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Covid, da oggi tutt'Italia è in zona gialla

Covid, da oggi tutt'Italia è in zona gialla

Covid, da oggi tutt’Italia è in zona gialla

Da oggi l'Italia è tutta in zona gialla, mentre nel week end appena trascorso città e spiagge di tutto il Paese, fra movida e assembramenti, sono state piene. Nonostante ciò non c'è allarme: ieri sono stati registrati "soltanto" 72 morti, al minimo dall'inizio dell'anno e sono andati giù terapie intensive e ricoveri. Tutto questo a fronte di oltre dieci milioni di completamente immunizzati - con due dosi o con il monodose Johnson&Johnson -, ossia un sesto della popolazione e con la buona notizia che Pfizer e Astrazeneca sarebbero efficaci, dopo due dosi, anche contro la variante indiana. Inoltre, altri dieci milioni di italiani hanno ricevuto una sola iniezione, portando al 35% del totale quelli che hanno una protezione parziale o totale dal virus. E tra loro, l'83,4% degli over 70, i soggetti a maggior rischio. "Quasi come in Gran Bretagna" Tutte cifre hanno fatto dire alla ministro degli Affari regionali Mariastella Gelmini che nel nostro Paese "non è ancora come in Gran Bretagna, ma ci stiamo avvicinando". La campagna vaccinale, che ha segnato leggermente il passo negli ultimi giorni, fa registrare comunque più di mezzo milione di dosi fatte due giorni fa, con il dato stabilizzato a circa 539 mila. La situazione in Sicilia In Sicilia, intanto, sono stati 238 i nuovi positivi al Covid registrati nel bollettino di ieri. Il dato riguarda 11.010 tamponi processati, con un'incidenza poco al di sotto del 2,2%, in leggero aumento rispetto al giorno precedente. La nostra Regione resta settima per numero di contagi giornalieri e i morti sono stati due, portando il totale dall'inizio della pandemia a 5.739. Il numero degli attuali positivi è di 12.928 con una diminuzione di 339 casi. I guariti oggi sono 575. In giugno un nuovo passo avanti Sul fronte dei vaccini, si va avanti e "In giugno - ha dichiarato la Gelmini - contiamo di fare un altro passo in avanti e di mettere in sicurezza il Paese". Resta ancora il ritardo, specie di alcune Regioni, sugli over 60, mentre si apre a classi di età sempre più giovani e si attirano anche i ragazzi con gli open day vaccinali (fino ai 25enni il prossimo weekend nel Lazio). Niente vaccini in vacanza La Ministro, poi, sulla questione delle vaccinazioni in vacanza che le Regioni vorrebbero lanciare, la pensa come il commissario per l'emergenza Covid Francesco Figliuolo: "L'idea è suggestiva - ha detto - , ma rischieremmo di compromettere i risultati del piano vaccinale. Ci sono 21 sistemi sanitari regionali e diverse velocità, la scelta del Governo è stata di dare regole uguali per tutti, per questo ha avuto successo il piano vaccinale, dando la priorità alle persone più fragili". "Il Commissario - ha aggiunto - ha detto che dobbiamo mettere in sicurezza over 70 e over 60. Se ci sono Regioni che dopo aver attuato il piano faranno qualcosa di più, bene, ma credo che si possa tornare dalle vacanze per vaccinarsi". Liguria e Piemonte, intanto, hanno firmato ieri un memorandum per vaccinare i rispettivi cittadini in villeggiatura, con l'intenzione di aprire anche a Val d'Aosta e Lombardia. Della proposta i governatori sperano di riparlare in settimana con Figliuolo, il quale però ha detto chiaramente di essere contrario per motivi logistici e di priorità dei fragili. Una difficile soluzione potrebbe essere un'iscrizione temporanea all'anagrafe sanitaria della regione di vacanza, solo per chi ci si fermerà almeno tre settimane. Il rilassamento nei comportamenti Le uniche preoccupazioni vengono dal rischio di eccessivo rilassamento dei comportamenti, come se la pandemia fosse già finita. E le immagini di assembramenti in tutt'Italia nel trascorso week end rimandate dai media, fanno il paio con il basso numero di tamponi per il tracciamento: meno di 180 mila in tutt'Italia secondo l'ultimo bollettino, mentre la Gran Bretagna continua a farne anche un milione al giorno. Programmare la chiusura degli hub Una proposta che potrebbe apparire in controtendenza ma non lo è, è stata quella lanciata ieri dal presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo) Filippo Anelli, il quale ha chiesto di "programmare, sin d'ora, la chiusura degli hub vaccinali, liberando risorse umane ed economiche". L'obiettivo è quello di "riportare la vaccinazione sul territorio, negli studi medici, restituendo il personale specialistico alla cura delle patologie ordinarie". Che per tanti sono, da tempo, la nuova, silenziosa emergenza. Matrimoni e Covid manager C'è insomma, in Italia, una gran voglia di normalità e Mariastella Gelmini ha poi parlato anche della ripresa dei matrimoni dal 15 giugno, riferendosi alla figura del Covid manager, che si stava facendo strada per rendere più sicuri banchetti e cerimonie. "Non ci sarà - ha detto -, perché avrebbe rappresentato un costo eccessivo e sappiamo che il rispetto delle regole c'è nella stragrande maggioranza dei casi, con distanziamento e numero di ospiti proporzionato al luogo". Ci sarà invece il green pass anche per le nozze: accesso solo per vaccinati, tamponati entro 48 ore prima e guariti dal Covid.

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