Finora, in Italia, come ha affermato ieri il sindaco-pescatore di Lampedusa, Totò Martello, di migranti si è parlato lanciando slogan o voltando la testa dall'altra parte per non vedere. Da oggi pomeriggio, però, grazie anche all'iniziativa del primo cittadino dell'Isola più a Sud d'Italia in cui da anni approdano i migranti provenienti dall'Africa: uno sciopero generale sospeso da una telefonata di Palazzo Chigi che annunciava una riunione per oggi a Roma.
Già il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci - dopo le fortissime polemiche per l'ordinanza con cui disponeva la chiusura di tutti gli hotspot, sospesa dal Tar con la motivazione che esulava dalle competenze di un Governatore - aveva scelto la via del dialogo chiedendo al premier Conte una riunione del Consiglio dei ministri per parlare dell'emergenza migranti a Lampedusa e in Sicilia. Non sarà un Cdm bensì una riunione alla quale, oltre al Premier, a Martello e a Musumeci, prenderanno parte anche la ministro dell'Interno Luciana Lamorgese e il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri.
Decisivo sarebbe stato l'intervento del viceministro Giancarlo Cancelleri, che avrebbe sollecitato con Conte il tavolo di confronto che, a quanto si apprende, si terrà nel pomeriggio di oggi nel Palazzo Chigi.
Da indiscrezioni si è appreso che si discuterà delle tre le navi-quarantena inviate davanti a Lampedusa con l'obiettivo di svuotare il sovraffollato hotspot locale.
La prima, l'Allegra, oggi nel mare di Palermo accoglierà i 353 migranti della Sea Watch 4 e altre 181 persone delle 217 trasferite ieri con il pattugliatore Dattilo della Guardia costiera dall'hotspot di Lampedusa a Porto Empedocle. Altri 36 migranti sono rimasti nella tensostruttura di Porto Empedocle e saranno ricollocati.
Nell'incontro di oggi, inoltre, dovrebbero essere definite misure a sostegno dell'economia di Lampedusa flagellata dagli sbarchi: dal congelamento dei termini fiscali al 31 dicembre 2021 ai mutui agevolati sul modello dei Comuni del cratere del terremoto, ma estesi ai settori alberghiero e pesca.
Si accelererà inoltre sulla bonifica del porto dove si sono accumulate decine e decine di piccoli natanti utilizzati in questi mesi per gli sbarchi autonomi.
Sull'ordinanza polemiche continue
Intanto non si placano le polemiche sull'ordinanza di Musumeci prima citata. Dopo una serie di critiche da parte di organizzazioni ed esponenti della Chiesa cattolica, il presidente della regione se l'era presa con "i buonisti, i preti ‘spretati’, i cosiddetti volontari che si battono i pugni sul petto".
E una risposta indiretta gli è giunta dall'arcivescovo di Palermo Corrado Lorefiche che nella sua omelia alle celebrazioni per il sessantasettesimo anniversario della Lacrimazione della Madonna a Siracusa, ha detto: "davanti a Maria piangente non posso distrarre i miei occhi da quel Calvario che oggi si chiama Mare Mediterraneo".
Il demone del razzismo
"Non possiamo tacere - ha aggiunto - mentre il demone del razzismo, dell'esclusione dell'altro, della politica intesa come arte della divisione sembra prendere il sopravvento. Su questo progetto di distruzione dell'uomo che Maria piange oggi, che versa le sue lacrime di dolore: per tutti i corpi violentati e uccisi nei campi di concentramento libici e in quelli di tutto il mondo, per tutte le vite stroncate dagli affari loschi, dal commercio delle armi, dallo sfruttamento indiscriminato dell'Africa e delle sue risorse".
Eccidio di massa
Monsignor Lorefice ha parlato di "eccidio di massa", chiedendo, con la Vergine, "a tutti i politici dell'Occidente, di ogni colore politico, di centro, di destra, di sinistra: 'e se queste donne, se questi bambini, se questi uomini annegati fossero vostri figli? Come reagireste?'".
La Chiesa fa politica
E l'Arcivescovo di Palermo ha aggiunto: "Qualcuno potrebbe dire: ma allora la Chiesa fa politica? Sì, rispondo io. La Chiesa fa politica, ma nel senso che la Chiesa è dalla parte della polis, della città che tutti riunisce nel suo abbraccio. E guai a noi se restassimo inerti e ignavi dinanzi al dolore e all'ingiustizia".
