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Lav, Ponte, Nord-Sud. Ora il teletrasporto. Tanti parolai, ma i trasporti in Sicilia sono da incubo

Lav, Ponte, Nord-Sud. Ora il teletrasporto. Tanti parolai, ma i trasporti in Sicilia sono da incubo

Lav, Ponte, Nord-Sud. Ora il teletrasporto. Tanti parolai, ma i trasporti in Sicilia sono da incubo

La Sicilia rimane in attesa del bando di gara per l’Alta velocità che dovrebbe arrivare a ottobre, secondo le previsioni del ministro De Micheli. Ma la questione della mobilità nell’Isola non risente soltanto dell’assenza di treni rapidi. Secondo il segretario generale di Uiltraporti Sicilia - Agostino Falanga - a penalizzare i siciliani e il settore turistico ci sarebbe anche l’assenza di una gestione adeguata delle ferrovie e del trasporto su gomma. Il segretario accusa l'Azienda Siciliana Trasporti di contrarre debiti a dismisura e di acquistare veicoli poco sicuri all'estero per immatricolarli in Europa, prima di destinarli al trasporto dei cittadini. Gaetano Tafuri, presidente dell'Ast, non conferma queste informazioni e presenta i dati dell'ultimo “virtuoso” bilancio.

“In occasione della presentazione del contratto di servizio con Trenitalia, il presidente della Regione Nello Musumeci ha affermato che dove non arrivano i treni dovrebbero arrivare almeno gli autobus. Ma purtroppo non è così, da Palermo ad Agrigento, per esempio, ci sono  pullman e  treni, ma gli orari delle corse sono diurni, rendendo impossibili i rientri serali.

I territori periferici rimangono abbandonati, privi di una mobilità adeguata ai bisogni dei cittadini. In Sicilia siamo messi molto male, da Palermo a Trapani i treni impiegano oltre 5 ore e sono vetusti - chiosa Falanga -. L’assessore Falcone è persona attiva, ma sconta i danni di chi lo ha preceduto, visto che negli ultimi 7-8 anni si sono succeduti ben 6 assessori ai Trasporti”.

Le iniziative di modernizzazione da parte delle istituzioni non sembrano poter sortire l’effetto sperato: “Di recente abbiamo assistito alla presentazione dei due treni ad alta tecnologia, Pop e Jazz, a Palermo e Catania. Purtroppo la nostra rete ferrata in essere, in alcune province, non consente il loro utilizzo. La mia organizzazione vuole scioperare perché la situazione è inaccettabile. Nella nostra regione si pagano le tasse come in tutte le altre, ma abbiamo servizi da Terzo Mondo che penalizzano i siciliani e il settore turistico”, continua il segretario.

IL TRASPORTO SU GOMMA: “L’AST È UNA BARCA CHE FA ACQUA DA TUTTE LE PARTI”

A proposito del trasporto su gomma Agostino Falanga evidenzia alcune importanti criticità: “In Sicilia ci sono 82 società di autolinee che percepiscono dalla Regione e dai contribuenti 165 milioni di euro l’anno per i collegamenti gommati. Ma esiste anche l’Ast, di proprietà della Regione Sicilia, che produce debiti enormi che ammontano a 20-22 milioni di euro l’anno; una barca  che fa acqua da tutte le parti - aggiunge -. Inoltre l’Ast non garantisce un livello di sicurezza adeguato allo scopo.

Per esempio, recentemente ha comprato 50 autobus usati in Israele, Paese che dopo 10 anni vieta il loro utilizzo. I veicoli, per essere regolari, dovevano essere immatricolati in Europa. Così l’Ast ha provato a farlo in Grecia senza alcun successo, per poi trovare una soluzione in Romania, con il plauso della Presidenza della Regione - dichiara -. E sempre sulla sicurezza, nel settore del TPL occorrono nuove risposte; le nuove normative prevedono che i pullman possano essere riempiti soltanto per l’80% della loro capienza. Ma chi dovrà contingentare, con l’inizio dell’anno scolastico, studenti e pendolari ogni mattina? Come raggiungeranno il loro istituto scolastico quelli che rimarranno fuori dai veicoli già colmi? Certamente questo incarico non potrà essere delegato agli autisti che hanno ben altri compiti!”

