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Allarme povertà nella provincia di Palermo, troppe le famiglie in crisi

Allarme povertà nella provincia di Palermo, troppe le famiglie in crisi

Allarme povertà nella provincia di Palermo, troppe le famiglie in crisi

PALERMO - Circa 76 mila residenti e di questi quasi novemila in condizione di povertà, vale a dire con redditi che sono al di sotto della media statistica necessaria per potersi sostentare. È soltanto uno dei dati più drammatici che emergono dalla relazione redatta dal Distretto socio-sanitario 41, che raggruppa i nove comuni di Partinico, Balestrate, Borgetto, Camporeale, Giardinello, Montelepre, San Giuseppe Jato, San Cipirello e Trappeto.

Parliamo del 12 per cento della popolazione di questo territorio che non ha risorse economiche sufficienti per riuscire a sbarcare ogni mese il lunario. Il tutto giustificato da un fenomeno prima di ogni altro, vale a dire la disoccupazione. In tal senso, si registra un tasso di disoccupati pari a 33.071 persone, corrispondente a una percentuale del 46,29 su base distrettuale.

Quindi si arriva addirittura a quasi un disoccupato su due nel comprensorio che, se rapportato ai soggetti indigenti, fa venir fuori un altro problema, il cosiddetto fenomeno sociale dei Neet (giovani in età scolare o lavorativa che di fatto risultano nullafacenti, non impegnati in nulla). “È sintomatico – si legge nella relazione del Distretto socio sanitario 41 - dell’aggravarsi della condizione di disimpegno e demotivazione nella ricerca di un’opportunità lavorativa conseguente al depauperamento della situazione economica locale”.

E qui subentra un problema nel problema, cioè la scarsezza di strumenti a disposizione dei nove comuni per poter adeguatamente monitorare la situazione e trovare le necessarie soluzioni: “Per quanto riguarda il servizio sociale professionale – si legge sempre nel documento - si rileva che solo in quattro comuni del Distretto, Partinico, Borgetto, Montelepre e San Cipirello, è presente un’assistente sociale di ruolo full time; mentre nei comuni di San Giuseppe Jato e Balestrate è presente un’assistente sociale di ruolo part time a 24 ore settimanali”. Nel comune di Camporeale è invece presente “un assistente sociale a contratto per 12 ore settimanali e i comuni di Trappeto e Giardinello sono completamente sprovvisti di tale figura professionale”.

Come sottolineato nel report, “questa precarietà e una mancata stabilizzazione dei professionisti impiegati da anni, come comprensibile, ha una ricaduta non indifferente nello svolgimento delle funzioni previste dalla normativa e nella qualità del servizio offerto all’utenza”. Solo recentemente la situazione sembra essersi sbloccata con l’arrivo di ulteriori assistenti sociali grazie ai fondi giunti con i Piani di zona, destinati proprio al Distretto.

In questa fetta di povertà, in tutto il comprensorio si contano 2.160 fruitori del Rei, il cosiddetto Reddito di inclusione che era attivo prima dell’ingresso del Reddito di cittadinanza. Nulla di nuovo sotto il sole se si considera che più di una famiglia su dieci a Partinico versa nella più totale povertà oramai dal 2017. Su un totale di quasi 12 mila nuclei familiari censiti quell’anno dall’Istat, infatti, in ben 1.600 hanno fatto richiesta di accesso al Comune per rientrare nelle misure di contrasto alla povertà. Si tratta della cosiddetta assistenza attraverso il Sia, il Sostegno per l’inclusione attiva, che prevede l’erogazione di un beneficio economico alle famiglie in condizione di povertà nelle quali almeno un componente sia minorenne oppure sia presente un figlio disabile o una donna in stato di gravidanza accertata. Per rientrare nel beneficio il reddito non deve superare i tremila euro annui e il fatto che a inoltrare istanza siano state ben 1.600 famiglie fa presumere che tutte rientrino in questi parametri da vera emergenza sociale.

Da quel che risulta invece alla Caritas e alle varie associazioni di volontariato che operano sul territorio, sarebbero addirittura all’incirca tremila le famiglie povere di Partinico che giornalmente chiedono aiuto alle parrocchie. Troppe le richieste che arrivano in chiesa Madre, uno dei più importanti punti di riferimento della città. L’arciprete, monsignor Salvatore Salvia, ha ammesso le difficoltà: “La povertà è in aumento – ha detto - ed è diventato difficile poter esaudire tutte le richieste di aiuto”.

Vincenza Grimaudo

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