"Se non capiamo - ha concluso - che tutte le vite in difficoltà ci appartengono, abbiamo imboccato da disperati la deriva dell'infelicità".
Il Tar, richiesta di audizione a mail sbagliata
Intanto l'Ufficio stampa del Tar, dopo le lamentele dell'Amministrazione regionale per non essere stata ascoltata prima della sospensione dell'ordinanza sui migranti, ha fatto sapere che la Regione Siciliana ha "formalmente presentato" una richiesta di audizione, peraltro non obbligatoria, "a un indirizzo telematico errato" e "comunque tardivamente". "Sicché - si legge nella nota - per fatto imputabile alla stessa Regione Siciliana, tale richiesta non è stata tempestivamente acquisita nel fascicolo processuale".
La Regione ha risposto reiterando la tesi che "Il decidente ha ritenuto di pronunciarsi inaudita altera parte, scelta che il rito consente ma che in situazioni come questa avrebbe meritato, a nostro avviso, ben altra sensibilità. Come i fatti di questi giorni stanno inequivocabilmente dimostrando".
Migranti, la Regione rispetti gli obblighi Ue
Intanto un altro richiamo al Governo regionale è giunto da un portavoce della Commissione europea: "Siamo al corrente dell'azione del Governatore della Sicilia e siamo in contatto col governo italiano: ricordiamo che tutte le azioni che vengono intraprese devono rispettare gli obblighi delle leggi sull'asilo dell'Ue e internazionali".
"La Commissione Ue - ha aggiunto il Portavoce - lavora molto da vicino col governo italiano sulle questioni migratorie e a questo proposito ricordiamo un viaggio della commissaria Johansson con i ministri Lamorgese e Di Maio in Tunisia all'inizio del mese, per parlare di sostegno finanziario alla Tunisia e lotta ai trafficanti di migranti".
"Presto - ha concluso - sarà organizzato un gruppo per affrontare queste questioni in concreto. Inoltre la Commissione Ue continua a fornire un sostegno molto significativo, sia operativo che finanziario all'Italia".
La "task-force" di Musumeci a Pozzallo
Intanto è giunto il primo rapporto della "task force" regionale voluta da Musumeci per verificare le condizioni degli hotspot siciliani dopo il sopralluogo del 25 agosto in quello di Pozzallo (Ragusa).
La struttura viene definita "strutturalmente inidonea all'ospitalità di individui con infezione", così come l'analoga struttura di Comiso.
"Da parecchi mesi - ha commentato il sindaco di Pozzallo Roberto Ammatuna - ripeto con insistenza che il problema non è legato al numero dei migranti ospitati nella struttura, ma l'accoglienza di quelli affetti da coronavirus".
Ammatuna, fare tamponi sulle navi
"Ormai - ha aggiunto - è nota a tutti la mia opinione sull'argomento: bisogna fare i tamponi sulle navi prima dello sbarco e poi destinare all'hotspot i negativi, mentre quelli che risultano affetti da coronavirus debbono essere ospedalizzati o trasferiti in strutture idonee alla loro accoglienza".
"Forse - ha aggiunto - non c'era nemmeno la necessità di scomodare una Commissione per stabilire tutto questo, si sarebbe potuto fare già da tempo e il problema non si sarebbe neppure posto. Finalmente si comincia a vedere qualcosa, anche se in ritardo".
Ammatuna ha concluso affermando che "sarebbe doppiamente utile, sia dal punto di vista istituzionale che da quello propositivo, che la Commissione si interfacciasse anche con il Sindaco, massima autorità sanitaria della città, per uno scambio di proposte che contribuirebbe certamente alla risoluzione dei problemi".
Musumeci, i diritti umani vanno praticati
E a proposito della "task force", il Governatore ha postato oggi sulla propria pagina Facebook un filmato dell'ispezione della Commissione nell'hotspot di Lampedusa con questo commento: "Adesso che si fa? Si dice che è realtà virtuale?".
"Purtroppo - si legge ancora - è la dimostrazione di quello che diciamo da tempo: i diritti umani vanno praticati, non predicati. Altrimenti è solo retorica. Retorica dell'accoglienza che tante volte diventa business dell'accoglienza. Io non sono disponibile a girarmi dall'altra parte. E della sicurezza sanitaria del territorio io sono e mi sento responsabile".
Quel che non si comprende è come i diritti umani passino dalla chiusura di una struttura d'accoglienza e non dal suo miglioramento sotto il profilo sanitario.