L’IPOTESI DELL’ALTA VELOCITÀ

Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, ha annunciato l’ok alla gara per l’Alta velocità della linea Catania-Messina-Palermo, opera inserita nella lista dei 130 cantieri che avrebbero lo scopo di far ripartire l’Italia dopo l’emergenza sanitaria.

Il segretario di Uiltrasporti Sicilia nutre grandi perplessità sull’ipotesi dell’Alta velocità nell’Isola: “Il Frecciarossa arriva fino a Reggio Calabria, ma se si vuole oltrepassare lo Stretto e raggiungere la Sicilia occorrono tempistiche indicibili e talvolta imprevedibili.

Sulle possibili soluzioni, si assiste al solito rimbalzo: se non si costruisce il Ponte, non si costruiscono le infrastrutture necessarie e viceversa. Se in attesa del Ponte si costruissero navi in grado di far entrare i treni senza dividerli in singoli vagoni (procedura per la quale servono diverse ore) e si aumentasse il numero delle corse, andrebbe già un po’ meglio, perché i treni viaggerebbero senza troppe interruzioni - suggerisce -. Ma questa non sembra la direzione scelta dalle istituzioni. Infatti sono stati soppressi più di 12 treni a lunga percorrenza e ne restano soltanto 6 per tutta la Sicilia. Cosa ne sarà del contratto decennale firmato da Regione e Trenitalia, con un finanziamento di un miliardo e 200 milioni di euro?”.

Secondo Falanga il bando di gara per l’Alta velocità in Sicilia potrebbe conferire una gloria ingiustificata alla classe dirigente attuale, per poi concludersi con un nulla di fatto: “C’è il rischio che si faccia una nuova gara d’appalto e che si taglino altri nastri senza che le opere vengano mai portate a compimento, come purtroppo avviene troppo spesso. Sì, perché soltanto il Ponte Morandi è stato costruito in 24 mesi, mentre per il Ponte Himera ci sono voluti 5 lunghi anni. Qualora si decidesse finalmente di costruire il Ponte sullo Stretto, ci vorrebbero almeno 20 anni per consegnarlo ai cittadini. Serve allora una soluzione tampone affinché i treni possano ininterrottamente viaggiare da e per la Sicilia. Viceversa, l’unica Alta velocità possibile sarebbe solo quella interna tra le città di Palermo, Catania e Messina - conclude -. Ma quanto tempo ancora dovranno aspettare i Siciliani per avere gli stessi diritti degli altri Italiani?”.

Ivana Zimbone

I sindacati analizzano il piano di investimenti “Italia veloce” messo a punto da Conte

PALERMO - Il Governo Conte ha messo a punto, tramite il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il piano di investimenti “Italia veloce”, che coinvolge l’Isola per la realizzazione di sette progetti.

Tra le opere in cantiere si trovano i nodi ferroviari di Palermo (potenziamento infrastrutturale e tecnologico) ed il collegamento tra Catania e l’aeroporto, ma sono anche indicati il raddoppio e la velocizzazione della Messina-Catania-Siracusa ed il nuovo collegamento Palermo-Catania-Messina.

Per quanto riguarda, invece, le strade e le autostrade è in progetto la riqualificazione e la manutenzione della A19 Palermo Catania, il potenziamento della Statale 640 Agrigento Caltanissetta ed anche Ragusa Catania.

“Ci auguriamo che si realizzino al più presto e che non restino i soliti meri annunci spot i setti progetti che interessano la Sicilia”, lo dicono, in un comunicato stampa congiunto, il segretario regionale della Filca Cisl, Paolo D’Anca, il segretario della Fillea Cgil, Mario Ridulfo e il segretario regionale della Feneal Uil, Francesco De Martino.

