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Rap, nodi al pettine e si teme un nuovo caos rifiuti a Palermo

Rap, nodi al pettine e si teme un nuovo caos rifiuti a Palermo

Rap, nodi al pettine e si teme un nuovo caos rifiuti a Palermo

PALERMO - Con una nota inviata al prefetto Giuseppe Forlani i sindacati della Rap hanno proclamato lo stato di agitazione, preludio dello sciopero, per il ritardo degli stipendi di gennaio e per i timori sulla tenuta economica della società.

È l’Amministrazione comunale a finire nel mirino di Fp Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Fiadel e Filas, che puntano il dito sulla copertura dei costi extra per il trasferimento dei rifiuti fuori Palermo. “Ancora una volta – hanno scritto le parti sociali - registriamo il più totale disinteresse da parte del Comune di Palermo verso i temi legati al mantenimento di un equilibrio economico-finanziario strutturale della Rap. Senza certezza di stipendio e soprattutto in assenza di reali coperture economiche, in grado di garantire serenità al futuro dei lavoratori e delle loro famiglie, proclamiamo pertanto lo stato di agitazione di tutti i lavoratori delle diverse sedi aziendali in tutti i turni di lavoro, restando inteso che, in assenza di formale convocazione da parte del Comune, proseguiranno le iniziative di mobilitazione dei lavoratori con assemblee e proclamazione di sciopero”.

Nel 2020 la partecipata di igiene ambientale ha speso 21 milioni di euro per trasportare l’immondizia in altre discariche: “Più precisamente – hanno spiegato Giuseppe Spataro (Fp Cgil), Vincenzo Traina (Fit Cisl), Francesco Sinopoli (Uiltrasporti), Antonio Vaccaro (Fiadel) e Carmelo Giallombardo (Filas) - la Rap si è vista rifiutare la fattura dei 21 milioni presentata per il pagamento degli extra costi sostenuti nell’anno 2020, precisando che il mancato pagamento della fattura è dipeso dalla non approvazione del Pef Tari 2020 da parte del Consiglio comunale, che avrebbe dovuto licenziarlo entro il 31 dicembre 2020. E ancora, i 7,5 milioni di euro riconosciuti dalla Regione Siciliana nel mese di aprile 2020, a parziale copertura dei costi sostenuti per il conferimento nelle discariche catanesi, non sono mai pervenuti nelle casse aziendali. Inoltre, non solo il Comune continua ad avere un debito di circa 50 milioni nei confronti della Rap, addirittura nelle ultime ore ha persino chiesto la rivisitazione di alcuni servizi, ovviamente al ribasso, che andrebbero ad aggravare negativamente sul bilancio aziendale, non permettendo alla società di poter strutturare un piano industriale degno della quinta città d’Italia”.

“Stride ricordare – hanno aggiunto - che era febbraio 2020 quando i vertici della Giunta comunale si impegnarono a portare a termine la tanto attesa ricapitalizzazione. Dopo un anno è sotto gli occhi di tutti che della ricapitalizzazione della Rap si sono perse le tracce. Nessuno pensi di portare la Rap al dissesto finanziario e di far ricadere tutti i costi sulle spalle dei lavoratori, che hanno già subito il peso di un fallimento e che con grande spirito di sacrificio ogni giorno svolgono i servizi di istituto con grande difficoltà, con la conclamata carenza di dispositivi di protezione individuale e con la strutturale assenza di condizioni di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro”.

“Per quanto riguarda lo stipendio di gennaio – hanno concluso i sindacalisti - nonostante nei giorni scorsi siano pervenuti 3 milioni di euro nelle casse aziendali, non si hanno ancora date certe sul pagamento e comunque la cifra è decisamente lontana dalle esigenze aziendali che per il mese di gennaio si attestano a circa 12 milioni. Per tali ragioni riteniamo urgente l’avvio di un confronto serrato con l’amministrazione comunale, la Rap, le forze politiche consiliari e la burocrazia comunale al fine di condividere una strategia finalizzata all’efficientamento dei servizi che non può prescindere dagli investimenti per la realizzazione del polo impiantistico nel sito di Bellolampo, dalla crescita professionale dei lavoratori e dalle assunzioni”.

A complicare le cose c’è anche la polemica politica sul mancato passaggio dei 94 lavoratori dalla Reset alla Rap, un trasferimento controverso e di cui si parla ormai da un anno ma che non è stato ancora formalizzato: “Temo – ha avvertito il consigliere comunale Massimo Giaconia del gruppo Avanti Insieme - che questioni importanti che riguardano la partecipata Rap, attualmente irrisolte, possano dare vita a una nuova emergenza rifiuti in città e allo stesso tempo mettere a rischio il tanto agognato passaggio alla Rap dei 94 dipendenti Reset, che sarebbe dovuto avvenire diversi mesi fa attraverso la mobilità interaziendale ma che è ancora fermo al palo nonostante siano stati consumati tutti i passaggi amministrativi supportati dai vari pareri favorevoli, nonché tutte le rassicurazioni del sindaco, dell’amministrazione comunale e degli stessi vertici della Rap”.

Il capogruppo del M5S Antonino Randazzo ha lanciato l’allarme sul rischio di un aumento della tassa sui rifiuti: “Occorre un impegno da parte di tutti, sindaco, Giunta e Consiglio comunale per non gravare i cittadini nel 2021 con un aumento della Tari in un momento particolarmente complesso per l’emergenza Covid-19. La politica non può da una parte chiedere uno sforzo alla Rap per non aumentare la Tari e contemporaneamente chiedere alla società di gestione rifiuti l’assunzione immediata di ulteriore personale che porterebbe inevitabilmente all’aumento di costi di gestione che devono trovare copertura con il gettito Tari”.

Le parole di Giuseppe Norata

PALERMO - “La procedura di mobilità interaziendale Reset/Rap continua ad andare avanti ed è fortemente attenzionata dalla Rap, che intende ottemperare alla direttiva emanata dal sindaco di Palermo. Tuttavia occorre contestualmente salvaguardare la continuità aziendale, tutelando i conti e l'equilibrio di bilancio”. Così si è espresso il presidente della Rap Giuseppe Norata (nella foto) sulla questione dei 94 operai in attesa di trasferimento.

“È chiaro – ha aggiunto – che le istanze politiche di qualche Consigliere comunale di questi ultimi giorni, mal si conciliano con le esigenze di salvaguardia aziendale e di tenuta dei conti, poiché abbiamo innanzitutto la necessità di tutelare il lavoro dei dipendenti Rap. L’Azienda, oggi, ha problemi di liquidità che si accompagnano ad una situazione di difficoltà del Comune di Palermo a rispettare gli impegni presi circa la liquidazione, almeno, di una parte dei 50 milioni di euro dovuti, che consentirebbe di anticipare gli ulteriori 20 milioni di euro di extra-costi già sostenuti”.

“È necessario – ha concluso Norata – che si possa concordare, con l’Amministrazione comunale, una strategia comune per salvaguardare i conti di Rap, presupposto irrinunciabile per poter procedere, in tranquillità, alla definizione della mobilità Reset/Rap che nessuno ha bloccato”.

Gaspare Ingargiola

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