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Etna, nella notte getti di lava alti fino a duemila metri

Etna, nella notte getti di lava alti fino a duemila metri

Etna, nella notte getti di lava alti fino a duemila metri

Nuova notte di spettacolo per l'Etna, con getti di lava alti fino ai duemila metri, come sempre dal cratere di Sud est. Stamattina il vulcano si presenta con un vistoso pennacchio di cenere, visibile anche da Taormina e dalla Sicilia del Sud est. La nottata è stata piuttosto movimentata per gli scienziati e anche per tutti coloro i quali che, grazie alla grande visibilità di questi giorni, hanno tenuto gli occhi puntati sulle zone sommitali dell'Etna, magari realizzando fantastiche immagini fotografiche come quelle che vi mostriamo nella nostra gallery. Il sipario si alza dopo le 22 Il "sipario" si è alzato, a quanto hanno rilevato i sistemi di sorveglianza dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, osservatorio etneo, alle 22.05 di ieri. "Sta procedendo secondo il solito copione" ha commentato il vulcanologo dell'Ingv Boris Behncke. Nei giorni scorsi, infatti, gli studiosi avevano ipotizzato che il fenomeno parossistico al quale l'Etna ci ha abituato negli ultimi tempi, potesse verificarsi ciclicamente, più o meno ogni 36 ore. E così è stato. I frequenti comunicati dell'Ingv Nel comunicato dell'Ing delle 22,15 si sottolineava come l'ampiezza media del tremore vulcanico mostrasse "valori elevati con tendenza all'incremento" e la sorgente del tremore fosse "localizzata al di sotto del Cratere di Sud est". Venti minuti dopo un'altra nota dell'Ingv dava notizia dell'aertura di "una seconda bocca all'interno del Cratere di Sud est che produce una attività di fontana di lava" e di un trabocco alle 22.28 in direzione della Valle del Bove. "E' partita una colata e si stanno attivando altre bocche, da quelle orientali verso la 'sella'" aveva confermato Boris Behncke. Getti di lava fino a duemila metri Pochi minuti dopo un altro comunicato dell'Osservatorio Etneo per confermare ciò che tutti coloro i quali avevano gli occhi puntati sulla cima della "muntagna" vedevano: dalle 23.30 l'attività si era intensificata, "generando getti di lava alti fino a mille metri sopra il Cratere di Sud est". Ciò aveva prodotto "una colonna eruttiva che si è alzata per diversi chilometri rispetto alla cima dell'Etna", anche se un quarto d'ora dopo mezzanotte si era avuta "una repentina diminuzione della fontana di lava". E stamattina, parlando con il Qds.it, il vulcanologo Boris Behncke ha sottolineato come, "grazie a una più precisa misurazione con altri strumenti, le fontane di lava siano arrivate fino a millecinquecento e anche duemila metri sopra il Sud est". Il tremore vulcanico L'ampiezza media del tremore vulcanico, "dopo aver raggiunto il suo valore massimo poco prima della mezzanotte, aveva subito un repentino decremento, pur mantenendosi nella fascia dei valori elevati". Due colate laviche Intanto continuava l'attività effusiva da due flussi lavici, "che si sovrappongono alle colate degli episodi precedenti". Un nuovo "incremento in frequenza e intensità dell'attività stromboliana, accompagnata da emissione di cenere, al Cratere di Sud est", con lancio di materiale piroclastico fino a un'altezza di trecento metri a partire dalle tre e cinquanta di stamattina, era stato segnalato nel comunicato delle quattro e mezzo. Poi l'alba, e il grandioso pennacchio di cenere.   Giuseppe Lazzaro Danzuso

redazione

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