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Coronavirus, rischio di epidemia incontrollata e non gestibile

Coronavirus, rischio di epidemia incontrollata e non gestibile

Coronavirus, rischio di epidemia incontrollata e non gestibile

L'epidemia di coronavirus peggiora in tutt'Italia e a livello nazionale l'indice di contagio Rt ha raggiunto il valore di 1,7. Oramai tutte le Regioni sono classificate a rischio alto di una epidemia non controllata e non gestibile sul territorio o a rischio moderato con alta probabilità di progredire a rischio alto nelle prossime settimane. La maggior parte del territorio nazionale è compatibile con uno scenario 3 ma sono in aumento le Regioni e le province autonome in cui la velocità di trasmissione è già compatibile con uno scenario 4 e la situazione è ormai "complessivamente e diffusamente molto grave sull'intero territorio con criticità ormai evidenti in numerose aree". Le nuove zone rosse e arancione Da domani, intanto, la Provincia autonoma di Bolzano diventerà zona rossa, insieme a Lombardia, Piemonte, Calabria e Valle d'Aosta che già lo sono. In zona arancione entrano invece Abruzzo, Basilicata, Liguria, Toscana e Umbria, che si affiancano cosi a Puglia e Sicilia. Tutte le altre Regioni si collocano nella zona gialla. Ecco le misure previste per ciascuna delle tre fasce di rischio legate alla pandemia da Covid-19 ed in cui l'Italia sarà divisa fino al 3 dicembre per effetto dell'ultimo dpcm. In tutto il Paese il coprifuoco scatta alle 22.
  • ZONA ROSSA: vengono applicate le misure più restrittive previste dal Dpcm. L'uscita di casa va motivata, sono chiusi bar, ristoranti, negozi, la Dad e' prevista dalla seconda media in poi. E' vietato spostarsi da un Comune all'altro, nonche' uscire od entrare nella Regione. Torna l'autocertificazione anche per gli spostamenti all'interno di una città.
  • ZONA ARANCIONE: I ristoranti e bar restano chiusi per tutta la giornata. I negozi restano aperti. La Dad è prevista solo alle superiori. La circolazione all'interno di un Comune e' permessa ma non lo e' abbandonare il proprio Comune di residenza, domicilio o abitazione. E' vietato entrare o uscire dalla Regione.
  • ZONA GIALLA: vigono le misure restrittive più "morbide" previste dal Dpcm. I ristoranti e i bar sono aperti fino alle 18, i negozi restano aperti fino a orario di chiusura. I centri commerciali sono chiusi nei weekend. E' possibile spostarsi all'interno della Regione e da una Regione gialla all'altra.
Lombardia con indice Rt alle stelle La Lombardia con 2,08 è la regione con l'Rt più alto, segue la Basilicata con 1,99, Piemonte con 1,97, Molise con 1,88 e Provincia autonoma di Bolzano con 1,87. È essenziale "rafforzare le misure di mitigazione in tutte le Regioni/Province autonome" e il direttore del dipartimento della Prevenzione del ministero della Salute, Giovanni Rezza, presenta il quadro di una "situazione epidemiologica che continua a peggiorare", con "oltre cinquecento casi per centomila abitanti e quasi tutte le regioni italiane pesantemente colpite". Fra le preoccupazioni maggiori c'è quella per le strutture sanitarie: ci sono "forti criticità dei servizi territoriali e il raggiungimento attuale o imminente delle soglie critiche di occupazione dei servizi ospedalieri in tutte le Regioni", si legge nell'analisi dei dati per il periodo dal ventisei ottobre al primo novembre con l'aggiornamento al nove novembre. L'indicazione è quella di una "drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone in modo da alleggerire la pressione sui servizi sanitari. È fondamentale che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile". Dopo il week end i casi hanno come sempre segnato una riduzione: sono scesi a 25.271 (7.000 in meno in 24 ore), e si è ridotto anche il numero dei tamponi: 147.725 ieri contro 191.144. I decessi sono stati 356 in più in 24 ore e i ricoveri nelle unità di terapia intensiva sono saliti complessivamente a 2.849. Con 4.777 nuovi casi, la Lombardia continua a essere la regione più colpita, seguita da Campania (3.120) e Piemonte (2.876). Nonostante i numeri calino a livello nazionale, il rapporto fra casi positivi e tamponi continua a essere alto: 17,1%. Da tre giorni ormai si è attestato su valori superiori al 17%, primo indicatore di come i numeri dell'epidemia continuino a sfuggire numerosi dalle maglie del tracciamento. I fisici e la situazione epidemiologica Avere un quadro fedele della situazione epidemiologica è comunque molto difficile perché "l'indice Rt viene calcolato sulla base della data in cui sono comparsi i sintomi", osserva il fisico Giorgio Parisi, dell'Università Sapienza di Roma. "La percentuale di chi ha i sintomi varia da regione a regione" e "non viene indicato il motivo per cui le persone fanno il tampone". Sarebbe importante saperlo, secondo il fisico, soprattutto considerando il fatto che "una volta c'erano variazioni non notevoli, ma adesso non si capisce perché molti facciano i tamponi": Significa, ha detto, che "le regioni non riescono a fare il contact tracing come una volta e che non riescono ad avere informazione di quanto sta succedendo". Ecco perché il rapporto fra casi positivi e tamponi continua a essere "molto alto in tutto il Paese": "il fatto che il rapporto rimanga costante rispetto ai giorni in cui i tamponi sono di più fa pensare che riduzione dei casi positivi sia solo apparente", ha rilevato il fisico Giorgio Sestili, fondatore e fra i curatori della pagina Facebook "Coronavirus - Dati e analisi scientifiche". Sostanzialmente "ogni 40.000 tamponi che facciamo registriamo 7.000 casi in meno: è come se il rapporto fra la riduzione dei tamponi e quella dei casi sia costante", ha osservato. L'andamento dei decessi mostra invece un rallentamento, in linea con la curva epidemica, che ormai mostra di avere un tempo di raddoppio dei casi superiore a sette giorni.

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