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Il cibo è la medicina del vero benessere

Il cibo è la medicina del vero benessere

Il cibo è la medicina del vero benessere

Ogni giorno miliardi di cellule muoiono nel nostro corpo e vengono rimpiazzate da altre in un continuo rinnovamento di ogni organo. Dove finiscono le cellule morte? Finiscono nell’intestino che quindi le smaltisce. Ma non tutte, una parte residuano al suo interno e costituiscono una forma di tossicità che può creare dei problemi.
Ovviamente queste note non sono scritte da un medico, ma da chi cerca di capire i meccanismi del nostro corpo, senza avere le conoscenze anatomiche, ma secondo logica.
Dunque, l’intestino ha l’incarico di smaltire le cellule morte. Per questo è necessario che abbia una flora molto viva e funzionante, in modo che l’attività sia efficace e proceda in questa opera di depurazione, senza della quale le tossine si diffondono in tutto il corpo e nelle sue parti, creando malesseri e perfino malattie, le quali possono provenire dall’interno.
Certo il meraviglioso gendarme del corpo è il Sistema immunitario. Finalmente l’attenzione delle industrie farmaceutiche si sta rivolgendo al suo rafforzamento.

Se cinquant’anni fa Umberto Veronesi, alfiere della lotta anticancro, recentemente scomparso, avesse indirizzato la sua attenzione sulla prevenzione anziché sulle cure, forse oggi ne sapremmo di più sulle cause che generano la terribile malattia. Ma ancora si brancola nel buio, pur essendosi accese alcune flebili luci.
Il Sistema immunitario distrugge i germi e i batteri che ogni giorno entrano nel nostro corpo. Ecco perché deve essere sempre vigile e allerta e noi dobbiamo fare ogni azione per mantenerlo in questo stato.
L’azione più importante riguarda la selezione del cibo da mettere dentro il nostro corpo, perché spesso non ci rendiamo conto che noi siamo gli artefici dei nostri malesseri, in quanto diamo più conto alla gola che alla testa.
Invece, è proprio quest’ultima che deve governare i processi, che deve decidere che cosa mangiare e che cosa rifiutare, quale quantità di cibo assumere, in modo da dosare in un buon equilibrio il rapporto fra il fabbisogno e il consumo di energie, un equilibrio che deve essere mantenuto costante.

Numerose riviste, programmi radio-televisivi, convegni ed altri strumenti, spiegano come e perché lo stile di vita sia alla base di una buona salute ed anche del rallentamento dell’invecchiamento, spesso precoce per gli abusi che facciamo al nostro corpo. Lo stile di vita è stato scoperto nell’ultimo decennio ed è quell’insieme di comportamenti che aiutano a mantenere la salute.
Il nostro corpo ha bisogno di una dotazione media giornaliera fra 1.500 e 2.000 calorie, a meno che non si sia atleti, che ne hanno bisogno molto di più, per cui la prima scelta da fare è quella di assumere cibo che non superi tale limite. All’interno della quantità bisogna scegliere la qualità e  i tipi di cibo.
Senza entrare nel dettaglio, gli alimenti principali dovrebbero essere: frutta e verdura, pesce, legumi e cereali. Da bandire sale e zucchero (tossici), carni rosse (e anche bianche), dolci e gelati, alcol e derivati. Ovviamente se ne può assorbire in modica quantità.

Il cibo è la medicina del vero benessere, ovviamente sapendolo scegliere e selezionare secondo canoni dietetici che aiutino il nostro corpo a funzionare bene e non, come avviene spesso, che lo danneggino. Quando qualcuno si alza con il mal di testa, stanco perché non ha riposato o ha altri disturbi, deve chiedersi se ha scelto bene il cibo che ha mangiato oppure se si è abbandonato alle voglie della propria gola.
Si dirà che vi sono altre componenti dei malesseri, quali lo stress, l’ansia, l’incapacità di controllare i propri impulsi. Anche su questo versante le persone pensanti possono mettervi rimedio.
Come? Auto-educandosi, possibilmente dall’età di 13 anni, a dominare quei meccanismi istintivi che ci rendono simili alle bestie e ci allontanano dalla figura delle persone dotate di intelligenza. Quest’ultima deve governare i nostri atti ed i nostri gesti, non tanto per una questione di educazione, quanto per onorare la nostra esistenza di soggetti pensanti e non istintivi.
Fermo restando che l’istinto entro certi limiti va seguito, ovviamente se indirizzato al bene ed alla crescita.

Carlo Alberto Tregua

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