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Oggi è la Giornata della Memoria 2023, il ricordo dell’orrore

Oggi è la Giornata della Memoria 2023, il ricordo dell’orrore

Oggi è la Giornata della Memoria 2023, il ricordo dell’orrore

Il 27 gennaio ricorre la Giornata della Memoria e nel 2023, in un mondo sconvolto dalla guerra (non solo in Ucraina) e dalla violenza, è il momento del ricordo ma anche della riflessione. E di ricordare e riflettere, purtroppo, c'è ancora bisogno, perché a distanza di decenni poco sembra essere cambiato e si rischia di veder cadere nell'oblio le testimonianze degli orrori del passato che incombono anche sul presente.

C'è profonda amarezza in questo 27 gennaio 2023. Un misto di pacata rabbia e paura, che emerge dal "grido" della senatrice Liliana Segre all'Italia: "Scomparsi noi, in Italia la Shoah verrà dimenticata. Tra qualche anno sarà solo una riga sui libri di storia".

Giornata della Memoria, cos'è

Istituito nel 2005 con la Risoluzione 60/7 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite [1], il Giorno della Memoria è dedicato al ricordo della Shoah e di tutte le vittime dei campi di concentramento nazisti. Si parla non solo di ebrei, ma anche di oppositori politici e prigionieri di guerra, rom, sinti, minoranze etnico-religiose, zingari, omosessuali e portatori di handicap mentali e/o fisici. La giornata scelta è quella del 27 gennaio, in ricordo dell'anniversario della liberazione del campo di concentramento e sterminio di Auschwitz.

Detta così, sembra semplice. Dietro la decisione di istituire questa giornata, però, c'è il desiderio di rifiutare ogni forma di negazionismo di quanto avvenuto prima e durante la Seconda guerra mondiale, di ricordare gli sguardi vuoti e rassegnati dei prigionieri liberati dagli Alleati, di ragionare su cosa abbia reso possibile un orrore simile e sul perché tanto odio continua a macchiare di sangue varie aree del mondo tra guerre e violenza in gesti, parole e idee.

Ogni anno il 27 gennaio, la Giornata della Memoria viene celebrata con film, testimonianze di sopravvissuti, iniziative in scuole e piazze, interventi politici. E per quanto ad alcuni sembri tutto molto "noioso" (rivedere gli stessi film, risentire le stesse storie e le stesse "frasi di circostanza"), in realtà ogni anno si aggiunge uno spunto di riflessione che rende quanto mai necessario l'intervento di chi l'orrore lo ha vissuto e conosciuto e può ancora raccontarlo. E se nel 2023 la guerra nel mondo non è mai finita e il razzismo esiste ancora, sicuramente di quelle testimonianze c'è ancora bisogno.

Un 2023 tra guerra, violenza e odio

La Giornata della Memoria del 2023 ricorre in un momento storico segnato da una Terza guerra mondiale "atipica" [2]e complessa. Si uccide in nome di soldi, idee nefaste, interessi, perfino in nome di religioni che predicano la pace. E si commettono atrocità - anche su bambini e innocenti - che ricordano e non poco gli orrori della Shoah.

La "macchina dello sterminio" nazista è stata fermata, l'orrore dell'odio e della guerra no e va in scena ogni giorno nell'indifferenza generale. E se la Shoah fosse dimenticata come teme la senatrice Segre, potrebbe essere davvero la fine dell'umanità.

Giornata della memoria, è tempo di riflessione

“Perché la memoria del male non riesce a cambiare l’umanità? A che serve la memoria?”. Lo diceva Primo Levi, l'autore di "Se questo è un uomo". A questo interrogativo, significativo come pochi altri, potrebbe rispondere Anneliese Knoop-Graf, sorella di uno dei grandi eroi della Resistenza, con la sua frase: "Dimenticanza è sciagura, mentre memoria è riscatto".

Nessuno può riscattare i sopravvissuti alla follia nazista. Nessuno. Così come nessuno può riportare in vita i bambini di Auschwitz, i deportati uccisi nelle camere a gas o fucilati senza pietà, o restituire ai giovani ebrei come la celebre Anne Frank quell'infanzia che non hanno potuto vivere e quelle esperienze che desideravano fare. Tuttavia, c'è un potente strumento che l'essere umano può utilizzare e si chiama "memoria". Purtroppo, però, finché anche l'ultima guerra e l'ultimo atto di razzismo e odio non avranno il loro stop, quel "riscatto" di cui parla Anneliese Knoop-Graf rimarrà probabilmente solo un progetto da coltivare.

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