Nella mattinata odierna il Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri, con il supporto del Comando Provinciale di Palermo, ha eseguito un’ordinanza di misure cautelari disposta dal Tribunale di Palermo su richiesta della Procura. Dopo gli interrogatori preventivi, il giudice ha applicato gli arresti domiciliari a Totò Cuffaro, Antonio Iacono e Roberto Colletti.
Gli altri provvedimenti del Tribunale
Il Tribunale ha disposto inoltre:
-
obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, insieme al divieto per un anno di esercitare attività imprenditoriali e ruoli direttivi, per Mauro Marchese e Marco Dammone;
-
obbligo di presentazione per Vito Raso.
Per gli altri indagati, tra cui Antonio Abbonato, Ferdinando Aiello, Paolo Bordonaro, Alessandro Caltagirone, Giuseppa Di Mauro, Vito Fazzino, Sergio Mazzola, Carmelo Pace, Paolo Emilio Russo, Giovanni Giuseppe Tomasino e Alessandro Vetro, il gip ha respinto la richiesta della Procura: nessuna misura cautelare applicata.
Domiciliari sì, braccialetto elettronico no
Per Cuffaro, così come per Iacono e Colletti, non è stato disposto il braccialetto elettronico. Secondo il gip, la misura dei domiciliari è sufficiente a garantire le esigenze cautelari. Nella misura è previsto un divieto assoluto di comunicazione con altri indagati o con figure riconducibili alla pubblica amministrazione e al mondo imprenditoriale, per evitare qualsiasi contatto.
La posizione del deputato Saverio Romano
Il gip ha invece respinto la richiesta di domiciliari avanzata dalla Procura nei confronti del deputato di Noi Moderati Saverio Romano, che nel suo interrogatorio aveva negato tutte le accuse. Nessuna misura è stata applicata nei suoi confronti.
Le accuse su Totò Cuffaro: appalti e corruzione nella sanità
L’indagine ipotizza per Cuffaro un ruolo nelle nomine di dirigenti e funzionari in enti regionali strategici, in particolare nei settori della sanità, degli appalti e delle opere pubbliche. Le accuse riguardano anche presunti accordi corruttivi legati a gare e concorsi pubblici nel comparto sanitario. Tutti gli indagati sono da considerarsi innocenti fino a eventuale sentenza definitiva.
Lascia una risposta