“Si tratta di opere certamente strategiche ma è tempo di passare ai fatti - si legge nella nota -, perché i sette progetti possono davvero rappresentare una boccata d’ossigeno per il rilancio economico della nostra Regione, ormai da troppo tempo costretta a subire ripetuti scippi di risorse e drammatici ritardi. E’ necessario fare in fretta - continuano - per invertire questo triste trend che vede sempre la Sicilia agli ultimi posti per opere infrastrutturali.

È certamente importante l’investimento per i nodi ferroviari di Palermo con il potenziamento upgrading infrastrutturale e tecnologico e quello previsto a Catania con la sistemazione del nodo e collegamento ferroviario con l’aeroporto, perché riteniamo che puntare sul potenziamento degli aeroporti sia la chiave di volta per rilanciare il turismo, penalizzato da troppo tempo da collegamenti vetusti. Ci conforta - proseguono - che nel piano siano previsti anche il raddoppio e la velocizzazione della Messina Catania Siracusa e il nuovo collegamento Palermo Catania Messina. Speriamo che il premier Conte rispetti l’impegno. Siamo soddisfatti che nei sette progetti siano contemplati anche la riqualificazione e la manutenzione della A19 Palermo Catania, il potenziamento del collegamento della Statale 640 Agrigento Caltanissetta e l’itinerario Ragusa Catania, perché significa mettere la parola fine su opere che si attendono da troppo tempo. L’alta velocità - concludono D’Anca, Ridulfo e De Martino - è il volano per lo sviluppo produttivo e la Sicilia non può più permettersi di restare sempre un passo indietro rispetto al Nord”.

Pietro Vultaggio

La replica di Gaetano Tafuri, presidente dell’Ast

Gaetano Tafuri, presidente dell’Ast, replica così alle dichiarazioni di Agostino Falanga sull’Azienda: “L’Ast dispone di 560 autobus per garantire il servizio di trasporto ai cittadini. Gli ultimi acquisti di veicoli usati, classe Euro 5 e immatricolati in Europa, omologati per la lunga percorrenza, acquistati con fondi propri aziendali e non regionali, garantiscono il servizio di trasporto anche ai pendolari.

Nei mesi scorsi, su iniziativa del presidente della Regione, Nello Musumeci, è stato possibile far rientrare i siciliani provenienti da Milano e Roma a prezzi modici, iniziativa che ha avuto grande risonanza pure a livello nazionale.

A livello regionale, le tratte garantite dall’Ast rispettano il contratto di servizio siglato con la Regione che prevede un numero standard di chilometri e che talvolta viene ampliato dai servizi aggiuntivi a disposizione dei Comuni, soprattutto durante il periodo scolastico. A tal proposito, solo quest’anno si stimano 1200 passeggeri in più rispetto all'anno precedente - spiega Tafuri -.

Al mio insediamento, all’Ast mancava l’approvazione di 2-3 bilanci che nel 2019 sono stati approvati, mentre ad agosto 2020 è stato approvato il bilancio 2019. Nel 2018 abbiamo avviato l’operazione trasparenza, tirando fuori un po’ di polvere da sotto il tappeto, sottolineando le fortissime criticità economiche nei bilanci dal 2015 al 2017.

Con l’attuale gestione si è passati dal deficit di 3 milioni e 800mila euro all’utile di 1 milione e 200mila euro per il 2019, con un ventaglio in positivo di circa 5 milioni. A febbraio di quest’anno, poi, abbiamo versato 10milioni di euro all’erario. Non vorrei prender parte a sterili polemiche, quanto piuttosto confermare il nostro impegno per una sana ed equilibrata gestione dell’Azienda, nonché per un’offerta di servizi adeguati ai cittadini, sempre tenendo conto delle possibilità aziendali”.

Ivana Zimbone

risuser

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