1000 tra infermieri, assistenti sanitari e tecnici della prevenzione, 200 studenti.

La proposta: “G8 o G20 in Italia sulla Sanità”

Bettini e Orlando (Pd) scrivono una lettera a Conte: “Il nostro Paese è considerato un esempio”

“In questo momento il premier Conte e l’insieme del Governo del Paese si stanno assumendo la responsabilità difficile di indicare agli italiani ulteriori misure indispensabili per fronteggiare l’impetuosa impennata del contagio da Covid-19. Tali misure saranno accompagnate da nuovi sostegni economici e sociali alle attività maggiormente colpite e alle fasce più deboli della società. Occorre evitare una tragedia produttiva e sanitaria. Occorre anche, tuttavia, la consapevolezza che la pandemia investe tutto il mondo. Nella civilissima Francia ogni giorno vengono colpiti dal virus 40.000 cittadini, il doppio di quelli colpiti in Italia”. Così Goffredo
Bettini, membro della direzione nazionale del Pd, e Andrea Orlando, vicesegretario del Pd, in un post su Facebook suggeriscono al Premier Conte di proporre ai grandi Stati del mondo di convocare in Italia un G8 o un G20 sui temi dell'emergenza sanitaria.

“Ci permettiamo di suggerire a Giuseppe Conte, che in questi mesi ha riconquistato un rispetto anche internazionale, di proporre ai grandi Stati del mondo di convocare in Italia un G8 o un G20 esclusivamente dedicato all'emergenza sanitaria che quasi ovunque sta uccidendo molte migliaia di esseri umani. Questo può aiutare anche a superare l’evidente affanno della Organizzazione mondiale della sanità e di altre strutture che operano su questi temi. Naturalmente non siamo in grado di valutare la fattibilità di questa proposta e la disponibilità delle altre nazioni. Sarà questo un compito del Governo italiano. Ma in questa fase occorre subito utilizzare tutte le sedi possibili di competenza e di decisione a livello mondiale per scambiare informazioni, dati, risultati circa le cure mediche e la sperimentazione dei farmaci e dei vaccini (che ognuno non può tenere per sé). L’Italia è stata considerata da molti Stati un esempio. Essa può essere legittimamente promotrice di uno slancio generoso di tutti, umanitario e scientifico. Occorre fare bene, ma anche presto. Molto presto”, concludono.

Coronavirus, Italia-Iran: un omaggio al coraggio del personale medico-sanitario

Evento organizzato nella residenza dell’ambasciatore Perrone a Teheran
Alla presenza del Vice Ministro della Salute iraniano, del Direttore dell’OMS per l’Iran e dei responsabili di alcune tra le principali strutture sanitarie iraniane, si è svolto presso la residenza dell’Ambasciatore d’Italia a Teheran un evento dedicato al personale medico-sanitario dei due paesi ed al riconoscimento del sacrificio da loro compiuto nella lotta contro la pandemia da Covid-19.

Nel suo saluto, l’Ambasciatore Giuseppe Perrone ha ricordato come la rinnovata diffusione dei contagi rappresenta una sfida per l’intera umanità che chiama nuovamente a raccolta il personale sanitario non solo negli ospedali ma anche nell’essenziale opera quotidiana di prevenzione e tracciamento.

Nel sottolineare gli sforzi profusi dall’Iran per fronteggiare la pandemia sotto sanzioni, il Vice Ministro Asadi Lari ha espresso l’auspicio che la crescente solidarietà internazionale si trasformi in collaborazione fattiva tra nazioni per lo sviluppo di un vaccino accessibile a tutti. Il rappresentante dell’OMS Hamelmann ha ricordato il supporto fornito dall’Organizzazione, insieme ad altri paesi tra cui l’Italia, al settore sanitario iraniano, esprimendo apprezzamento per la capacità dimostrata dall’Iran di aumentare repentinamente la produzione locale di PPE.
L’Iran continua a trovarsi in una situazione di allarme ed emergenza sanitaria con una media negli ultimi giorni di oltre 5.000 nuove infezioni e oltre 300 decessi.

Durante l’evento é stato proiettato il quarto episodio della serie di teatro virtuale “8 1/2 Theatre Clips. How Covid-19 Changed Our Lives”, prodotta dall’Ambasciata a Teheran in collaborazione con “Instabili Vaganti”. L’episodio, dal titolo “Don’t Call Me a Hero”, racconta la battaglia senza sosta contro un nemico invisibile di un eroe mitologico che si trasforma progressivamente in un essere umano fragile che “sta solo cercando di aiutare altri essere umani”. “Don’t Call me a Hero” è visibile da oggi (insieme agli episodi precedenti “Il Turno di Notte” e “Le note dell’assenza”) sui canali YouTube, Twitter ed Instagram dell’Ambasciata a Teheran.

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