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Catania, via Castromarino, il palazzo verrà demolito ma monta l’ira degli esclusi

Catania, via Castromarino, il palazzo verrà demolito ma monta l’ira degli esclusi

Catania, via Castromarino, il palazzo verrà demolito ma monta l’ira degli esclusi

CATANIA - Hanno perso la loro abitazione più di due anni fa e adesso sono senza casa. E senza sussidi. Tornano a protestare le otto famiglie residenti in uno degli edifici della via Castromarino danneggiati in seguito al cedimento del terreno sollecitato dalla talpa della ditta che sta costruendo la tratta della metropolitana fino all’aeroporto. Si tratta delle otto famiglie escluse dalla trattativa portata avanti dalla Cmc di Ravenna che, per mettere immediatamente in sicurezza l’area e riprendere il più velocemente possibile i lavori, ha acquistato il palazzo in parte crollato per poi realizzarne uno ex novo.

Otto famglie senza casa e senza sussidio

I residenti non ristorati da alcun accordo tornano dunque a farsi sentire dopo che, durante le festività pasquali, la Cmc avrebbe annunciato l’imminente demolizione del palazzo acquistato. “Ovviamente - scrivono – noi otto famiglie, dopo quasi due anni e mezzo, siamo ancora senza casa e senza sussidio e ci troviamo in fatiscenti case in affitto o, ancora, ospiti di parenti. C'è addirittura chi sta pagando il mutuo della propria casa inagibile”.

Si sentono invisibili

Sono disperati e si sentono invisibili. Da qui la volontà di affidare le proprie posizioni al comunicato stampa dove vengono ricostruite le tappe di questa annosa vicenda. “Il 25 gennaio – scrivono - la Cmc Ravenna aveva proposto durante la prima udienza di ricontattarci per trattare del risarcimento dovuto. Era Natale e ora siamo a Pasqua e tutto ancora tace”.

"Non ci consentono di accedere alle nostre proprietà"

Ma la questione su cui pongono l’accento è l’impossibilità di accedere alle proprie abitazioni per via della chiusura dell’accesso che la stessa ditta avrebbe realizzato nel loro edificio. Un atto “arbitrario” secondo i residenti. “Dopo averci buttato fuori di casa – continuano – non ci consentono di fare accesso nelle nostre proprietà. In sostanza – continuano - le nostre case sono state da loro sequestrate. Inoltre, senza nessuna nostra autorizzazione in quanto possessori maggioritari dell'immobile, stanno procedendo a lavori all'interno della scala condominiale”, condivisa dai due edifici, “senza nemmeno averci consultato – aggiungono - senza nemmeno farci sapere come stanno procedendo”.

Le famiglie faranno un esposto denuncia

A firmare la nota stampa a nome di tutte le famiglie coinvolte, difese dall’avvocato Giuseppe Lipera, è Oriana Pappalardo, una professoressa residente. “La maggior parte dei metri quadrati del palazzo in via Castromarino appartengono ancora a quattro famiglie di sfollati che naturalmente non staranno a guardare quest'ultimo sgarbo – conclude - ma faranno un esposto denuncia secondo legge”.Ed è la legge, o meglio la giustizia che, forse, dirimerà la questione. Come sostiene Salvo Fiore, direttore generale della Ferrovia circumetnea che sta realizzando la metropolitana cittadina. “Queste famiglie hanno avviato un procedimento giudiziario per il risarcimento, procedimento che va avanti – afferma. L'acquisto del fabbricato da parte di Cmc è legato alla ripresa dei lavori ma, soprattutto, alla necessità di garantire la sicurezza”. Fiore, insomma, distingue le due faccende: da una parte la richiesta di risarcimento del danno subito che va avanti e, dall’altra, la decisione dell’azienda di acquistare l’edificio ad angolo piuttosto che metterlo in sicurezza.

“L’alternativa – prosegue Fiore – sarebbe stata l’istallazione di ponteggi che sarebbero potuti rimanere lì anni. Il direttore generale della Fce interviene anche sulla questione legata alla scala condivisa. La scala appartiene al palazzo oggi della CmC – spiega -: la ditta la sta consolidando sia perché non sarà demolita in quanto, appunto, condivisa, sia per permettere ai residenti di entrare nel palazzo in sicurezza”.

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