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Bagheria, la Città dei Semafori Spenti

Bagheria, la Città dei Semafori Spenti

Bagheria, la Città dei Semafori Spenti

Nota soprattutto per essere la Città delle Ville, per Bagheria si prospetta una nuova occasione per essere celebre. Non mi riferisco al fatto di essere stato il luogo che ha dato i natali a un artista come Renato Guttuso o a poeti come Ignazio Buttitta e un regista premio Oscar come Giuseppe Tornatore. Queste sono ormai nomee consolidate, che però poco hanno portato a Bagheria, visto che il turismo non è mai effettivamente decollato, non si capisce mai se per volontà propria o per semplice incapacità. Sta di fatto che la già citata Città delle Ville vive da ormai più di un decennio un declino inarrestabile che parte dagli amministratori per finire con la classe imprenditoriale, tant’è che il dissesto finanziario dichiarato nel 2014 è stato il culmine di questo declino.

Mafia e abusivismo sono altri tratti distintivi della Bagheria più nota, ed è anche per questo che il giovane sindaco Patrizio Cinque, puntando soprattutto sulla sua immagine di paladino giustiziere e antimafia ha stravinto le comunali di due anni e mezzo fa. Ma tutto questo non basta. Occorre un’idea nuova e geniale per rilanciare l’immagine della sedicente ex Città delle Ville, visto che il patrimonio delle splendide vile bagheresi non è bastato per risollevarne le sorti.

E allora ecco qui l’idea innovativa. La mia proposta è quella di sostituire il cartello “Città delle Ville” con quello della “Città dei Semafori Spenti”. Immagino già le centinaia di turisti giapponesi, russi, americani, che si soffermano ai tanti incroci di Bagheria dove campeggiano i semafori installati un tempo e poi con estrema puntualità spenti.

Il primato di Semafori Spenti spetta certamente alla centralissima Via Città di Palermo. C’è quello fra nell’incrocio con Via Dante, installato all’inizio degli Anni 90 e poi spento poco meno di 15 anni dopo. C’è poi la tripletta di Semafori Spenti negli incroci con la Via Libertà, messi a punto verso l’inizio degli Anni Duemila, e spenti poco meno di un anno fa. Ma anche salendo verso l’autostrada ne troviamo di altri, che hanno cessato dignitosamente la loro attività prima di spirare improvvisamente.

Il fatto che siano stati spesi soldi pubblici per installarli è sintomo di preveggenza, già da allora chi li ha messi lì ha compreso benissimo che potevano fungere come nuova e moderna attrazione turistica. E se qualcuno si lamenta del traffico, del pericolo che corrono i pedoni che attraversano negli incroci o dell’assenza di vigilanza da parte della Polizia municipale, e anche se nessuno rispetta la precedenza e preferisce parlare al cellulare anziché fermarsi allo stop, non fa nulla, Perché tutto è stato fatto per risollevare l’economia di Bagheria con il turismo 2.0 che verrà dalla nomea di Città dei Semafori Spenti.

luca mangogna

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